AGI - Gli Europei 2024 si giocano in Germania ma hanno un secondo padrone di casa, la Turchia: nella fase a gironi, infatti, i tifosi più numerosi sugli spalti sono stati quelli con la bandiera rossa e la mezzaluna (130mila), seguiti dai tedeschi, fermi a 125mila. La stima è stata pubblicata da diversi giornali sportivi e conferma l'impressione di qualunque telespettatore che abbia assistito alle partite del gruppo F: una marea rossa ha sospinto la nazionale guidata da Vincenzo Montella contro Portogallo, Georgia e Repubblica Ceca. La Turchia è un Paese di 83 milioni di abitanti e in Germania sono tre milioni gli abitanti di origine turca. Impossibile non notare quanto sia rimasto forte il legame con la terra di origine dei migranti, arrivati a partire dagli anni '50 dalle province più povere del centro sud dell'Anatolia, ma anche dei loro discendenti fino ai giovano di terza e quarta generazione. Agli avamposti locali si aggiungono i tantissimi tifosi partiti dalla Turchia, che hanno approfittato dell'Europeo per visitare in Germania parenti più o meno lontani e tifare la nazionale. In questi giorni le città in cui giocava la Turchia sono state invase di magliette rosse della Turchia e addirittura, sia a Dortmund che ad Amburgo, al termine della partita dagli altoparlanti è risuonata la canzone tradizionale turca 'Memleketim' (la mia terra) di Ayten Alpman. La stessa mobilitazione è già in corso a Lipsia, dove martedì alle 21 è in programma l'attesissimo ottavo di finale contro l'Austria di martedì alle 21. La nazionale capitanata da Hakan Calhanoglu non parte favorita ma ha la certezza di uno stadio che sarà ancora una volta dalla sua parte. Dopo il successo sulla Repubblica Ceca che è valso il pass per gli ottavi, il presidente, Recep Tayyip Erdogan, ha telefonato a Montella e alla squadra per congratularsi e ha promesso che cercherà di volare in Germania per assistere a una partita.
Nelle città tedesche le comunità di origine turca sono scese in piazza per festeggiare con balli, canti e caroselli: in quasi ogni centro c'è 'un angolo di Turchia', per lo più quartieri dove negozi e mercati riportano alle atmosfere delle città anatoliche, ma anche della stessa Istanbul, come e' il caso del quartiere Kreuzberg a Berlino. Tanti i giovani nati in Germania da matrimoni misti e non che si sentono tedeschi "ma anche turchi", spesso tifano sia una squadra della Bundesliga che per una della Super Lig e oggi formano grande parte della 'marea rossa' che sta invadendo la Germania. Per capire il livello di connessione, del tutto reciproca, tra le due popolazioni e le scuole calcistiche dei due Paesi basta leggere le rose a disposizione dei due tecnici. Nella Germania giocano Emre Can e Deniz Undav e il capitano della Mannschaft è Ilkay Gundogan, originario della città di Kahramanmaras. Una scelta che, in base a un recente sondaggio, ha scatenato qualche polemica tra i sempre piu' numerosi tedeschi che vorrebbero una nazionale "più bianca". Polemiche e sondaggi che il commissario tecnico Julian Nagelsmann ha bollato come "xenofobia", preferendo concentrarsi sul campo e ricordare che il calcio deve unire e non dividere.
Nella nazionale turca sono diversi i calciatori nati in Germania, ma che hanno scelto di indossare la maglia del Paese da cui erano partiti nonni o genitori. Non solo il centrocampista dell'Inter e capitano Hakan Calhanoglu, ma anche il goleador Cenk Tosun, l'ex Sassuolo Kan Ayhan, Salih Ozcan e anche la stellina della Juventus, Kenan Yildiz, sono nati e si sono formati in Germania. Per i turchi avere un proprio calciatore turco che gioca per la Germania rappresenta un motivo d'orgoglio. Tanti turchi hanno gioito quando Mesut Ozil si è laureato campione del mondo con la Germania al mondiale del 2104 in Brasile, nonostante anni di polemiche da parte di chi non gli ha mai perdonato di non aver indossato la maglia del Paese dei suoi genitori. Lo stesso Gundogan, divenuto capitano della Mannschaft, fa gonfiare il petto a tanti turchi, fieri di vedere un figlio delle proprie terre rappresentare al più alto livello una delle nazionali più forti del mondo. Sempre disponibili a rilasciare interviste rigorosamente in turco, per la gente questi calciatori sono la dimostrazione che si può essere sia turchi che tedeschi.