AGI - A Madrid, nel tempio dell'Atletico del 'Cholo' Simeone, c'è Isokinetic che gioca un'altra finale di Champions. Il gruppo medico internazionale, specializzato in riabilitazione sportiva e ortopedica, ha organizzato, con la collaborazione della Fifa, la XXXI edizione del Congresso di traumatologia e riabilitazione sportiva, già passata per Stamford Bridge, casa del Chelsea, Wembley e Camp Nou.
Dopo Stamford Bridge è stato il turno di Wembley e del Camp Nou. E adesso il palco altamente scenografico del convegno si alzerà nell'ipertecnologica cornice dello stadio che ospita l'altra metà calcistica della capitale spagnola, quell'Atletico Madrid che a marzo ha eliminato l'Inter di Simone Inzaghi dalla corsa Champions.
“Football Medicine: un ponte tra scienza e pratica” è la 'mission' della tre giorni madrilena. È stato calcolato che da una scoperta scientifica alla sua applicazione pratica trascorrono in media diciassette anni. Un tempo lunghissimo anche per il mondo del calcio, che cammina a grandi falcate verso il futuro dovendo però sempre fare i conti con la salute dei propri atleti. Di questo parleranno i duecentocinquanta relatori in arrivo da tutto il mondo, pronti a illustrare circa cinquecento contributi scientifici. Tra costoro Giovanni Maria D'Orsi, medico sociale del Trastevere Calcio, protagonista di un intervento dal titolo “Return-to-play readiness assessment in top level football players after ACL reconstruction”, incentrato sul ritorno in campo dei calciatori professionisti dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore. Gli iscritti al Congresso hanno invece raggiunto la cifra record di tremila, in rappresentanza di un'ottantina di nazioni. Con la neuroscienza a farla da padrona.
“Oggi sappiamo che molti infortuni si verificano in presenza di una perturbazione cognitiva, ovvero della difficoltà che incontra un calciatore in campo nell'adattare repentinamente il proprio gesto atletico o tecnico a uno scenario imprevisto, come un cambio di direzione improvviso o una finta di gioco”, spiega Francesco Della Villa, direttore del Centro Studi Isokinetic. Al Congresso verranno illustrate immagini eloquenti di calciatori che si lesionano il crociato anteriore del ginocchio nel tentativo, maldestro, di 'reagire' a un movimento imprevisto, in quanto improvviso, del proprio avversario. Frazioni di secondo fatali in cui il movimento della gamba del difensore, per esempio, non riesce a tenere il passo della strategia di gioco di chi ha il pallone tra i piedi. “Ecco perché molti infortuni si verificano anche nella fase difensiva”, spiega Della Villa. La nuova frontiera della prevenzione degli infortuni, e conseguentemente della riabilitazione, sarà dunque far dialogare in modo più stretto neuroscienza e biomeccanica, fornendo a calciatori e allenatori gli strumenti utili a limitare il rischio di traumi.