AGI - Tra fase a gironi e ottavi di finale, ai mondiali di calcio in Qatar sono scesi in campo 60 calciatori che giocano in Italia. Per quanto riguarda i Top, sono andati sicuramente oltre le aspettative Wojciech Szczesny, Olivier Giroud e Denzel Dumfries, protagonisti con le loro nazionali e con numeri da record. A brillare è stato anche un super Sofyan Amrabat, faro della nazionale marocchina.
WOJCIECH SZCZESNY: Il numero uno polacco è sembrato a tratti insuperabile con interventi superlativi. Respingendo il tiro dal dischetto di Lionel Messi, è diventato il terzo portiere nella storia dei mondiali a parare due rigori nei tempi regolamentari, eguagliando il record del connazionale Jan Tomaszewski a Germania 1974 e dello statunitense Brad Friedel (Corea del Sud/Giappone 2002). Con le sue parate il 32enne estremo difensore juventino ha trascinato la Polonia fino agli ottavi dove si è dovuto arrendere anche lui a una Francia fuori portata. Basta dire che il portiere dei Bleus, Hugo Lloris, in tutta la fase a gironi ha compiuto una sola parata.
OLIVIER GIROUD: Partiva dietro nelle gerarchie di Deschamps, ma grazie all’infortunio di Benzema si è ritrovato titolare, ripagando la fiducia dell’allenatore con tre reti all’attivo. La doppietta contro l’Australia lo ha incoronato come miglior marcatore di sempre nella storia della nazionale francese, con 53 gol, superando la leggenda Thierry Henry. Il bomber rossonero non rientra nella categoria degli appariscenti, ma nell’altruismo e nella concretezza sembra aver trovato l’elisir dell’eterna giovinezza.
DENZEL DUMFRIES : Dopo un girone non esaltante, l’esterno destro dell’Inter ha trascinato l’Olanda nella partita contro gli Stati Uniti con un gol e due assist, gli stessi numeri che aveva racimolato in 15 partite di serie A nella stagione corrente. Questa straordinaria prestazione gli ha permesso di entrare nella storia della sua nazionale, diventando il primo Oranje a essere coinvolto in 3 o più gol in una singola partita di un mondiale, dai tempi di Rob Rensenbrink nel 1978. Indiscutibile la sua importanza all’interno della squadra per Louis Van Gaal, che non gli ha risparmiato neppure un minuto in questa Coppa del mondo, ringraziandolo anche in conferenza post-partita con un bacio in testa.
SOFYAN AMRABAT: Un mondiale da gigante. Il giocatore viola è il cuore pulsante del Marocco, riconosciuto come leader dai suoi compagni, e con la sua fisicità ha avuto la meglio su giocatori di caratura internazionale come Luka Modric e Kevin de Bruyne. Ha finito la partita con la Spagna in lacrime per il dolore alla schiena lenito con le infiltrazioni, perché non poteva mancare per nessuna ragione all’appuntamento con la storia per la nazionale nordafricana. Con le sue prestazioni al mondiale, il 26enne nato in Olanda si è messo in grande mostra e gli osservatori di grandi club europei aspettano di rivederlo all’opera nei quarti di finale contro il Portogallo.
I flop
Tra i protagonisti più attesi si può parlare di Flop per il centrocampista del Napoli Piotr Zielinsk, anonimo in una Polonia con poco gioco, per il 'Toro' Lautaro Martinez, stranamente impreciso sotto rete, e per il difensore viola Nikola Milenkovic, non incolpevole in una Serbia colabrodo nelle retrovie.
PIOTR ZIELINSKI: Il 28enne centrocampista del Napoli non ha convinto in Qatar come tutta la nazionale polacca. La vetrina mondiale poteva essere l’occasione per togliersi di dosso l’etichetta di giocatore incostante e incompleto, ma non ci è riuscito a pieno, passando tanti minuti nel ricercare la posizione corretta in campo, risultando per lunghi tratti spaesato e senza idee. L’unica scintilla il gol contro l’Arabia Saudita, ma dalla partnership con Lewandoswki ci si aspettava in più, e invece delle sue giocate ammirate in serie A neanche l’ombra. Soffre tremendamente la differenza di idee tra il gioco di mister Spalletti a Napoli e quelle del ct Czesław Michniewicz. Sulla valutazione mondiale del polacco grava in negativo il gol divorato contro la Francia agli ottavi, che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro.
LAUTARO MARTINEZ: Il bomber interista non ha sfruttato fino adesso l’occasione di imporsi definitivamente a livello mondiale. Partito dal primo minuto e con grandi speranze nel match d’esordio contro l’Arabia Saudita, il 25enne di Bahia ha messo segno due reti annullate per fuorigioco. Dopo una prestazione impalpabile contro il Messico, perde
il posto da titolare a favore del giocatore del Manchester City Julian Alvarez. Il Toro non è ancora riuscito a trovare la via del gol, sebbene abbia avuto delle ottime occasioni nei minuti finali contro l’Australia, che hanno denotato poca lucidità e confidenza davanti la porta. In sua difesa è intervenuto l’agente, dichiarando che il suo assistito è sceso in campo con delle infiltrazioni per il dolore alla caviglia. Ad ogni modo l’Argentina è ancora in corsa per il titolo mondiale e Lautaro rimane comunque il secondo miglior marcatore del ciclo Scaloni, con 21 gol in 44 partite. Memoria, rispetto e fiducia che possa segnare il gol più importante.
NIKOLA MILENKOVIC: Pessimo mondiale per il difensore viola. La Serbia si presentava al mondiale come una delle possibili sorprese dato il suo enorme potenziale offensivo, reso vano da una difesa disattenta e fragile. Otto gol subiti in tre partite, numeri da horror che confermano tutta l’inadeguatezza del reparto difensivo. Il 25enne serbo ha commesso troppi errori individuali, soprattutto nella partita contro il Camerun dove per due volte non ha tenuto la linea, permettendo ad Aboubakar di involarsi verso la porta. Molto nervoso nel match decisivo contro la Svizzera, cade nelle provocazioni di Granit Xhaka, andando a muso duro contro il giocatore di origini abanesi. Un gesto apprezzato in patria ma che rischia di essere l'unico per cui verrà ricordato in questo mondiale, insieme all’intervento in scivolata con cui ha messo ko Neymar nella prima partita, spaventando milioni di tifosi brasiliani.