AGI - Sui social esplode la rivolta contro l'aumento dei prezzi e le nuove condizioni di abbonamento annunciati da Dazn per la prossima stagione. Tra critiche, battute e hashtag, c'è chi ha postato la disdetta del proprio abbonamento e chi minaccia di farlo se non ci sarà un passo indietro da parte della piattaforma online che permette di vedere le partite di calcio di Serie A.
Il tema è diventato subito un 'trend topic' dai toni molto accesi. Dazn offrirà agli utenti due tipologie di abbonamento a costi diversi per attivare un profilo "standard" (29,99 euro) oppure "plus" (39,99 euro) che varia per il numero dei dispositivi registrabili e degli utenti contemporaneamente connessi.
I tweet che spopolano in rete hanno mostrato, una volta di più, la fantasia e la creatività italica nel momento in cui sono toccati nel portafoglio per quella che per molti è un'irrinunciabile passione.
Ci sono le critiche più composte, di natura fattuale, con immancabile promessa di cancellazione: "Prezzo raddoppiato ma stessi contenuti, addio"; "Il pacchetto con soli due dispositivi nella stessa casa è utile solo a padre/figlio che tifano due squadre diverse che giocano in contemporanea, ridicoli"; "chiudono la mail con 'i nostri migliori saluti', bene anche i miei, per sempre".
Fino a quelli più smaccatamente ironici: "Non si sorprendano se i tifosi preferiscono guardare la partita in streaming con la telecronaca in aramaico antico"; "Dazn ha appena fatto la miglior campagna pubblicitaria al 'pezzotto' che potesse mai essere fatta"; "O rinnoviamo Dazn o paghiamo il cartellino di Lukaku, impossibili entrambe".
Non mancano ovviamente le critiche sulla qualità del servizio: "40 euro al mese per vedere una rotellina che gira"; "collegamenti e qualita' pessimi, lag continui, e aumentano pure il prezzo". In questo caso la critica e' unifrome e trasversale. C'è chi poi ha iniziato a comparare i prezzi di Dazn negli altri Paesi europei: il caso più citato è la Germania dove il costo è di 29.99 euro (aumentato lo scorso febbraio) ma a fronte di un'offerta molto più ampia di eventi e campionati.
Poi, in coda, ci sono commenti infelici, sessisti, offensivi, che tirano spesso in causa Diletta Leotta, e che dimostrano come sia facile, sui social, oltrepassare i limiti della decenza.
Chiude la panoramica il messaggio di un utente che, oltre all'usare l'ormai immancabile hashtag #daznout, sottolinea: "Dazn ha avuto il merito di unire tutte le tifoserie, persino romanisti e laziali, nel desiderio che scompaia dalle televisioni nazionali".