AGI - Le restrizioni per il Covid rischiano di far saltare la campagna per le qualificazioni ai mondiali di calcio in Qatar: per questo il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha lanciato un appello alla Gran Bretagna con una lettera in cui ha chiesto al premier, Boris Johnson, di esentare dalla quarantena i giocatori della Premier League di ritorno da impegni con la nazionale in Paesi a rischio. "E' una questione della massima urgenza e importanza", ha avvertito.
Il grande rifiuto di Inghilterra e Spagna
I club di Inghilterra e Spagna hanno già fatto sapere che non lasceranno partire i propri giocatori per le nazioni che sono considerate sulla lista rossa per il pericolo dei contagi. La Fifa sta cercando di evitare un braccio di ferro da cui potrebbe uscire perdente con il rischio di alterare la regolarità delle qualificazioni ai mondiali in programma in Qatar dal 22 novembre al 18 dicembre 2022.
Le trasferte in Sudamerica
Nel mirino ci sono soprattutto le trasferte in Sud America, ancora nel pieno dell'emergenza Covid. Ad aggravare la situazione è stata la decisione della Fifa di allungare di due giorni, da nove a undici, la finestra internazionale della Conmebol (la confederazione sudamericana) a settembre e ottobre, con la possibilità così di giocare tre partite alla volta e non due.
"Ho proposto un approccio simile a quello adottato per la fase finale degli europei di calcio", ha spiegato Infantino alludendo alle esenzioni per i Vip stranieri che hanno potuto assistere alle partite a Wembley senza doversi sottoporre a un isolamento. "Abbiamo affrontato grandi problemi insieme in passato e dobbiamo continuate a farlo in future", ha scritto il 51enne dirigente svizzero alludendo all'emergenza Covid ma anche alla questione della Super League. "Sto chiedendo una prova di solidarietà da parte di ogni membro dell'associazione, di ogni lega, di ogni campionato e di ogni club, di fare ciò che è giusto ed equo per il calcio mondiale".
L'appello di Infantino
"Molti dei migliori calciatori giocano nei campionati di Inghilterra e Spagna", ha sottolineato Infantino, "e riteniamo che questi Paesi condividano anche la responsabilità di preservare e proteggere l'integrità sportiva delle competizioni in tutto il mondo". Il presidente della Fifa si è appellate al "necessario sostegno" a un'esenzione dalla quarantena per assicurare che i calciatori "non sanno privati della possibilità di rappresentare il proprio Paese nelle qualificazioni ai mondiali, uno dei massimi onori per un calciatore professionista". "Insieme abbiamo mostrato solidarietà nella lotta contro il Covid-19", ha concluso, "ora chiedo a tutti di assicurare la partenza dei giocatori delle nazionali per le imminenti qualificazioni ai mondiali".
Le ragioni dei club inglesi
In base allee regole del governo britannico, i giocatori delle nazionali straniere potrebbero saltare diverse partite di campionato a causa della quarantena di 10 giorni imposta a chi torna da Paesi a rischio. La Premier League ha fatto sapere di essere arrivata "con riluttanza ma all'unanimità" alla decisione di non lasciar partire i suoi giocatori spiegando che dopo "lunghi negoziati" con la Football Association e il governo per trovare una soluzione "non è stata concessa alcuna deroga".
Il caso Salah
A fare da detonatore al caso è stato l’annunciato rifiuto del Liverpool di rilasciare Momo Salah all’Egitto per le partite di qualificazione al Mondiale 2022. Premier League e Liga si sono subito schierate al fianco dei club che hanno deciso di non dare i loro giocatori alle nazionali.
“La Liga appoggerà in tutti gli ambiti la decisione dei club spagnoli di non liberare i nazionali per le convocazioni della Conmebol", ha fatto sapere la lega spagnola, "e prenderà le opportune azioni legali contro questa decisione che influisce sull’integrità della competizione”.
La quarantena
“La quarantena al ritorno da tali Paesi non solo andrebbe a intaccare il benessere e la forma fisica dei giocatori, ma avrebbe un impatto significativo sulla stagione, perché i calciatori non potrebbero giocare due turni di Premier, uno nelle competizioni europee e uno di Coppa di Lega", ha denunciato Richard Masters, a.d. della Premier. "Questo periodo", ha osservato, "prende in considerazione dieci giorni di quarantena in hotel al ritorno ma non include il tempo necessario ai giocatori per recuperare la forma. I club della Premier hanno sempre sostenuto il desiderio dei loro giocatori di rappresentare i loro Paesi. Tuttavia, siamo giunti, con riluttanza ma giustamente, alla conclusione che sarebbe del tutto irragionevole rilasciare giocatori in queste nuove circostanze”.