AGI - Contro gli urli e i boati dei 65.000 di Wembley, contro la paura di non farcela dopo un inizio disastroso, contro il talento, le qualità e la cattiveria agonistica dell’Inghilterra, l’Italia si fa gigante nella notte più importante, trionfando in casa del nemico e aggiudicandosi l’Europeo del 2020.
È il secondo trofeo per gli azzurri dopo quello vinto nel 1968, un’autentica esplosione di gioia al termine di una partita tesissima conclusa con i calci di rigore, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari firmato da Shaw e Bonucci.
Una serie di penalty ai limiti dell’inverosimile, strapiena di ansia, tensione e di errori, ma quelli più importanti fortunatamente sono tutti degli inglesi. Sbagliano Rashford, Sancho ed infine Saka, mostruoso Donnarumma che con due parate in fila regala il titolo agli azzurri, dopo il primo match point fallito da Jorginho (errore anche per Belotti in precedenza).
Ma alla fine ciò che conta è che la coppa ‘is coming Rome’. Nessuna sorpresa nell’undici titolare scelto da Roberto Mancini per la finalissima di Wembley contro l’Inghilterra. Donnarumma a difesa dei pali, la linea difensiva a quattro è composta dai soliti Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini ed Emerson Palmieri.
In mediana Barella, Jorginho e Verratti sono inamovibili, nel tridente d’attacco invece rinnovata ancora la fiducia a Ciro Immobile con Insigne e Chiesa ai suoi lati.
Tra le fila inglesi invece Walker, Stones e Maguire formano la linea a tre di difesa davanti a Pickford, Trippier e Shaw agiscono sulle fasce con Rice e Phillips a comporre la cerniera di centrocampo. Davanti Mount e Sterling fanno coppia alle spalle di Kane.
L’avvio degli azzurri è da incubo, come peggio non poteva esserci: passano appena due minuti e l’Inghilterra va avanti con il sinistro in contro balzo di Luke Shaw, lasciato completamente libero di colpire all’altezza del secondo palo sul cross di Trippier, altrettanto libero di avanzare sulla destra e prendere la mira per un traversone perfetto.
L’Italia prova timidamente a reagire e all’8’ si fa vedere per la prima volta con un calcio di punizione di Insigne, impreciso e terminato alto sulla traversa. La squadra di Southgate resta in totale controllo del match, tenendo alta la pressione e la difesa senza concedere mai spazi pericolosi agli uomini di Mancini, troppo impacciati e nervosi in un inizio non da Italia.
Con il passare dei minuti, però, gli azzurri provano a prendere fiducia e dopo un altro tentativo di Insigne da fuori, al 35’ creano la prima vera palla gol con Chiesa, che si libera della marcatura di Rice e dal limite calcia di mancino sfiorando il palo alla sinistra di Pickford. Prima dell’intervallo ancora pericolosa l’Italia, stavolta con Immobile che gira di prima sul cross di Di Lorenzo, trovando la respinta provvidenziale di Stones.
La ripresa si apre con un’altra punizione invitante in favore degli azzurri, calcia ancora Insigne che tenta di sorprendere Pickford sul proprio palo, ma anche stavolta il giocatore del Napoli non inquadra lo specchio della porta.
Al 54’ Mancini prova a cambiare le carte in tavola, inserendo Cristante e Berardi al posto di Barella ed Immobile, optando nuovamente per un ‘falso nueve’ (Insigne) come fatto già vedere in semifinale con la Spagna.
Passano pochi istanti e proprio Insigne si presenta davanti a Pickford dopo un tiro cross di Chiesa deviato da un difensore, ma il numero 10 azzurro perde il tempo per la battuta trovando la respinta del portiere da posizione defilata. Sale la tensione ma l’Italia non ne vuole sapere di mollare e al 62’ va ad un passo dal pareggio: protagonista ancora un ottimo Federico Chiesa, che si mette in proprio e dopo aver seminato il panico in area inglese calcia trovando la grande respinta di Pickford.
Per l’1-1 però è questione di minuti, perché cinque giri di lancette più tardi arriva la zampata di Bonucci a rimettere tutto in equilibrio: tutto nasce dal corner di Berardi spizzato da Cristante, Pickford compie un altro miracolo sul colpo di testa di Verratti, ma sulla successiva respinta del palo proprio Bonucci non può sbagliare da un metro.
Cambia completamente il volto della sfida, seppur a pochi minuti dal 90’ Mancini è costretto a fare a meno di Chiesa, nettamente uno dei migliori in campo, messo fuori causa da un problema alla caviglia. Al suo posto entra Bernardeschi.
Nel finale l’Inghilterra prova ad aumentare nuovamente i ritmi dopo un’ultima parte di gara in apprensione, ma nel lunghissimo recupero (6 minuti) è più l’Italia che va a caccia del match point senza però trovarlo.
Si prosegue così con i tempi supplementari. Nel primo extra time l’occasione più grande è per gli azzurri al 103’, con Emerson che sfonda a sinistra proponendo al centro un gran cross su cui Bernardeschi non arriva, Pickford allontana come può e poi Belotti non trova la ribattuta vincente.
Nel secondo supplementare invece succede poco altro e si procede con i calci di rigore. Il primo errore è dell’Italia con Belotti, ma evidentemente la legge del primo che sbaglia ha ancora in serbo sorprese. Dopo le reti di Kane e Maguire infatti sbaglia Rashford che prende il palo, poi Sancho e Saka si lasciano ipnotizzare da un super Donnarumma, che dopo il match point fallito da Jorginho regala all’Italia un successo pazzesco.
Al 62' palla gol per l'Italia: Chiesa si scatena in area e col mancino impegna Pickford. Ma il gol è solo rinviato. Al 67' il pareggio nasce da calcio d'angolo: Cristante la spizza, Verratti colpisce il palo e Bonucci da due passi deposita in rete.
L'Italia domina, con quasi il 70% del possesso palla e poco dopo ha un'altra chance: lancio di Bonucci, Berardi scatta alle spalle ma non trova la porta al volo. All'85' l'Italia perde Chiesa: infortunio alla caviglia e dentro Bernardeschi. Ma le occasioni latitano e si va ai supplementari per la terza volta in questo torneo per gli azzurri.
Altro cambio: fuori Insigne, dentro Belotti che sfiora il gol al 103' dopo una respinta di Pickford da cross. Ma prevale la paura e si va ai calci di rigore: Donnarumma ipnotizza Sancho e Saka, l'Italia è campione nonostante gli errori di Belotti e Jorginho.