AGI - Fallisce il progetto di secessione di dodici blasonati club calcistici che volevano creare una Super League alla quale accedere di diritto e senza qualificazioni. Con l'ufficializzazione del ritiro delle 6 squadre inglesi che avrebbero dovuto comporre metà della compagine, di fatto si tratterebbe di un campionato italo-spagnolo con in campo solo Juventus, Inter, Milan, Atletico Madrid, Barcellona e Real Madrid. Anzi, forse solo cinque, perché fonti vicine all'Inter hanno fatto sapere nella notte che alla luce delle ultime evoluzioni, il progetto della Superlega non è più ritenuto d'interesse dal club nerazzurro allo stato attuale.
Ma nonostante la debacle, le società superstiti non mollano e assicurano che i piani restano in piedi: sono sono la rimodellare.
Con una raffica di tweet a breve distanza l'uno dall'altro, Manchester United, Liverpool, Arsenal e Tottenham hanno annunciato l'abbandono del progetto i cui capofila sono il Real Madrid di Florentino Perez e la Juventus di Andrea Agnelli e la cui nascita era stata annunciata poco dopo la mezzanotte di lunedì. Un'idea che era stata minata alle fondamenta dal dissenso degli giocatori e della maggioranza degli allenatori e che era stata osteggiata da capi di stato e di governo - da Mario Draghi a Boris Johnson, da Emmanuel Macron all'esecutivo spagnolo.
Il piano aveva cominciato a scricchiolare poco più di 24 ore dopo la nascita per il dietrofront del Manchester City che ha ceduto alla furia dei tifosi. Ultima è arrivata la formalizzazione dell'addio del Chelsea.
Si svuota così prima ancora di essere riempito il piatto da 3,5 miliardi di euro finanziato dalla banca di investimento statunitense JPMorgan che avrebbe dovuto essere distribuito tra i soci fondatori per compensare l'impatto della pandemia di coronavirus sui campionati.
Ma la battaglia non sembra finire qui. Gli ideatori della Super League hanno fatto sapere in una nota di voler "intraprendere i passi più appropriati per rimodellare il progetto" a fronte dei tanti ritiri dai club fondatori che devono affrontare e ha denunciato che i sei club inglesi inizialmente impegnati e che martedì si sono sfilati uno dopo l'altro sono stati costretti "a causa delle pressioni esercitate su di loro".
La reazione alla secessione, in effetti, è stata dura, con i politici e le autorità calcistiche che hanno minacciato di intraprendere un'azione legale contro la cosiddetta "sporca dozzina", cui sono state paventate esclusioni dalle competizioni nazionali e continentali.
"Il Manchester United non parteciperà alla Super League europea", si legge in un comunicato dei 20 volte campioni d'Inghilterra. "Abbiamo ascoltato attentamente la reazione dei nostri fan, del governo britannico e di altri stakeholder chiave. Rimaniamo impegnati a lavorare con gli altri in tutta la comunità calcistica per trovare soluzioni sostenibili alle sfide a lungo termine che il gioco deve affrontare". Lo United ha anche annunciato che il vicepresidente esecutivo Ed Woodward lascerà il suo ruolo entro la fine dell'anno.
Il ministro della Cultura britannico Oliver Dowden ha affermato che nonostante l'inversione di marcia, sarà necessaria una revisione della governance del mondo del calcio. "L'intera faccenda mostra quanto questa gente sia fuori dal mondo" ha twittato, "Hanno completamente sbagliato a valutare la forza dei sentimenti dei tifosi, dei giocatori e dell'intero Paese. Il calcio è per i tifosi. Rimango convinto della necessità di una riforma. Dobbiamo assicurarci che ciò non accada mai più".
Il capitano del Liverpool, Jordan Henderson, aveva pubblicato la sua disapprovazione per il progetto 'Super League' su Twitter e poco dopo è venuta la dichiarazione del club: "Il Liverpool Football può confermare che il nostro coinvolgimento nei piani proposti per formare una Super League europea è stato interrotto. Negli ultimi giorni, il club ha ricevuto rimostranze da vari stakeholder chiave, sia interni che esterni, e vorremmo ringraziarli per il loro prezioso contributo".
L'Arsenal è andato oltre chiedendo scusa ai tifosi: "Non è mai stata nostra intenzione causare tanta angoscia, tuttavia quando è arrivato l'invito a entrare in Super League, pur sapendo che non c'erano garanzie, non volevamo essere lasciati indietro e assicurarci di proteggere l'Arsenal e il suo futuro", si legge in una nota dei Gunners. "Abbiamo commesso un errore e ci scusiamo". I tifosi del Chelsea che si erano riuniti fuori dallo Stamford Bridge per protestare per lo 0-0 contro il Brighton in Premier League hanno festeggiato quando sono arrivate le notizie secondo cui i Blues stavano progettando di ritirarsi.
Anche i tifosi del Tottenham avevano programmato una protesta, ma prima è arrivata la dichiarazione del presidente degli Spurs Daniel Levy: "Ci rammarichiamo per l'ansia e il turbamento causati dalla proposta della Super League".
La Super League si dice "convinta che l'attuale status quo del calcio europeo debba cambiare". "Proponiamo un nuovo campionato europeo perché il sistema esistente non funziona. La nostra proposta è finalizzata a consentire allo sport di evolversi generando risorse e stabilità per l'intera piramide calcistica, anche aiutando a superare le difficoltà finanziarie incontrate dall'intera comunità a causa della pandemia".
L'associazione ribadisce che la League fornirebbe pagamenti di solidarietà a tutte le parti interessate del calcio. "Nonostante l'annunciato abbandono dei club inglesi, costretti a prendere tali decisioni dalle pressioni esercitate su di loro," continua il comunicato, "siamo convinti che la nostra proposta sia pienamente in linea con le leggi vigenti e i regolamenti europei".
Andrea Agnelli, numero uno della Juventus, vicepresidente e fondatore della nuova Super League europea, assicura che non ci saranno retromarce, pur aprendo al dialogo con Fifa e Uefa. "Fra i nostri club c'e' un patto di sangue", ha detto in un'intervista a Repubblica, "il progetto della Super League ha il 100 per cento di possibilità di successo, andiamo avanti": lo ha ribadito in un'intervista a Repubblica uscita poche ore dopo la rinuncia al progetto da parte dei sei club inglesi. Agnelli non ha chiuso al dialogo con le istituzioni del calcio: "Se ci fanno una proposta, valuteremo", ha spiegato, ma resta l'obiettivo di "creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all'intera piramide del calcio".