AGI - “Oggi sono attanagliato dai rimorsi, mi dico spesso che se sei anni fa avessi deciso di continuare a stare fisicamente vicino a Maradona seguendolo a Dubai e in giro per il mondo anziché privilegiare la mia vita professionale e familiare in Italia, probabilmente le cose per lui sarebbero andate diversamente”. Angelo Pisani, lo storico legale italiano del campione scomparso il 25 novembre, approfondisce con Agi le considerazioni sulla morte di Maradona e su quanto sta emergendo sull'operato di Matias Morla, l'avvocato del campione in Argentina, consegnate stamattina a Eleonora Daniele durante il suo collegamento con Storie Italiane (Raiuno).
Adesso con Agi analizza motivazioni e conseguenze della decisione che dalla fine del 2015 lo ha portato a continuare ad occuparsi esclusivamente delle questioni legali italiche di Maradona, “non commerciali”, aprendo di fatto un'autostrada a Morla. Nel 2021, informa, avrebbe dovuto assistere Maradona tra Roma e Napoli nelle due udienze in Cassazione e in appello, “legate alla lunga battaglia giudiziaria con il fisco italico, in un altro appuntamento in tribunale per una delle cause di diffamazione intentate da Maradona contro uno dei suoi tanti detrattori e per diffide contro chi utilizzava abusivamente il suo nome ”.
Pisani seguiva Maradona, spiega, dal 2010, occupandosi delle cause e delle questioni pubblicitarie e legate agli sponsor: “Ma allora qui non aveva registrato nessun marchio collegato al suo nome, era totalmente disinteressato a questo genere di business. Evidentemente poi è stato convinto da Morla, l'aspetto riprovevole è che l'avvocato abbia registrato quei brand come appartenenti a una sua società”.
Il rapporto professionale tra Pisani e Diego, rievoca, nacque quando el Pibe era in trasferta a Mosca: “Mi chiamò attraverso l’ambasciata italiana per l’opposizione alle richieste del fisco, con lui sono stato in giro per il mondo, in Venezuela, a Cuba, in Francia, a un certo punto ho scelto di fare un passo indietro, per non trascurare la mia professione in Italia”.
L'avvocato svela di avere anche , “dal maggio 2014, la procura notarile di Maradona, per mandati, cessioni, diritti. Non è mai stata revocata, avrei potuto disporre qualunque cosa, ma ovviamente non ne ho mai neanche minimamente approfittato”. Morla, oggi nel mirino globale, lo ha incontrato, racconta “sette o otto volte, tra il 2016 e il 2017 a Napoli e a Roma”.
In quelle occasioni, chiarisce, non ha notato niente di allarmante, “a quei tempi non era evidentemente entrato a gamba tesa nella vita e negli affari di Diego”. Dei tanti marchi maradoniani registrati da Morla a nome suo, ha saputo, chiarisce, solo recentemente. Quel che è certo, ribadisce, è che da almeno tre anni aveva difficoltà a parlare con Diego: “Quando lo chiamavo il telefono squillava a vuoto, oppure qualcuno del suo entourage mi rispondeva che non c’era”.
Degli appuntamenti in tribunale del 2021 ricorda, era riuscito a informarlo solo attraverso dei messaggi WhatsApp. Sulle cause della morte del campione, Pisani si dice sicuro che non abbia niente a che fare con la cocaina: “La droga non c'entra nulla con la scomparsa di Diego, prendeva psicofarmaci ma non faceva più uso di cocaina da molti anni. La situazione è molto più chiara di quello che può sembrare, c'è stata negligenza, i medici dovranno assumersi le loro responsabilità”.