AGI - Le lacrime di centinaia di migliaia di argentini hanno accompagnato Diego Armando Maradona nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Jardin de Bella Vista, dove il campione riposerà vicino ai suoi genitori. Già in migliaia si erano messi in fila dalla notte scorsa per poter visitare la camera ardente allestita nella Casa Rosada, sede del governo di Buenos Aires, un onore che finora era stato riservato solo a un altro sportivo, Juan Manuel Fangio, cinque volte campione del mondo di Formula 1.
Un'ondata di commozione che è sfociata in disordini quando la polizia ha chiuso l'accesso alla Plaza de Mayo, bloccando chi era giunto troppo in ritardo per entrare nella cappella, la cui chiusura era stata inizialmente fissata alle ore 16, le 20 italiane, per poi venire posticipata nel tentativo di contenere i tumulti.
La salma è arrivata alla Casa Rosada all'una di notte, alla presenza dei familiari e di pochi intimi, per una cerimonia privata alla quale hanno partecipato l'ex moglie Claudia Villafane, con le figlie Giannina e Dalma, e l'ex compagna Veronica Ojeda con il figlio Diego Fernando. Presente anche l'altra figlia Jana, mentre era assente Diego Junior, ricoverato in Italia per coronavirus.
Di seguito sono entrati i giocatori della nazionale argentina che vinse i Mondiali del 1986 e altre stelle del calcio. Jorge Burruchuaga, Javier Mascherano, Carlos Tevez, Gabriel Heinze e Maxi Rodriguez sono alcuni dei nomi illustri che hanno partecipato alla veglia. Solo nella tarda mattinata sono giunte le autorità, a partire dal presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez.
All'apertura della camera ardente, alle 6 e 17 locali, si sono verificati i primi disordini e una persona è rimasta ferita. Un gruppo di tifosi ha riempito la piazza spingendo per entrare, portando la polizia a montare un imponente cordone di sicurezza. La situazione è però tornata presto alla normalità. La folla oceanica che gremiva la vicina Avenida 9 de Julio, tra pianti e canti, si è messa in fila per deporre un fiore, una sciarpa o un pallone vicino alla bara del Pibe de Oro, avvolta nella bandiera nazionale.
I tumulti sono iniziati nel primo pomeriggio, quando la polizia aveva cominciato a chiudere l'accesso alla piazza. Tra le migliaia di persone deluse per essere costrette a restare fuori, alcuni gruppi hanno provato a forzare il blocco, bersagliando con sassi e bottiglie gli agenti, che hanno risposto con idranti, lacrimogeni e pallottole di gomma.
Dopo una faticosa trattativa con la famiglia del campione, il governo ha prorogato alle 22 italiane la chiusura della camera ardente. I disordini sono però continuati e la Casa Rosada è stata presa d'assedio, portando il presidente Fernandez ad affacciarsi per chiedere alla folla di calmarsi. Almeno nove persone sono state arrestate e alcuni tifosi sono rimasti feriti negli scontri con le forze dell'ordine.
Un'ora prima della partenza del corteo, la bara è stata spostata in un'altra sala ed è stata aperta per consentire a Claudia Villafane e alle figlie del campione di dare l'ultimo saluto a Diego. Alle 22 il carro funebre, con un'imponente scorta, ha attraversato a gran velocità la Avenida 9 de Julio, dove decine di migliaia di persone attendevano il feretro, per poi dirigersi sull'autostrada 25 de Mayo e infine al cimitero, dove Maradona sarà inumato alla presenza dei soli familiari. Mentre il corteo passava, in mezzo al fragore delle trombette, dalle finestre, dalle terrazze, dai ponti e dalle auto in corsa hanno continuato a piovere fiori.