AGI - Pareggiano Lazio-Juve e Atalanta-Inter, che non vanno oltre l'1 a 1. Pari anche Milan-Verona, 2-2. E ne approfitta la Roma di Fonseca, che priva di Dzeko scopre Mkhitaryan come goleador: l'attaccante armeno con una tripletta espugna il Marassi. I giallorossi volano al terzo posto alle spalle di Milan e Sassuolo. In serata, al Napoli basta un gol di Osimhen per battere il Bologna 1-0 e agganciare i giallorossi.
La classifica di A vede il Milan primo a quota 17, alle sue spalle c'è il Sassuolo a 15, quindi Roma e Napoli a 14. E poi, Juve e Atalanta a 13, Inter e Verona a 12.
A Roma, la Lazio si salva all'ultimo secondo con un gol di Caicedo, che al 95' rimonta la Juve, in vantaggio con Cristiano Ronaldo. Finisce in parità anche l’altro big match di giornata tra Atalanta e Inter, che al Gewiss Stadium impattano sull’1-1 con il nerazzurro Vidal che spreca una grande occasione per segnare il gol partita. Termina senza reti lo scontro di bassa classifica tra Torino e Crotone, che si prendono un punto a testa che serve relativamente a poco a entrambe.
Tripletta Mkhitaryan, la Roma batte il Genoa 3-1
Nel nome di Mkhitaryan la Roma espugna Marassi e vola al terzo posto della classifica alle spalle di Milan e Sassuolo. Battuto il Genoa 3-1 con la tripletta dell’armeno, ai primi sigilli stagionali; inutile il momentaneo pareggio rossoblu di Pjaca. Grifone che resta terzultimo in graduatoria. I giallorossi fanno ampiamente la partita per tutto il primo tempo, sfiorando il vantaggio già al 19’ con una conclusione mancina da fuori di Mkhitaryan, toccata da Perin e respinta dalla traversa.
Nonostante tanti tiri verso la porta, non sembra trovare altri sbocchi la squadra di Fonseca, che si fa rivedere pericolosamente solo al 43’, quando Mkhitaryan (il più attivo) serve una gran palla a Borja Mayoral, che però la cicca sprecando un’ottima chance. Proprio a pochi secondi dall’intervallo, ci pensa lo stesso Mkhitaryan a firmare il vantaggio con un colpo di testa su corner di Veretout.
Ad inizio ripresa, però, il Genoa riesce a rimettere tutto in equilibrio alla prima vera occasione: Scammaca serve Pjaca che scappa alla difesa e davanti a Pau Lopez non sbaglia l’1-1. Sembra cambiare improvvisamente volto la gara, ma al 67’ risale in cattedra Mkhitaryan che servito da un ottimo assist di Bruno Peres, non sbaglia il 2-1 davanti a Perin.
Nel finale l’armeno trova il tempo di siglare la tripletta personale che chiude i conti sul 3-1, prima che a Destro venga annullato giustamente il 3-2 per fuorigioco.
Caicedo salva la Lazio al 95’, con la Juve è 1-1
Ancora una volta, ormai quasi inspiegabilmente, Caicedo salva la Lazio in pieno recupero. Gelata la Juventus quando ormai i bianconeri avevano i 3 punti in tasca. Ma con l’attaccante biancoceleste in agguato non è mai finita finché l’arbitro non fischia. Termina 1-1, con la rete ospite di Ronaldo che non basta.
La squadra di Pirlo non riesce così ad agguantare il secondo posto, mentre i biancocelesti con tanto cuore si salvano dalla terza sconfitta stagionale. Basta un quarto d’ora ai bianconeri per mettere subito in discesa la gara: segna il solito Ronaldo ma fa praticamente tutto Cuadrado, bravissimo a far partire l’azione e a rifinirla con l’assist per il portoghese.
La formazione capitolina non sembra accusare il colpo e tenta di rialzare immediatamente la testa, sfiorando il pari al 21’ con la sponda aerea di Milinkovic sulla quale Muriqi, da due passi, non arriva di un soffio. Nel finale di primo tempo la Juve va per due volte ad un passo dal raddoppio ancora con Ronaldo, che prima colpisce un palo clamoroso dal limite, poi si vede respingere da Reina una punizione molto potente.
Nella ripresa Inzaghi prova a cambiare le carte in tavola inserendo Caicedo e Lazzari (al rientro dopo i problemi delle ultime settimane), ma le migliori occasioni continuano ad averle gli ospiti soprattutto in situazioni di ripartenza, mai sfruttate a dovere.
La Lazio così resta in gara fino all’ultimo e con il cuore tenta i disperati assalti alla ricerca del pareggio, che arriva come di consueto al 95’ con la firma del panterone Caicedo che regala un punto insperato ai biancocelesti.
Miranchuk risponde a Lautaro, Atalanta-Inter 1-1
Finisce in parità anche l’altro big match di giornata tra Atalanta e Inter, che al Gewiss Stadium impattano sull’1-1. Al vantaggio di Lautaro Martinez risponde nel finale Miranchuk, al primo sigillo assoluto in Serie A.
Un punto ciascuno che serve a poco per le formazioni di Gasperini e Conte, che restano momentaneamente quinta e sesta in classifica, in attesa di Napoli e Verona che vincendo potrebbero sorpassarle. Ritmi altissimi e diverse potenziali occasioni da una parte e dall’altra nelle fasi iniziali del match, che vede le due formazioni affrontarsi a viso aperto senza troppi timori.
Handanovic sventa in tuffo un tiro cross insidioso di Freuler, Lautaro non inquadra la porta in girata, poi Malinovsky spreca un’ottima chance sparando in curva dopo un assist di Gomez. Sull’altro fronte invece pericolosissimo Vidal con un colpo di testa alto di un soffio.
Nella ripresa, al 58’, sale in cattedra il ‘toro’ Martinez che incorna alla perfezione il cross di Young e realizza l’1-0 dell’Inter, sbloccando il risultato. La Dea non riesce a reagire e qualche istante più tardi rischia d’incassare il raddoppio, ma prima Vidal e poi Barella si lasciano ipnotizzare da Sportiello. L’Atalanta non molla e ad una decina di minuti dal 90’ trova l’1-1 con il neo entrato Miranchuk, che si destreggia al limite e lascia partire un diagonale mancino mortifero per Handanovic.
Nel finale succede di tutto con le due squadre alla ricerca del gol vittoria, ma prima del triplice fischio il risultato non cambia più.
Reti bianche tra Torino e Crotone
Termina senza reti lo scontro di bassa classifica tra Torino e Crotone, che si prendono un punto a testa che serve relativamente a poco ad entrambe. Davvero poche le emozioni all’Olimpico con il match che fa una fatica enorme a decollare nel primo tempo, con il gioco che ristagna perlopiù a centrocampo senza che nessuna delle due formazioni riesca a creare il minimo pericolo alla difesa avversaria. Forse leggermente meglio i calabresi in quanto a convinzione, con Pereira che proprio a ridosso dell’intervallo chiama Sirigu alla risposta con un mancino da fuori.
Nella ripresa il copione della gara si scosta di poco da quello dei primi 45’, con la gara che si accende solo nel finale: all’83’ il Torino colpisce un palo abbastanza casualmente, con un cross di Gojak deviato che si stampa sul legno. In pieno recupero ci prova anche Bonazzoli, che mette fuori di un nulla anche a causa di una deviazione della difesa. Al triplice fischio il risultato non cambia.
Napoli batte Bologna 1-0 e aggancia Roma
Al Napoli basta un gol di Osimhen per espugnare Bologna 1-0 e salire al terzo posto della classifica, a pari punti con la Roma. La squadra di Gattuso rialza subito la testa dopo il ko con il Sassuolo, lanciando un chiarissimo segnale a tutte le pretendenti dei piani più alti. Quinta sconfitta invece per la formazione di Mihajlovic, che fa un altro passo indietro dopo il successo interno con il Cagliari.
I partenopei provano subito a fare la partita costruendo trame interessanti alla ricerca del vantaggio, che troveranno soltanto al 23’ grazie alla capocciata di Osimhen, che non può sbagliare da pochi passi sull’ottimo cross di Lozano. Troppo timida la reazione degli emiliani, che provano a spaventare Ospina ma con scarsi risultati. A ridosso dell’intervallo, invece, Insigne avrebbe sul destro la palla del raddoppio, ma calcia male spedendo sul fondo.
Raddoppio partenopeo che arriverebbe comunque ad inizio ripresa con la zampata di Koulibaly, ma un precedente tocco di mano di Osimhen vizia l’azione e induce l’arbitro ad annullare dopo un consulto al Var.
Il Bologna resta in partita nonostante faccia fatica a creare occasioni, e soltanto nel finale ha una triplice clamorosa chance per pareggiarla: Orsolini si fa murare da Ospina, Hysaj si immola sulla ribattuta di Palacio, poi lo stesso Orsolini non riesce a spingere in rete da pochi centimetri una palla calciata male da Svanberg. Nel recupero i rossoblu tentano anche gli ultimi disperati assalti ma non basta, il Napoli fa festa al Dall’Ara.
Il Milan si salva al 93’, con il Verona finisce 2-2
Il Milan si salva in extremis da quella che sarebbe stata la prima sconfitta in campionato, acciuffando il Verona sul 2-2 in pieno recupero. Ci pensa Ibrahimovic (dopo aver sbagliato un rigore) a regalare un punto quasi insperato ai rossoneri, lasciando tanto amaro in bocca ai gialloblu, vicinissimi ad un vero e proprio colpaccio esterno. Non basta un doppio vantaggio alla squadra di Juric, che stava già assaporando il terzo posto alla pari di Napoli e Roma. Pioli resta sempre primo a +2 sul Sassuolo.
Passano appena 6 giri d’orologio e a sorpresa gli scaligeri colpiscono a freddo i padroni di casa: Ceccherini stacca da corner centrando la traversa, la palla resta lì e Barak è il più lesto di tutti a spingerla in rete per il vantaggio ospite.
La squadra di Pioli prova a reagire, ma al 19’ arriva l’incredibile raddoppio gialloblu con la conclusione dal limite di Zaccagni, con però la deviazione decisiva di Calabria. Il Milan però non si abbatte e prima della mezz’ora la riapre grazie al secondo autogol di serata, stavolta nella porta scaligera, con la deviazione di Magnani che manda in rete il tiro di Kessie.
Ad inizio ripresa Dimarco fallisce il tris dell’Hellas, dall’altra parte invece Calhanoglu troverebbe il pareggio se non fosse per una posizione di fuorigioco al momento del tiro (deviato) di Leao. I rossoneri insistono e al 65’ Kessie si conquista il calcio di rigore del possibile 2-2, ma Ibrahimovic calcia clamorosamente alle stelle graziando il Verona e facendo salire a 3 il conto dei penalty sbagliati in stagione.
Al 76’ lo svedese prova a rifarsi, la fortuna però non è dalla sua parte visto che colpisce un incredibile incrocio dei pali con un colpo di testa da corner. Nel finale succede di tutto: viene annullato un gol a Calabria per una mano precedente di Ibrahimovic, poi ci pensa proprio lo svedese a riscattarsi firmando il 2-2 definitivo che salva il Milan da una possibile sconfitta beffarda.