L unedì sera Alireza Beiranvand, portiere della nazionale iraniana, ha parato un calcio di rigore a Cristiano Ronaldo, considerato notoriamente insieme a Lionel Messi il più forte calciatore del mondo. Beiranvand, 25 anni da compiere, difende i pali della formazione iraniana del Persepolis e non è noto al grande pubblico di calcio, ma dopo aver parato il rigore a Cristiano Ronaldo un po' lo è diventato. La sua storia merita di essere raccontata, perché è molto diversa da quella della maggior parte dei portieri presenti in questo mondiale di calcio.
Beiravand è nato a Sarabias, nella provincia del Lorestan, nell’Iran occidentale, da una famiglia nomade che girava di luogo in luogo in cerca di praterie dove far pascolare le proprie pecore. Alireza era il figlio maggiore e fin da piccolo aiutò i suoi genitori in questo lavoro, giocando a calcio nel tempo libero con i suoi amici. Quando non tiravano calci a un pallone, giocavano a Dal Paran, un gioco locale in cui si lanciano pietre, che apparentemente non ha nulla a che fare con il calcio ma che, nel tempo, avrebbe aiutato Beiranvand.
Quando Alireza compì 12 anni, la sua famiglia si stabilì a Sarabias, dove iniziò ad allenarsi con una squadra di calcio locale. Inizialmente giocava come attaccante, finché il portiere non si fece male e decisero di rimpiazzarlo proprio con Beiranvand, che si scoprì particolarmente portato per stare in mezzo ai pali. Nonostante la passione e il talento per il calcio, il padre di Alireza, Morteza Beiranvand, non riteneva che il calcio potesse essere un lavoro e preferiva che il figlio fosse un pastore. Contrariato dalla volontà del figlio di portare avanti la carriera calcistica, arrivò addirittura a strappargli la maglia e i guanti, tanto che per diverse partite dovette giocare a mani nude.
Fu così che Beiranvand decise di lasciare il suo villaggio e fuggire a Teheran, sperando di trovare un ingaggio in un club della capitale. Notato da un allenatore, Alireza iniziò ad allenarsi in prova, ma non avendo i soldi per pagarsi un alloggio dormiva per strada: l’allenatore Hossein Feiz decise allora di dargli un’opportunità, chiedendo a un compagno di squadra di ospitarlo in modo da non essere costretto a dormire per strada e facendolo lavorare in una fabbrica di prodotti di abbigliamento di proprietà del padre di un altro compagno di squadra.
Trovò poi posto per lavorare in un autolavaggio, dove vista la sua altezza -195 centimetri - si specializzò nel lavare i SUV. Fu così che arrivò un giorno Ali Daei, leggenda del calcio iraniano, per farsi pulire l’auto. I colleghi di Berinvand lo incoraggiarono a parlare con lo storico centravanti e raccontargli la sua situazione, ma lui non lo fece, perché si vergognava.
Dopo poco tempo il portiere andò a giocare presso il Naft-e-Teheran, una squadra locale. Inizialmente dormì in una sala di preghiera, ma non potendovi rimanere dopo un po’ dovette trovare un altro lavoro che gli permettesse di pagare un posto dove dormire, e iniziò a lavorare in una pizzeria, per poi andare a pulire le strade. Dopo un infortunio, sembrava destinato a lasciare il Naft, ma a sorpresa fu convocato dalla nazionale iraniana under 23 e divenne il portiere titolare della sua squadra.
Oltre tutto, la sua esperienza maturata da giovane nello sport tradizionale del Dal Paran, in cui si lanciavano sassi, lo ha reso capace di lanciare la palla più lontano della maggior parte dei portieri. Nel 2014 un suo rilancio con le mani contro il Tractor Sazi fece arrivare la palla a ben 70 metri dal punto di lancio, facendogli conquistare una grande notorietà anche a livello internazionale. Nel 2015 divenne poi il portiere della nazionale e, dopo aver contribuito alla qualificazione dell’Iran a Russia 2018, è sbarcato al prestigioso torneo dove ha mostrato notevoli doti, arrivando a parare un rigore a Cristiano Ronaldo.