R oma - L'allenatore dell'Inter Roberto Mancini e' stato assolto dall'accusa di bancarotta perche' il fatto non costituisce reato. Lo ha deciso il gup Paola Della Monica che ha rinviato a giudizio il costruttore Marco Mezzaroma e condannato a 3 anni di reclusione l'avvocato Stefano Gagliardi che, con il tecnico nerazzurro, aveva chiesto il giudizio abbreviato. Il processo in tribunale per Mezzaroma e un altro imputato, Umberto Lorenzini, coinvolto nella vicenda come prestanome, avra' inizio il prossimo 15 novembre davanti alla nona sezione del tribunale.
Al centro della vicenda, riferita al periodo 2006-2009, il dissesto finanziario, per quasi due milioni di euro, della 'Img Costruzioni', societa' immobiliare fallita il 24 gennaio del 2013. Dalle indagini di Fava era emerso un ruolo indiretto di Mancini che non aveva alcuna quota della societa' fallita, bensi' della societa' 'Mastro' un'azienda specializzata nel campo delle costruzioni. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, una fetta di denaro sparita dai bilanci della 'Img' nel 2006 sarebbe stata distratta dagli indagati attraverso un giro di fatturazioni nate da operazioni fittizie. Successivamente la 'Mastro' avrebbe versato circa 838 mila euro alla 'Img', ma questi soldi sono rimasti per pochissimo tempo nelle casse della societa' in dissesto per ritornare nelle tasche di chi li aveva versati.
"Sono contento di questa assoluzione": così Mancini ha commentato la sentenza al telefono con il suo difensore, l'avvocato Carlo Longari. L'ex calciatore biancoceleste, che aveva assistito alla richiesta di condanna a tre anni e mezzo avanzata dal pubblico ministero per concorso in bancarotta, non era in aula quando il giudice ha letto il suo provvedimento. "Il fatto che sia stato assolto perche' il fatto non costituisce reato - ha spiegato l'avvocato Longari - significa che non era a conoscenza dell'operazione ritenuta illecita dalla Procura". (AGI) .