AGI - "È una serie scritta prima di 'Strappare lungo i bordi', che non ho fatto semplicemente perché mi sono reso conto che non ero capace. Mi sono reso conto che non ce la facevo a fare una serie con un respiro lungo, orizzontale, come primo esperimento. Ho capito i miei limiti".
Lo dice Michele Rech (Zerocalcare) parlando di 'Questo mondo non mi renderà cattivo', la sua nuova serie animata su Netflix, durante la conferenza stampa all'ex Mattatoio di Roma dove ci sarà una grande festa per il debutto della serie tv.
"'Strappare lungo i bordi' ha introdotto alcuni personaggi e ora è più facile per me svilupparli", aggiunge ammettendo che questa nuova serie "oltre a essere più complessa per il formato è di certo anche più divisiva per i temi politici trattati". Ma da parte sua Zerocalcare nega di voler alimentare polemiche. "Non ho mai fatto provocazioni (a parte una volta con una 'sanguinosa' vignetta disegnata quando avevo 17 anni) - spiega - io dico le cose nel modo in cui le penso, nella maniera più diretta e non ho mai cercato di attizzare polemiche per cercare visibilità".
Storia di un ritorno a casa
In sei episodi da mezz'ora l'uno Zerocalcare racconta il ritorno nel suo quartiere di Cesare, un suo vecchio amico, che rientra dopo diversi anni di assenza e fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo.
Il tema della politica entra prepotente nella serie che si confronta con la rabbia popolare cavalcata dalla destra più estrema ("nazisti" perché dire "fascisti" oggi sembra aver perso la sua accezione negativa: "Oggi non è più un ostacolo essere fascista, non ne sono contento pero' mi sembra del tutto evidente", commenta sconsolato il fumettista) legata alla questione degli immigrati.
La difficoltà di restare se stessi
"Non ritengo che chiunque abbia dubbi sulla modalità di accoglienza dei migranti sia nazista - precisa in conferenza il fumettista - ma cerco di fare una grossa distinzione tra persone che vivono sulla loro pelle una serie di disagi, come Cesare, che trovano o credono in soluzioni per me non condivisibili ma per loro sì, e chi fa speculazione politica su questo fatto e strumentalizza queste persone per loro tornaconto personale". 'Questo mondo non mi renderà cattivo' racconta la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita.
Il titolo stesso della serie rappresenta una sorta di mantra, una frase che lo stesso Zerocalcare si ripete, quasi per auto-convincersi, nei momenti più difficili, quelli in cui diventa più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri ideali pur di togliersi dai guai.
Il titolo, racconta il fumettista, "nasce da una canzone di Path, cantautore di Anguillara. Non si deve intendere a me, prima persona singolare, perchè sono tanti i personaggi che sono messi alla prova in questa serie - spiega - è un auspicio rispetto a quello che abbiamo intorno: questa serie racconta sia chi cade nella tentazione di dire 'si salvi chi puo'!' cercando di scappare sgomitando e passando sopra gli altri nei momenti di crisi e chi invece non lo fa".
Come nella prima serie il protagonista è Michele Rech, Zerocalcare, che racconta un momento della sua vita con i suoi amici e i loro genitori (quasi tutti rigorosamente doppiati dallo stesso fumettista, a parte l'armadillo-Valerio Mastandrea e un altro personaggio doppiato da un noto attore riconoscibilissimo).
"Io non so se sono diventato cattivo in questi anni, ma come quasi tutti negli ultimi dieci anni ho dovuto fare scelte, compromessi, scivoloni penso di aver ferito delle persone per cui è complicato dire se sono diventato cattivo. La serie come suggestione prova a dare risposte collettive ai problemi, cerca di partire dall'idea di non lasciare indietro nessuno e anche quando le risposte collettive servono anche a quelli che in quel momento stanno bene: se stai bene da solo e intorno a te stanno male, prima o poi ti verranno a chiedere qualcosa".