AGI - "L'intelligenza della piattaforma Disney è che si fa prendere in giro e graffiare in casa sua". L'essenza di 'Boris 4', l'attesissima quarta stagione della serie cult nata nel 2007 e che da troppi anni aveva lasciato in crisi d'astinenza i suoi seguaci sta nella sintesi consegnata in conferenza stampa da Francesco Pannofino, il mitico regista Renè Ferretti. Presentata alla stampa alla Festa del cinema (una proiezione accompagnata da applausi e risate) e in scena per il pubblico domani, 'Boris 4' sara' disponibile dal 26 ottobre su Disney+ con tutti gli otto episodi da trenta minuti prodotti con The Apartment, Fremantle.
A dodici anni dalla terza stagione, scritta e diretta da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, la quarta archivia l'ambientazione della tv generalista (che andava in scena però su Fox) e, in casa Disney, vira su una satira spietata alle regole delle piattaforme, ai dogmi degli algoritmi, del politically correct, dei codici comportamentali.
Renè e compagni lavorano per una piattaforma globale, agli ordini della manager Allison con cui dialogano solo via Zoom, in attesa spasmodica del "lock" il via libera dell'algoritmo alla sceneggiatura. Stavolta non mettono in scena 'Gli occhi del cuore' ma 'Vita di Gesù', da un'idea di Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti con parrucca) che non solo vestirà, da cinquantenne, i panni del protagonista, notoriamente morto a 33 anni ma anche quelli di produttore, con la sua SNIP (So Not Italian Production) che ha fondato con Corinna, che da qualche anno è anche sua moglie.
Vita di Gesù
La scrittura di 'Vita di Gesù' è stata affidata ai soliti tre sceneggiatori (Valerio Aprea è lo spirito del compianto Mattia Torre, che continua comunque ad avere l'ultima parola). Coproduttore e organizzatore è Lopez (Antonio Catania), che, in pensione dalla rete generalista, si è reinventato produttore con la sua QQQ (Qualità, Qualità, Qualità).
L'occasione da non lasciarsi sfuggire è che la piattaforma europea più importante sta seriamente prendendo in considerazione il progetto ma, prima del via libera definitivo, serve l'approvazione delle sceneggiature (il "lock") da parte dell'algoritmo.
I due primi episodi
I primi due episodi presentati alla stampa si intitolano 'Gli ultimi saranno i primi' e, molto felicemente, 'Cana maledetta': nel primo Stanis nelle vesti di protagonista e produttore e affida la scrittura ai tre sceneggiatori: ne esce fuori un'impepata di cozze in salsa biblica. L'idea viene presa in considerazione da Allison, la responsabile della potente piattaforma. Ma per farsi finanziare il progetto servono sceneggiature approvate e un rigido codice comportamentale sul set.
Stanis e Lopez, fiduciosi, hanno già riunito tutta la troupe de 'Gli occhi del cuore', eccetto Alessandro che da schiavo stagista qual era e' diventato il potente referente italico della piattaforma. Nel secondo episodio le rigide politiche della piattaforma sui comportamenti da tenere sul set colgono impreparata la troupe. La sgangherata presenza delle comparse calabresi non aiuta di certo a distendere l'atmosfera, tanto meno Renè e Stanis che vogliono fare fuori a tutti i costi Corinna. Come se non bastasse, per l'approvazione finale del progetto, bisogna trovare il modo di inserire ne 'La vita di Gesù' l'inevitabile teen story che tanto piace alle piattaforme.
La 'presenza' di Mattia Torre
"Abbiamo gattopardescamente cambiato tutto per non cambiare niente: Alessandro è diventato il potente manager italiano della piattaforma ma rimane comunque uno schiavo, Corinna e Stanis si sono sposati ma continuano a odiarsi". Così Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, sceneggiatori e registi di 'Boris 4' hanno spiegato le novità della quarta stagione.
"Dovevamo reinventare la vicenda e abbiamo capito che 'Boris' non poteva evitare di parlare di piattaforme televisive e il gruppo di personaggi è stato trasformato perché il mondo era radicalmente cambiato rispetto alle prime tre stagioni".
La quarta stagione è senza Mattia Torre, scomparso prematuramente tre anni anni fa (e se ne è andata anche Roberta Fiorentini, la Itala del gruppo, omaggiata con un funerale come sarebbe piaciuto a lei nel primo episodio).
Ma Torre, hanno spiegato, in fondo c'è anche nella quarta stagione e non solo perché è interpretato da Valerio Aprea (come se fosse dietro un sipario trasparente durante i momenti creativi): "L'idea di rappresentarlo è stata del produttore Lorenzo Mieli, una premessa che ci ha fatto decidere che Boris 4 si poteva fare. E comunque ci è sempre sembrato che Mattia fosse sempre con noi. Tre stagioni e un film hanno prodotto infiniti giorni di cazzeggio a tre, avevamo un istinto che è rimasto anche in Boris 4". Ci sarà una quinta stagione? "Dipende da come andrà questa".