AGI - La semifinale di X-Factor si presenta come colpo di coda di un’edizione che si sta rivelando piuttosto fiacca; pochi personaggi davvero forti nel cast, una giuria che per certi versi potrebbe anche essere azzeccata ma che non regala gioie al pubblico a casa, pervasa da un perbenismo che ammacca gravemente l’efficacia della drammaturgia del format.
Tutto va sempre benissimo, tutto commuove, strappa un applauso, un rassicurante dito all’insù, ma nelle chart specializzate, al momento, per dire, degli inediti proposti quest’anno dai concorrenti del talent nessuna traccia. A questo punto l’idea, in semifinale, giovedì sera in diretta su SkyUno alle 21,15, di dedicare una manche dello show ai duetti risulta vincente, potrebbe fornire linfa vitale.
Soprattutto perché le scelte operate dalla produzione parrebbero tutte particolarmente azzeccate. Baltimora, il producer che porta sul volto le cicatrici di un melodramma in corso, canterà accanto a Fulminacci, che è uno dei cantautori della nuova generazione indie certamente più preparato, una penna stratosferica attorno alla quale si sono sprecati i paragoni (giusto per aggiungerci al coro, il nostro fin dal primo ascolto è Daniele Silvestri); i due canteranno “Resistenza”, brano estratto dall'album “La vita veramente”, che è valso a Fulminacci la Targa Tenco come migliore opera prima nel 2019.
Sarà interessante ascoltare i Bengala Fire, unica band rimasta in gara, finalmente alle prese con un brano in italiano, loro che hanno portato a X-Factor un pezzo di Manchester; duetteranno sulle note della meravigliosa “Del tempo che passa la felicità” con Motta, altro protagonista della rivoluzione indie, cantautore raffinato, ricercato, anche lui pluripremiato al Tenco.
L’abbinamento più azzeccato della serata, a naso, sembrerebbe quello tra Erio e La Rappresentante di Lista; non solo perché Erio è certamente il più “pronto” tra gli artisti rimasti in gara a proporre qualcosa di valido dal punto di vista discografico, ma anche perché La Rappresentante di Lista si incastra perfettamente in quell’immaginario etereo, ma solido dal punto di vista autorale, proposto dal ragazzo del team di Manuel Agnelli. Insieme canteranno “Amare”, il brano portato in gara da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina all’ultima edizione del Festival di Sanremo.
Più telefonato il duetto tra Fellow e il britannico Benjamin Clementine, una stima pubblicamente espressa sui social già da settimane unisce i due; chissà se la scelta di giocare in casa, di riconfermare i propri limiti a un determinato timbro ed un determinato contesto musicale, faranno gioco al ragazzo, che dovrà preparare “I Won’t Complain”.
Il duetto che tutti aspetteranno con ansia è invece quello che mette insieme gIANMARIA e Samuele Bersani; il ragazzo buca lo schermo, nonostante l’utilizzo della sola vocale “o” riduca sensibilmente, tipo al 50%, la comprensione di ciò che dice e canta. Nonostante si sia azzardato a riscrivere strofe di alcuni dei brani più intensi della discografia italiana, rimbalzando su autori fondamentali come Vasco Rossi, Lucio Dalla, Francesco De Gregori e Rino Gaetano con risultati alterni (il più delle volte, bisogna ammetterlo, oggettivamente scadenti, ai limiti dell’offensivo), funziona benissimo, propone uno stile che non sarà proprio cantautorale, adulto, ma perlomeno ne giustifica la presenza in un cast che proprio nell’anno dell’abbattimento dei muri di genere (che ha portato alla presenza di sole due donne tra i concorrenti, quindi non un successone), delle restrizioni, dei recinti, dei muri, risulta forse il meno intrigante di sempre.
Samuele Bersani non ha di certo bisogno di grosse presentazioni, ha già scritto il proprio nome nella storia del cantautorato italiano, nel 2020, sette anni dopo l’ultimo disco, ha presentato “Cinema Samuele”, un capolavoro inattaccabile, l’ennesimo di una discografia che rappresenta un vero e proprio regalo tra tutti gli amanti della musica là fuori. Insieme a gIANMARIA canteranno “Spaccacuore” e noi incrociamo le dita affinché la presenza accanto a lui dell’autore inibisca la sua volontà di sostituire strofe proprie a quelle del brano originale.
In seconda manche i concorrenti torneranno alle cover assegnate dai giudici: Baltimora proporrà una sua versione di “Altrove” di Morgan, probabilmente giocando ancora una volta con le proprie capacità di producer; i Bengala Fire proveranno a unire due epoche musicali creando un mash-up di due super hit rock: “Sunny Afternoon”, brano strepitoso dei The Kinks del 1967, e “Chelsea Dagger”, pezzo decisamente più contemporaneo (anno domini 2006) dei The Fratellis.
Erio proporrà “Street Spirit (Fade Out)” dei Radiohead, tratto dal loro disco del 1995 “The Bends”, giusto per regalare l’ennesimo momento allegro. Fellow punterà su “Dog Days Are Over” di Florence + The Machine, secondo estratto dal loro applauditissimo album di debutto “Lungs”.
Infine gIANMARIA, su suggerimento della giudice Emma Marrone, come fosse un serial killer che ha preso di mira i pilastri del nostro cantautorato, proporrà una sua versione di “Alexander Platz”, brano scritto da Franco Battiato e portato al successo da Milva, e, bisogna dirlo, già tremiamo.
Al termine di questa manche, i voti ricevuti nel corso dell’intera puntata andranno a stilare una classifica per la quale gli ultimi due andranno al ballottaggio: torneranno quindi davanti ai giudici che saranno chiamati a individuare l’eliminato del sesto Live. Durante la serata Manuel Agnelli presenterà “La profondità degli abissi”, brano in uscita sulle piattaforme digitali da giovedì 2 dicembre e contenuto nella colonna sonora di “Diabolik”, il nuovo film dei Manetti bros.