T assisti, medici di base, baristi, edicolanti e impiegati del supermercato. I protagonisti delle categorie più a contatto con i cambiamenti dei costumi sociali imposti dall’emergenza coronavirus saranno occhi e voci di ‘Italia sì Morning’ nuova versione quotidiana e diurna, al via il 1 giugno, dell’appuntamento del sabato pomeriggio di Marco Liorni.
Con due ore di programma, a partire dalle 10 il conduttore sbarca nella mattina di Raiuno raccogliendo il testimone dall’amica e collega Eleonora Daniele, dopo la naturale conclusione del suo Storie Italiane a fine maggio, pochi giorni prima di diventare mamma. “Abbiamo l’ambizione di raccontare le conseguenze esistenziali della nuova realtà con uno sguardo costruttivo sul presente e sul futuro - spiega all’Agi Liorni - per questo abbiamo puntato sulle categorie professionali che hanno un punto di osservazione privilegiato. Ci saranno ovviamente anche i tradizionali collegamenti giornalistici sui fatti del giorno, le interviste ai personaggi di spettacolo e gli approfondimenti. Ma tassisti and Co, spiega Liorni “ci consegneranno, dalle diverse città italiane, le loro esperienze, i loro incontri, le storie e le immagini con cui vengono a contatto ogni giorno”. La cifra stilistica e grafica informa il conduttore, sarà la finestra, che, per quanto riguarda i tassisti diventerà, ovviamente, il finestrino.
Come è nata l’idea della finestra, è un’ispirazione di taglio iperrealista?
“La finestra è stato il punto d’osservazione degli italiani nel periodo del #resto a casa e adesso è diventato il tramite simbolico tra l’interno delle pareti in cui siamo stati rinchiusi e il mondo esterno verso cui ci stiamo cautamente riaffacciando. Le finestre (e le terrazze) sono anche quelle da cui nei due mesi di lockdown sono nate delle storie d’amore che Italia sì morning continuerà a seguire per capire se e come si evolvono”.
Chi ci sarà con lei in studio ?
“Il collaudato gruppo pomeridiano dei cosiddetti “saggi” : Rita Dalla Chiesa, Mauro Coruzzi (Platinette), Elena Santarelli e Manuel Bortuzzo (il nuotatore ventenne, che, vittima di un tragica sparatoria nel febbraio 2019, è rimasto senza l'uso delle gambe ndr). In questi mesi ci ha coraggiosamente insegnato qual è lo spirito giusto per affrontare e fronteggiare una nuova realtà”.
A “Italia sì morning” traslocherà anche il podio dello speaker’s corner, sacrificato dalle urgenze della pandemia nei pomeriggi degli ultimi due mesi?
“Sì, sperando di poterlo riattivare in fretta. Nei due mesi che ci siamo lasciati alle spalle ci siamo trovati a dover riconvertire il programma. Italia sì è nato come spazio di leggerezza del sabato, ma se nel lockdown la domenica ha comunque conservato una connotazione festiva, il sabato è diventato in fretta un giorno come gli altri. Italia sì è diventato quindi un programma attento a quello che il servizio pubblico chiedeva nel momento più tragico della pandemia: abbiamo dato voce ai virologi e agli epidemiologi disinnescando le tante fake news legate al coronavirus, una mission questa, che continuerà anche al mattino. Ma abbiamo raccontato anche le microstorie casalinghe legate al coronaivirus che hanno portato chi era davanti alla tv ad empatizzare”.
Il momento più duro?
“Quando dovevamo riprendere la linea dopo la conferenza stampa delle Protezione civile da cui uscivano cifre tragiche relative a contagi e decessi. Siamo stati attenti a interpellare virologi ed epidemiologi che, senza nascondere la gravità del momento, sapevano porsi con delicatezza,”
I suoi due “Italia sì” del mattino e del sabato pomeriggio andranno avanti fino al 27 giugno poi per lei ci sarà di nuovo il preserale “Reazione a catena”. Come farete, visto il coronavirus ancora incombente, con i concorrenti delle due squadre che si parlano e suggeriscono?
“In omaggio alle regole del distanziamento sociale le postazione dei concorrenti sono state riprogettate”.
L’anno scorso al suo debutto alla guida di un game televisivo, la sua partenza fu paragonata a quella di un diesel…
“E’ vero, perché ingranai dopo una decina di puntate…Rispetto alle ambizioni di racconto sociale dei talk in un programma come 'Reazione a catena' non si cercano le storie, lì devi divertire, saperci fare con la grammatica del gioco e con i vari registri linguistici necessari, e io ci ho messo un po’ ad ambientarmi. Quando, dopo una decina di puntate appunto,mentre andavo a registrare, mi sono reso conto che mi sentivo felice, ho capito che ce l’avevo fatta”.
Dai reality ai talk ai game lei i generi tv li ha frequentati un po’ tutti, dove si trova più a suo agio?
“Proprio perché ne ho frequentati tanti mi trovo molto a mio agio con il mix di generi di Italia sì, ma riscopro la mia parte ludica con Reazione a catena. Però, anche se adesso non ci sto lavorando, la radio resta il primo e grande amore perché, rispetto alla tv, consente un rapporto molto intimo con l’ascoltatore”.
Ha cominciato a 18 anni a Radio Cassia e andava in onda con il nome d’arte di Marco Donati, le mancano quei momenti?
“Sì, ma adesso anche in radio vanno di moda le conduzioni a due di tipo televisivo, mentre secondo me bisogna essere da solo per entrare davvero in contatto con chi ascolta, quasi sussurrandogli all’orecchio”.
Lei è da sempre considerato il conduttore ‘buono’, come usciremo dal coronavirus?
“Mi sono molto ritrovato in quello che ha detto l’ex direttore di Raitre Andrea Vianello, ospite a Italia sì: “Non so se ne usciremo migliori ma più forti sì”.