V ederlo al cinema, senza pause e interruzioni, è tutta un’altra cosa. Parliamo di “Fabrizio De André - Principe Libero”, il film dedicato al cantautore genovese, andato in onda su Rai Uno, in due puntate, il 13 e il 14 febbraio.
La pellicola, che molti hanno visto sul grande schermo a gennaio, ha diviso il pubblico. Soprattutto quello della rete. Nonostante il regista, Luca Facchini, abbia lavorato con Dori Ghezzi, storica compagna di De André, per realizzare un’opera che potesse restituire al pubblico un’immagine coerente ed emozionante dell’artista.
Il finale tagliato
Il film, senza darvi degli spoiler, si chiude ricordando l’ultimo grande concerto di De André. Quello fatto insieme alla PFM. Più precisamente ripropone la versione di “Bocca di Rosa” cantata insieme ai figli. Per una questione di tempo, però, la Rai ha deciso di sfumare la performance tagliando i titoli di coda. Incombeva, insomma, l’inizio di “Porta a Porta”. Hanno rimediato così, con un tweet e una clip.
L’anarchia e la censura politica
Siamo alla vigilia di elezioni molto sentite e alcuni utenti hanno suggerito che la sceneggiatura avesse, un po’ maliziosamente, dimenticato alcune posizioni molto precise di Faber. Dietrologismo e complottiamo della peggior specie.
L’uomo o la musica?
Il film si concentra soprattutto sull’uomo De André. E sul suo rapporto con la famiglia, l’amore, Genova e la Sardegna. A molti, però, è mancata la componente creativa e musicale. (Ma quanto sarebbe durato il film se non si fossero fatte scelte precise a riguardo?)
Deludente e fastidioso (per chi lo conosce a fondo)
Le critiche arrivano soprattutto da chi conosce profondamente l’opera di Fabrizio De André. Chi non ne ha solo un ricordo ma ha dedicato tempo per capire l’uomo e la poetica.
Un film su Dori?
C’è anche chi ha denunciato il fatto che l’impronta di Dori non solo sia evidente nella costruzione dell’opera ma sia oltremodo ingombrante.
Ma quanto fuma?
Troppe sigarette e troppo alcol. Molti tweet hanno parlato di un cattivo esempio che non è stato abbastanza rimarcato e che è costato molto a De André.
L’accento di Marinelli
Un romano che interpreta un genovese. Non è piaciuto a tutti. Nonostante De André parlasse, cantasse e raccontasse storie fondendo linguaggi e dialetti. Sono in pochi, però, quelli a cui Marinelli non è piaciuto: per il coraggio di interpretare un ruolo difficilissimo, per aver cantato in maniera così convincente, per aver restituito un po’ del cantautore a tutti noi. Insomma, la questione dell’accento è davvero poca cosa.
Ed è la stessa Dori Ghezzi a sottolinearne la bravura.
E a voi? È piaciuto?