A rtisticamente è stato un successo. Politicamente, un disastro. L'idea del regista Leo Muscato di aprire il Maggio Fiorentino con una Carmen in cui l'eroina di Bizet non muore accoltellata da Don Jose, ma lo uccide a pistolettate non è piaciuta veramente a nessuno se non al sindaco di Firenze, Dario Nardella, che è prontamente stato travolto da una salva di fischi ancora più violenti di quelli partiti dalla platea del teatro.
Una situazione paradossale, come racconta il Corriere, perché cantanti e musicisti sono stati applauditi con calore, mentre l'allestimento - ambientazione in un campo rom e finale rivisitato - ha creato un'ondata di indignazione che è sconfinata sui social e ha trovato eco sui giornali.
In scena il fato ci ha messo del suo: la pistola si è inceppata proprio nel momento clou, quando Carmen, sovvertendo il libretto, doveva prendersi una storica rivincita su milioni di volte in cui è finita ammazzata. Così Don Jose è venuto giù morto stecchito da un colpo sparato - quantomeno - con il silenziatore. E le risate del pubblico non hanno mancato di sottolinearlo.
Ecco come i giornali hanno commentato la scelta di Muscato sostenuta da Nardella.
"L’idea che si riescano a modificare le pulsioni degli esseri umani semplicemente cambiando i finali delle opere liriche spalanca scenari affascinanti. Trasportata nel magico mondo di Nardella, d’ora in poi la Tosca, invece di precipitare da Castel Sant’Angelo, si limiterà a planare con il paracadute sopra un convegno della Boldrini. E davvero qualcuno vorrebbe ancora vedere versato il sangue innocente della Butterfly? Che sia lei a sgozzare Pinkerton, imperialista americano senza cuore. Per salvare la vita a Manon Lescaut basterà il reddito di cittadinanza. Quanto alla gelida manina di Mimì, ci andrei cauto con la reiterata richiesta di riscaldarla. Si configura il reato di molestie e l’insospettabile Rodolfo, in combutta con Weinstein e Kevin Spacey, rischia di venire arrestato sul palco dalla Buoncostume Democratica".
Massimo Gramellini - Corriere della Sera
"Se l'obiettivo è il politicamente corretto, non si capisce perché Carmen, invece di ribaltare il femminicidio, non si sia rivolta all'avvocato Giulia Bongiorno o perlomeno alle Iene (...) Sono temi così per l'arte. Siccome non sappiamo cambiare il presente, cambiamo il passato, soprattutto il più glorioso. E non solo"
Mattia Feltri - La Stampa
L'ultimo delirio femminista? Cambiare il finale dell'opera Carmen: lei, stravolgendo la storia e la storia della musica, non deve morire. E così è stato: l'opera di Bizet è stata modificata dal regista Leo Muscato. Il finale, dunque: la pistola di Carmen si inceppa, niente sparo e niente morte. La follia è andata in scena all'Opera di Firenze e ha incassato una ridda di fischi dal pubblico. Ma Dario Nardella, super-renziano e sindaco del capoluogo toscano, si è schierato al fianco del regista, compiacendo tutte le Laura Boldrini d'Italia (...) E vi chiedete ancora perché la sinistra non vince mai alle elezioni?
Libero
Pronti a cambiare Giulietta e Romeo per combattere il suicidio, figurarsi nell’Otello per scongiurarne i razzismi ma la vera operazione culturale, sociale ed etica si avrà quando, denunciando la violenza sull’intelligenza, il pur artista Nardella – accompagnato dal suo mentore, Matteo Renzi – avrà meritata assegnazione di ruolo nella celeberrima gag di Carlo Campanini e Walter Chiari dove la battuta è già blasone (nonché password dell’intero Giglio Magico): “Vieni avanti, cretino!”.
Pietrangelo Buttafuoco - Il Foglio