AGI - Il red carpet, i cocktail, le cene placée, i party offerti da produttori e distributori, è anche questo la Festa del Cinema di Roma, che galvanizza la Capitale e ha il suo ombelico al Parco della Musica, con lo struscio dei cacciatori di autografi e di selfie. Tanta eccitazione e tanto glamour quest’anno hanno anche coinvolto alcuni dei più fantasiosi chef che hanno rilanciato o inventato manicaretti ispirati ai divi, ai registi, alle pellicole di culto.
Il primo ad accendere i fornelli, data la cottura lentissima, è stato Gabriele Muro del ristorante “Adelaide”, all’interno dell’Hotel Vilòn - 5 stelle lusso in un’ala di Palazzo Borghese - con un sontuoso ragout napoletano, omaggio al grande cineasta americano Francis Ford Coppola, protagonista della pre-apertura della Festa del Cinema con la proiezione del suo nuovo film, “Megalopolis”. E siccome il regista ha origini partenopee (il nonno nacque all’ombra del Vesuvio), lo chef Muro non si stanca di avviare in questi giorni la cottura al ralenti del ragout, sulla falsariga del sugo che ne “Il Padrino” prepara Clemenza, uno dei due capiregime per Vito Corleone. Quasi un flash back, quello di Muro, di quando a Procida la domenica non si cucinava pesce ma si cominciava di primo mattino a mettere su spuntature, salsiccia, polpetta e braciola napoletana. Così ora eccezionalmente alla tavola di “Adelaide” si potrà ordinare “Candele spezzate con ragout napoletano”.
Nel nuovissimo “Aquamarina” in via dell’Umiltà, si festeggia invece il centenario di Marcello Mastroianni. Il quale, da buon ciociaro, era golosissimo di pasta e fagioli, come ha ricordato anche Sophia Loren in occasione della festa per i novant’anni. Ma siccome ad “Aquamarina” si è nel regno del mare e chef Leggiero sa quanto il baccalà racconti di Roma e delle passioni dei romani, ecco che il piatto speciale in menu fino al 27 ottobre è “Pasta, fagioli e baccalà”. Non solo, visto che si festeggia un centenario, il piatto ha anche il suo cocktail in pairing, il “New York Sour”, a base di Ballantines con top di vino Cesanese.
Chef Boschi, del “Don Pasquale” del Maalot, il bistrot unconventional, vagamente dissacrante e ironico, si è ispirato invece a “La grande abbuffata” di Marco Ferreri (ancora Mastroianni tra i protagonisti, e annoiati dalla vita come lui Ugo Tognazzi, Philippe Noiret e Michel Piccoli). E siccome la pellicola – Premio Fipresci al Festival di Cannes – è del 1973, ecco rivisitato un piatto icona degli Anni Settanta: quello di Boschi quindi è un twist su “Tortellini panna e funghi”, dove i tortelli hanno un ripieno di panna liquida, funghi porcini arrostiti e brodo di funghi.
Fino al 27 ottobre, ecco un piatto super goloso e al tempo stesso molto contemporaneo. Si chiama “Harry ti presento Sally”, pari pari al titolo del cult movie del 1989 che si ricorda anche per una delle scene a tavola più esilaranti: Meg Ryan, la “fidanzata d’America” che nelle vesti di Sally simula l’orgasmo mentre divora un panino al pastrami. Era il Katz’s Delicatessen di New York. Trentacinque anni dopo “Vico Pizza&Vine”, tre spicchi Gambero Rosso, a piazza Rondanini, nel cuore della Capitale, fino alla chiusura della Festa del Cinema in omaggio a una delle commedie romantiche più brillanti lancia un “ripieno” trasgressivo, “Harry ‘mbuttonato”, un murzillo (piccolo calzone) farcito di pastrami, cetriolini in agrodolce e maionese alla senape di Dijgion.
Buona “visione”.