AGI - "Questo è un film totalmente al servizio della realtà". Parola del regista Riccardo Milani (autore di "Come un gatto in tangenziale", "Scusate se esisto", "Corro da te") presentando la sua ultima pellicola a Genova, "Un mondo a parte", con Antonio Albanese e Virginia Raffaele. AGI lo ha incontrato poco prima della proiezione al cinema Corallo, primo dei tre appuntamenti del Circuito Cinema Genova che il regista ha voluto organizzare per salutare il suo pubblico. Sul grande schermo si narra del tentativo di due insegnanti, e di un'intera comunità, di salvare la scuola di un paesino, composta da un'unica pluriclasse, con bambini dai 7 ai 10 anni, nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo.
Perché ha scelto di girare proprio lì?
L'idea del film nasce dalla conoscenza diretta di questi luoghi e di queste persone: conosco questi territori da quasi 50 anni, li frequento e ne ho visto le trasformazioni. Ho visto anche peggiorare alcune condizioni. Recandomi lì un pomeriggio di un giorno feriale, in inverno, sono andato a visitare questa scuola, che sapevo chiusa da molti anni, in un paesino che si chiama Opi e ha 350 abitanti. L'ho vista deserta, vuota, gelida: ho visto una cosa mi ha fatto molto male. Ho scelto di girare lì e per un paio di mesi, ridipinta e rimessa un po' a posto, l'abbiamo rivitalizzata. Nel film non c’è nulla di inventato: è una narrazione totalmente al servizio della realtà.
La scuola è il cuore di questo paesino, attorno al quale si stringe una comunità. È forse qualcosa che facciamo fatica a vedere oggi nei grandi centri urbani?
Comunità è un termine importante e comprenderlo fino in fondo può voler dire avere maggiore consapevolezza di tanti temi del nostro tempo. Questa piccola comunità a me ha insegnato tanto negli anni perché ho visto molta concretezza, essenzialità: si va al cuore delle cose in maniera semplice ed efficace. Poi la comunità è tante cose: è anche abitudini strane, sentimenti non sempre positivi, come l'immobilismo o la rassegnazione. Ma la comunità può insegnare molto. Quella di questo film, inoltre, si è messa in gioco: gran parte del cast è infatti costituito da non attori. Questa comunità ha capito che poteva raccontare se stessa e che con questo film si metteva in luce una realtà poco conosciuta. Noi conosciamo davvero questi piccoli borghi: certo, ci piacciono molto, li esaltiamo, ma avviene dal venerdì alla domenica sera, poi torniamo in città. Quello che racconta il film è cosa avviene dal lunedì al venerdì in questi posti: è il tentativo di raccontare il cuore dell'Italia, cioè la provincia e le difficoltà in cui si riesce a districare. In questo caso c’è una scuola che rischia di chiudere e una comunità che si stringe attorno a questi due insegnanti per tentare di tenerla aperta. Anche gli espedienti per non far chiudere la scuola sono reali: il coinvolgimento dei profughi, i documenti falsi, i certificati medici al limite della legalità - fatti da veterinari e non da dottori, ad esempio - sono cose che ho visto e sto continuando a vedere. Molti piccoli centri vivono in questo modo, tutti sanno ma nessuno denuncia, perché è l'unico modo per tenerli in piedi. Anche l'integrazione con gli immigrati non ha nulla di ideologico o politico: è nei fatti, nella concretezza, è naturale. Se non ci fossero, questi paesi avrebbero già chiuso.
Un film che fa ridere, ma fa anche riflettere. Vista anche già l'ottima risposta al botteghino, che reazioni ha visto nel pubblico?
Ho visto tanto divertimento e tanta emozione. Credo siano state toccate corde vive. Spero sempre che questo gradimento sia anche un segnale positivo di qualcosa che di etico è rimasto in noi, qualcosa che spesso accantoniamo, che non consideriamo perché la vita ci costringe a camminare a testa bassa e a occuparci poco del resto. Ma quando anche un film fa mettere al centro questioni che riguardano tutti - in questo caso parliamo della provincia, del cuore del Paese - le passioni ritornano, così come il divertimento e una partecipazione emotiva che si capisce essere sincera. Questo fa molto piacere.
La sua esimia collega, nonché sua consorte, Paola Cortellesi, come ha reagito guardando il film?
Si è molto divertita e commossa, come alla fine era successo a me quando avevo visto il suo film. D: Film campione d'incassi e che ha fatto incetta di nomination ai David di Donatello. R: Beh (sorride) speriamo davvero che tutte le nomination si trasformino in vere statuette.