Luca Ammirati “L’Ariston è la scatola magica custode del nostro tempo”
AGI – “Abbiamo visto i giornalisti ballare. Sono stati particolarmente attivi sulle canzoni di Mahmood, dei Ricchi e Poveri, Geolier è piaciuto molto, ma aldilà di quello questo è un anno per noi di festa. Dopo gli anni del covid in cui i giornalisti sono stati, per motivi di distanziamento, dislocati al Casinò sono tornati all’Ariston. Per i giornalisti c’è stato anche questo senso di soddisfazione di tornare nel vivo dell’azione e poter vedere dal vivo le prove. Anche le cover sono state molto apprezzate e ballate”. A raccontare all'AGI l'umore dei giornalisti che stanno seguendo il festival in questi giorni è il capo della sala stampa dell'Ariston, Luca Ammirati, che insieme a Walter Vacchino (proprietario del teatro) firma il libro "Ariston, la scatola magica di Sanremo" uscito poche settimane fa per Salani editore.
“La sala stampa ha votato esclusivamente la prima serata del festival e ha premiato Loredana Bertè che con un fuori programma è salita a ringraziare i giornalisti. Ricordiamoci che la sala stampa stasera assegnerà il Premio della Critica Mia Martini e vedremo se confermerà la sua scelta” ha aggiunto.
"Ariston, la scatola magica di Sanremo" spiega Ammirati “è un libro che parte da lontano perché per il mio lavoro mi sono trovato ad intervistare tanti dei protagonisti che ci sono venuti a trovare, ma stando anche a stretto contatto con Walter e sua sorella Carla che sono i proprietari dell’Ariston ci sono stati più momenti in cui hanno richiamato alla memoria ricordi, momenti, ed è anche impossibile non avere ricordi girando per il teatro perchè nei corridoi, nei camerini e persino nei bagni ci sono le foto di tanti momenti e protagonisti che sono passati da qui. Da cacciatore di storie ho sempre pensato che questa storia andasse raccontata e il momento è finalmente arrivato perché Walter e Carla hanno aperto la scatola e hanno raccontato la storia del teatro, com’è nato e da lì dare voce ad un coro di voci che si fondono in una sola che è proprio la voce del teatro Ariston che in 60 anni di storia ne ha viste tante. - continua - Quindi abbiamo raccontato quello che è successo da quando il festival si è spostato all’Ariston, ma anche quello che è avvenuto prima, ovvero la tenacia per costruirlo e fondarlo e degli eventi che il grande pubblico non conosce, come i campionati mondiali di boxe. Pensate che il primo evento trasmesso in diretta dall’Italia verso gli Stati Uniti è stato l’incontro di boxe nel 1968, quando gli occhi del mondo erano puntati su Sanremo”.
In 60 anni è cambiata l’Italia, ci sono state molte trasformazioni sociali e l’Ariston è riuscito ad essere lo specchio di questo cambiamento? “Direi di si perché è riuscito a sopravvivere a tantissime cose. Il festival nasce nel 1951 e quindi è testimone della nostra Repubblica, ha raccontato la nostra società e continua a farlo tutt’ora. L’Ariston è stato il custode del nostro tempo, basta pensare anche solo al momento più cupo della nostra storia recente, la pandemia, quando nel 2021 l’Ariston è stato l’unico riflettore acceso in un momento di grave silenzio e buio per tutti quanti noi. In questi anni il festival ha raccontato il nostro paese e nella storia ha contribuito anche all’unificazione linguistica con le canzoni. Nel 1968 quando ci sono state feroci contestazioni contro il festival, l’incontro tra Benvenuti e Fullmer è stato fortemente contestato anche contro il prezzo dei biglietti. Ma ci sono state tante altre cose, rovesciamenti sociali ed economici, come appunto la pandemia. Il festival e l?ariston sono stati custodi del nostro tempo. Da sempre quello che succede su quel palco è amplificato all’ennesima potenza. Pensiamo alla protesta dei trattori, che non si capiva nei giorni scorsi se potessero trovare uno spazio sul palco, vedremo se succederà stasera, ma anche in passato ci furono proteste davanti al teatro, un anno salirono gli operai dell’Italsider, altre volte qualcuno minacciò di buttarsi dal palchetto. E anche i monologhi, i loro messaggi, che lanciati da quel palco hanno avuto un impatto diverso”.