AGI - Dodici minuti di applausi per il Macbeth che ha dato il via alla stagione della Scala, ma la regia firmata da Davide Livermore non convince tutti. Effetti speciali e incantesimi, cambi di scena e balli. Streghe che appaiono fra lampi e tuoni e fanno premonizioni di potere e morte. Sullo sfondo grattacieli, auto moderne ma anche spade antiche.
C’è tutto questo nel Macbeth di Livermore, con la direzione di Riccardo Chailly e un cast stellare (Anna Netrebko, Luca Salsi, da Francesco Meli a Ildar Abdrazakov) più che collaudato, molto amato dal pubblico. Per la soprano super star, di casa ormai alla Scala, gli applausi sono stati a scena aperta per le prime due arie. Lo stesso per Salsi, “straordinario” a detta del pubblico.
Mentre qualche ‘buuu’ è stato riservato alla regia onirica e psichedelica di Livermore, forse troppo moderna per il loggione. Una ‘critica’ che non è andata giù al regista che a fine spettacolo si è lasciato andare a uno sfogo mentre lasciava il Piermarini: “davvero pensate che io non sappia mettere i cavalli e le scene medioevali?”
La sua regia è stata difesa a oltranza anche dai cantanti. "Noi abbiamo dato il massimo per fare uno spettacolo nuovo e moderno che porta al futuro dell’opera. Se poi vogliamo guardare solo delle scene dipinte stiamo a casa ad ascoltare dei dischi che è meglio" ha detto il baritono Luca Salsi, che questa sera ha vestito i panni di Macbeth.
"Stare sul palco e cantare stando fermi come si faceva 30-40 anni fa non funziona più - ha aggiunto - ci sono tanti stimoli, serie tv e internet, il cinema: c’è bisogno che il pubblico si emozioni con noi e per farlo dobbiamo essere interpreti".
La regia di Livermore “è stata fantastica, straordinaria. E’ il nuovo mondo dell’opera” ha aggiunto la soprano Netrebko.
Un tributo agli orchestrali e al direttore Chailly è arrivato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nell’intervallo è andato a complimentarsi di persona, per la “grande interpretazione”, dicendosi sicuro che sarebbe finita con una “standing ovation”.
Anche una veterana dell’opera come la senatrice a vita Liliana Segre è stata entusiasta per le “grandi voci, la direzione d’orchestra e la regia”. Una Prima "visivamente e fisicamente molto bella" per l’étoile Roberto Bolle che sottolinea "la grande emozione per il ritorno in presenza".