"Vita da Carlo" effetto Titanic e febbre social
AGI - Di questo passo, sulla scia dello strategico mix invenzione-realtà su cui poggia tutta la serie, vedremo i fan con i cartelli sotto la casa (vera) di Carlo Verdone che anziché invocare la sua elezione a sindaco di Roma (fiction, ma con una matrice veritiera), imploreranno la seconda stagione di ‘Vita da Carlo’.
A pochi giorni dalla sua uscita su Amazon Prime Video la prima incursione verdoniana nella serialità televisiva, è già diventata un culto certificato dai numeri, dalle dichiarazioni di fede, dalle maratone 'Vita da Carlo' con la serie vista tutta d'un fiato e dal seguente “effetto ‘Titanic”, a cura di adoratori che vedono e rivedono i dieci episodi.
La piattaforma non fornisce dati su eventuali impennate degli abbonamenti, ma i 58 milioni di risultati su Google, l’infinità di cinguettii su Twitter, il nuovo gruppo Facebook “Vita da Carlo” (la descrizione è eloquente: “Per tutti gli amanti del grande Carlo Verdone. La nuova serie è già al top, dajee tutta Carlo!”) che si aggiunge ai vari “Noi che amiamo Carlo Verdone’ ‘Fan di Carlo Verdone’ ‘Carlo Verdone un mito’ e via adorando, testimoniano che il successo è grande, grosso e ovviamente Verdone. E le speranze di chi, non saziato dai dieci episodi da mezz’ora l’uno della prima stagione, anela a un bis, potrebbero essere soddisfatte.
Al Festival europeo di Lecce Verdone ha appena dichiarato che il produttore De Laurentiis gli ha dato libertà di scelta tra un nuovo film e un nuova stagione e che la seconda serie dipende soltanto da lui (e dalla sua fedeltà verso il cinema e le sale, minacciate dal successo di serie come la sua): “Non sto scrivendo ancora niente, ho qualche idea pronta per un eventuale film e qualche punto di partenza per una ipotetica seconda stagione di Vita da Carlo, ma ancora non abbiamo fatto nessuna riunione con gli sceneggiatori”.
Gli ottimisti del bicchiere mezzo pieno lo leggeranno come un sì. Intanto “Vita da Carlo” sta dando vita, insieme all’ effetto Titanic, anche alla caccia alla curiosità, ai personaggi più convincenti e alle battute destinate a diventare tormentoni da affiancare ai cinematografici “Un giorno mi imbattei in un cargo battente bandiera liberiana” o “Marisoool”, non a caso citati nella serie.
Di ‘Vita da Carlo’, che mette in commedia la vita familiare di Verdone, i suoi amici, l’ipocondria storica, l’anelito a una privacy negata dall’impossibilità di uscire di casa senza che qualcuno gli chieda “se ‘o famo un selfie?” l’ossessione per i personaggi-maschere dei suoi film, l’amore incondizionato per Roma e la rabbia di vederla ridotta così male, i social ammirano senz’altro la bellezza di Caterina De Angelis, la figlia di Margherita Buy che interpreta la figlia di Carlo. Ma eleggono a miglior personaggio il produttore verace interpretato da Stefano Ambrogi. Quello che, a colpi di “er pubblico vole ride!” e “a pagina tre me volevo da foco, me tocco i cojoni solo a nominarlo”, boccia il copione di ‘Incrocio di ombre’ storia di due malati mentali innamorati che fuggono in un bosco e si imbattono in un orso, con la quale Verdone vorrebbe sfilarsi dalla produzione comica, sulla scia di “Tarkovskij e Murnau”. “Murnauuu chi? Quello che gioca mezz’ala?” la battuta del produttore che fa il verso ad Aurelio De Laurentiis e che sulla scia del ‘O famo strano?’ di Viaggi di nozze, implora un ‘Famolo anziano”. Perché il pubblico “vole ride”, soprattutto dopo i tempi bui del lockdown, con Max Tortora, Andrea Pennacchi, la Guerritore, i camei di Roberto d’Agostino, Paolo Calabresi, Alessandro Haber.
E chissà se Verdone, che non sa dire no neanche a un selfie, come certifica all’AGI la sua ufficio stampa Rosa Esposito, resisterà alla seconda stagione. Nel gioco del vero e del romanzato di ‘Vita da Carlo’ insieme alla domestica Annamaria (quella di Verdone si chiama davvero così) e all’amico Ernesto (idem), Rosa Esposito è l’unico personaggio, un po’ ufficio stampa un po’angelo custode, che nella serie, insieme al nome ha anche il suo vero cognome.
“Lo considero un bel regalo”, dice all’ AGI. Nella vita vera, scherza, non lavora in una stanzetta angusta come quella della finzione “ma in ufficio ampio e arieggiato”. Esposito, che nella serie è interpretata da Giada Benedetti si è divertita molto a vedersi rappresentata da Verdone e dal cosceneggiatore Nicola Guaglianone come una maestrina un po’ rigida che risolve ogni problema del protagonista e quando serve, lo conforta e gli apre gli occhi: “Un po’ precisina e pignola lo sono davvero, un regista anni fa mi aveva soprannominato proprio “la maestrina”.
Ha conosciuto Verdone nel 2007 durante la promozione di ‘Grande, grosso e Verdone”: ‘Vita da Carlo’ ha messo in scena delle situazioni che Carlo fronteggia davvero ogni giorno – chiarisce – è un uomo molto generoso che non riesce a dire di no , e la richiesta continua di selfie, nelle situazioni più strane, è all’ordine del giorno”. Racconta di quando al Festival di Venezia del 2014 a Verdone che faceva parte della giuria, fu assegnato, proprio per proteggerlo dall’assalto dei fan “la guardia del corpo con il volto più feroce”. Niente da fare: “Neanche lui riuscì ad arginare i fan, c’erano mamme che mettevano i loro bambini al collo di Verdone per un selfie e il bodyguard che si nascondeva per sghignazzare”.
Qualche no per fortuna li dice Esposito: “Mi arrivano le richieste più strane. Copioni improbabili a parte da sottoporre a Verdone, una volta chiamò un noto canale tv: per i 40 anni di un noto cantante proponeva che Carlo, noto esperto di salute, andasse in studio a consigliargli farmaci per prevenire i disturbi maschili legati all’età”.