AGI - I Maneskin viaggiano spediti verso Las Vegas dove questa sera, quando da noi sarà notte fonda considerato il fuso orario, apriranno il concerto dei Rolling Stones.
Più che un battesimo, avendo già assunto da mesi lo status di progetto di respiro internazionale, una celebrazione, un decreto da parte di una band che ha fatto e continua a fare la storia di quel rock al quale i Maneskin evidentemente si ispirano.
L’apertura del concerto dei Rolling Stones a Las Vegas non è un evento minore rispetto al successo che dalla vittoria al Festival di Sanremo in poi ha travolto la band romana, anzi, basta controllare gli ascolti mensili raccolti dai Maneskin per rendersi conto che sfiorano il doppio di quelli dei Rolling Stones, ma è indiscutibile il fatto che Mick Jagger e soci sono diventati il simbolo di un’intera era e questa apertura segna, se non un passaggio di testimone, un’investitura reale, concreta, incancellabile.
Anche, perché no, una rivincita, rispetto a tutti coloro i quali hanno guardato con sospetto al successo dei Maneskin fin dai primi stream raccolti subito dopo la fine dell’avventura a X-Factor, dalla quale non sono usciti nemmeno vincenti, ma secondi, alle spalle di Lorenzo Licitra, poi scomparso totalmente dai radar e che probabilmente verrà ricordato solo per quel successo televisivo.
Fin da allora alla band romana non è stata concessa la giusta credibilità, tra chi si scagliava contro perché facevano un rock già sentito, quindi li rifiutavano in quanto non novità, e chi si scagliava contro di loro perché il rock, a priori, non può essere considerato rock se suonato all’interno di un talent televisivo.
Tutte sciocchezze, ormai è chiaro, ormai è anche piuttosto dimostrato, basterebbe prestare un po' più di attenzione ai meccanismi della discografia moderna per accorgersi che sì, i Maneskin sono assolutamente una novità in un mondo della musica che marcia ormai al ritmo del rap, che sono assolutamente una novità per una generazione di loro coetanei, perlomeno italiani, venuti su con la musica leggera, anzi leggerissima, se è permessa la citazione, dei primi quindici anni del nuovo millennio; e sono queste le chiavi del mercato discografico, questo il target che decreta vita, morte e successi di un progetto.
Una decina di ore fa Damiano, Victoria, Thomas e Ethan attraversavano il deserto del Nevada che porta alla città delle luci, Las Vegas, la Mecca per ogni musicista del mondo, il luogo dove solo i più grandi della storia si sono potuti sentire di casa, e per grandi intendiamo personaggi del calibro di Elvis Presley e Frank Sinatra; sono tanti i chilometri che separano Via del Corso a Roma, dove i Maneskin per la prima volta hanno suonato i propri pezzi davanti ad un pubblico, seppur improvvisato, casuale, all’Allegiant Stadium di Las Vegas, esattamente 9898, ed è lì che per una manciata di canzoni si troveranno esattamente dentro l’ombelico del mondo del rock.