AGI - Britney Spears ha vinto la sua battaglia: il padre della popstar, James, ha firmato una petizione per porre fine alla tutela legale e finanziaria che ha sulla figlia. Forte di una ritrovata salute e del sostegno del movimento #freebritney, la 39enne cantante aveva lanciato una battaglia legale per riappropriarsi della sua vita e del suo patrimonio. La richiesta a un giudice di mettere fine alla supervisione sui suoi beni da parte del padre era stata pero' respinta a inizio agosto. Sono 13 anni che James Spears, il papa' 69enne di Britney, e' il tutore legale e finanziario della figlia su ordine di un tribunale di Los Angeles.
Una tutela lunga 13 anni
Sono 13 anni che James Spears, papà di Britney, è il tutore legale e finanziario della figlia su ordine di un tribunale di Los Angeles. Cioè Britney non può prendere decisioni legali o sul suo lavoro senza l’avvallo del padre e dell’avvocato Andrew M. Wallet, entrambi nominati da un giudice. Dopo il crollo nervoso che la cantante ha avuto davanti a tutti una notte del 2008.
"Giusto darle una chance"
Nella petizione, si fa presente che Britney Spears rivuole il controllo sulla sua vita, "vuole essere in grado di prendere decisioni sulle sue cure, su quando e come andare in terapia, controllare le sue finanze senza una supervisione, sposarsi e avere figli, se lo desidera". Nel documento James Spears sottolinea che vuole "il meglio" per sua figlia, e "se ritiene di poter gestire la sua vita è giusto abbia una chance". Britney Spears, arrivata al successo da giovanissima, pluripremiata per le sue hit mondiali, nel 2008 ebbe un crollo emotivo reso pubblico dalla rasatura totale dei capelli, perdendo la custodia dei figli, finendo ricoverata anche in un reparto psichiatrico, ed è sotto la tutela del padre dall'anno seguente. Nel 2015 ha già riottenuto la custodia dei figli.
Il tutore si unisce alla richiesta
Con il padre, anche il tutore dei patrimoni della cantante ha presentato alla Corte superiore di Los Angeles la richiesta per mettere fine, dopo 13 anni, alla ‘conservatorship’, una misura che prevede il controllo assoluto di una persona con problemi mentali. La decisione, se accolta dalla corte, può segnare la vittoria per la cantante che da anni stava tentando di ottenere la fine della tutela legale, scattata nel 2008 dopo una crisi e un ricovero in una clinica per disintossicarsi dall’abuso di farmaci. A metà luglio, durante una delle prime udienze, Britney, tra le lacrime, aveva rivolto un drammatico appello alla giudice perché le restituisse la libertà di vivere. La cantante aveva raccontato di vivere da anni in una “gabbia”, prigioniera del padre. Il suo intervento aveva commosso milioni di fan.