AGI - Un amore nato da una intervista, seguita da una lettera e da un appuntamento di cui lui confuse il luogo. Ma un amore capace di superare trenta anni di convivenza, due caratteri forti, e la profonda differenza di un universo fatto di glamour e set internazionali ma anche di scalate estreme e in solitarie.
Nel decennale della scomparsa del 're delle Alpi', l'uomo considerato dagli alpinisti "un Dio", come esplicita Alessio Boni, che gli darà voce e volto, Ra1, in prima serata, manderà in onda 'Su tetto del mondo - Walter Bonatti e Rossana Podestà', il docufilm scritto da Petro Calderoni e Ivan Russo, prodotto da Simona Ercolani per Stand by me in collaborazione con Rai Fiction, con la regia Stefano Vicario. Nei panni dei protagonisti, oltre Boni, bergamasco come Bonetti, Nicole Grimaudo.
La storia
“Ma che razza di esploratore sei, se non riesci a trovare neppure l’Ara Coeli a Roma?”, raccontano le cronache dicesse la diva all'uomo della montagna, che aveva atteso per ore all’Ara Coeli mentre lui sostava con la macchina davanti l'Altare della Patria, in quel primo appuntamento datato 2 giugno 1981 ricordato nel tv movie che di fatto aprirà la stagione 2021/2022 della grande fiction Rai. "Una grande storia d'amore tra personaggi di grande carattere ma molto diversi fra loro - sintetizza Calderoli - Bonatti silenzioso, taciturno e carismatico e Podestà che io pensavo fragile nel momento in cui lo incontrò, reduce dal fallimento del suo matrimonio, ma che invece si è rivelata essere forte quanto lui". A firmare questa ricostruzione, documenti del Club Alpino Italiano (che ha messo a disposizione tramite la propria Cineteca le immagini di 'Italia K2', il film che documenta la spedizione organizzata nel 1954 dal Cai), e, grazie al contributo del Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi, dell'Archivio Walter Bonetti, e testimonianze (da Reinhold Messner e Simone Moro, a Roberto Mantovani, amico di Bonatti e storico dell’alpinismo, fino a Piera Detassis, Fabio Fazio, Michele Serra, e le nipoti di Rossana Podestà, Alice e Margherita Vicario, solo per citarne alcuni), Stefano Vicario, figlio dell'attrice e del suo primo marito, l'attore e produttore Marco, che di quei trenta anni di vita della coppia, da quell'appuntamento del 1981 alla morte di Bonetti, 13 settembre 2011, è stata anche testimone.
La testimonianza
"E' strano vedere come persone diverse come un montanaro duro e sopravvissuto alla morte, davanti agli affetti semplici possa essere disarmato - racconta - è stato un percorso lungo il suo, sfociato con accettazione totale della famiglia da parte sua. Un percorso a ostacoli. Il riconoscimento della sua verità sul K2 da parte del Cai lo ha fatto in qualche modo rilassare dopo aver passato una vita a far riconoscere quella verità". Una settimana delle riprese ha anche avuto come set la casa all'Argentario dell'attrice e, rivela il figlio commuovendosi, "rivederli lì attraverso Alessio Boni e Nicole Grimaudo e poi non vederli più per me ha significato perderli ancora una volta". Esploratore, giornalista, scrittore, fotoreporter, Walter Bonetti e la personalità complessa vengono fuori nel rapporto con una donna, Rossana Podestà, nata in una terra di mare, la Libia, che è stata una star anche ad Hollywood ma che si è scontrata con la delusione del fallimento del suo matrimonio.
La diva e la donna
"Al di là della diva, Rossana Podestà era una donna appassionata del suo lavoro, un elemento in cui mi riconosco - sottolinea Nicole Grimaldo - Walter le ha dato la cosa più grande, la libertà, il sentirsi libera da ogni imposizione. Sono stata emozionata da questa storia, emozionata dalla passione che ha messo Stefano nel raccontarci un pezzo fondamentale della sua vita. Credo sia il sogno di tutti noi trovare un amore così immenso. Ho amato questa storia perché sono anch'io innamorata dell'amore".
Una vita in solitario
"Mi stupisco molto che non si sia fatto nulla prima su una storia così particolare - rimarca Alessio Boni - in Bonatti mi riconosco, riconosco da bergamasco la sua spigolosità e quella solitudine. La sua è stata una vita particolare, mantenuto dagli zii perché i suoi genitori erano poveri, tradito sul K2, ha sempre dovuto fare tutto da solo e ha visto la madre di morire davanti a lui per la felicità (nel 1951 quando tornò dalla scalata del Grand Capucin avendo aperto una via inedita nella parete Est, ndr.)". Un insieme di elementi che, continua, "ha inciso profondamente sulla sua personalità. Era un uomo già costretto a stare da solo o su in montagna e la montagna è diventata la sua sola a casa. A 35 anni nel 1965 fa una cosa straordinaria la solitaria sul Cervino, scalando la parete Nord d'inverno, a febbraio, con una via diversa da quella solita quella che poi è diventata la via Bonatti. Con questo chiude la sua vita da alpinista estremo e si rifugia nel mondo orizzontale. Per Epoca inizia a lavorare e scopre il reportage che fa senza mezzi in condizioni estreme. Ma è sempre uscito vincente. Rossana Podestà scopre con lui la natura e lui scopre con lei la famiglia".
Il K2 e la verità di Bonatti
Il K2 rimane però una ferita aperta e solo dopo 50 anni, nel 1994, davanti alle foto recuperate dal medico australiano Robert Marshall ci sarà il riconoscimento della veridicità della ricostruzione di Bonatti di quanto accaduto. “Walter Bonatti e Rossana Podestà sono due personaggi meravigliosi legati da una storia d’amore appassionante e mai banale, che meritava di essere raccontata al pubblico - dice Simona Ercolani, ad e founder di Stand By Me - Alessio Boni e Nicole Grimaudo hanno saputo con il loro talento restituire in maniera magistrale ed emozionante le dinamiche tra i due protagonisti, grazie anche alla preziosa cura del regista Stefano Vicario. Il risultato è un racconto modernissimo e avvincente con salde radici nel passato e nella storia, grazie alla ricca parte documentaristica. A 10 anni dalla sua scomparsa, il mito di Walter Bonatti è più vivo che mai”.
Per Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Fiction, “'Sul tetto del mondo' è, insieme, una grande storia d’amore e il racconto epico e tormentato di un grande italiano, uno di quegli eroi civili che il servizio pubblico vuole e deve continuare a ricordare. L’incontro di una vita tra Walter Bonatti e Rossana Podestà unisce la forza dei sentimenti e il cammino di un’Italia che nel dopoguerra cerca un riscatto, anche con l’impresa impossibile di scalare la seconda montagna più alta del mondo. Lo raccontiamo con Stand By Me nel linguaggio della docufiction, che ben si presta a rendere l’intensità di una passione e di un contesto storico segnato da aspre polemiche sulla vicenda del K2 e dalla ostinata rivendicazione da parte di Bonatti di una verità negata. Il risultato è una storia avvincente e, nello stesso tempo, una memoria e una testimonianza di italianità orgogliosa, vitale e tenace, tanto più esemplare in questa attualità”.