AGI - Un libro di prossima uscita, un film in lavorazione, e il progetto “di una sitcom tutta mia che mescoli cabaret, varietà e abbia la forma di una fiction”. Nino Frassica si prepara così, racconta ad Agi, ad entrare nei suoi 70 anni, l’11 dicembre prossimo.
“Fisicamente me li sento tutti, mentalmente invece sono un quindicenne, anche se sono già un pensionato penso di avere ancora molto da imparare dagli altri, di non sapere niente, mi sembra che questo compleanno a cifra tonda riguardi qualcun altro”. Frassica, re della comicità surreale scoperto da Arbore una trentina d’anni fa grazie a un accattivante messaggio sulla sua segreteria telefonica che gli ha aperto un’autostrada televisiva, radiofonica e cinematografica, confida di essere “turbato” dal traguardo: “Mi fa impressione leggere quel 7 e quello zero vicini, la decina nuova mi dà una sensazione di spaesamento, l’anno prossimo magari non sarà più così”.
In assenza di pandemia, proprio per sfuggire alla celebrazione, spiega Frassica, “avrei fatto un viaggio in un posto lontano”. Festeggerà, invece, “portando una torta”, sul set di ‘Genitori contro influencer’ il nuovo film di Michele Andreozzi, un family dove recita accanto a Fabio Volo. La sera, poi, resterà rigorosamente in famiglia a casa, dove si è blindato, chiarisce, dall’inizio dell’emergenza coronavirus: “Esco soltanto per lavoro, mai un ristorante, mai una passeggiata, sono attentissimo, in fondo con gli amici si può parlare anche al telefono”.
Della sua carriera è soddisfatto, chiarisce, fiero della sua comicità surreale ma anche “delle capatine nel drammatico che ogni tanto mi capitano” come il recentissimo ruolo del presidente della Corte Alfonso Giordano nella fiction ‘Io, una giudice popolare al Maxiprocesso’, appena trasmesso da Raiuno: “Di solito sono sempre a caccia dei tempi comici, interpreto sempre Frassica - spiega -, nei ruoli drammatici invece mi sento un turista, mi consentono di sperimentare nuove emozioni, di essere un altro, molto diverso da me stesso”.
Adesso però sogna una nuova incursione e una nuova declinazione della sua verve, con la sitcom in cantiere da tempo: “Mi piacerebbe mischiare le carte della mia comicità - ammette - ma è un’operazione che tarda a decollare, un po’ per colpa mia, perché magari tra quando ne parlo con qualcuno e quando lo rivedo ho girato una fiction e nel frattempo quell’interlocutore è passato ad un altro incarico, un po’ perché mi viene spesso presentato il problema dei numeri, dei dati di ascolto”.
Secondo il comico messinese “una sitcom come la mia si potrebbe realizzare anche solo per quella fetta di pubblico che ama la comicità surreale, invece siamo un po’ troppo schiavi dell’audience e dei target - osserva - era bello quando valeva il semplice gradimento, oggi vanno forti i furbi e gli strateghi che danno al pubblico quello che vuole, mentre chi fa onestamente il suo lavoro viene penalizzato..”.
La tv contemporanea, comunque gli piace: “Apprezzo soprattutto la grande offerta, il poter spaziare dalle generaliste alle tante piattaforme, una grande offerta che non mi lascia mai a bocca asciutta”. Lui, racconta, guarda soprattutto “I film che non sono riuscito a vedere al cinema, il teatro, e la comicità surreale di interpreti come Maccio Capatonda o del Lundini di ‘Una pezza di Lundini’ (Raidue)”. Li ritiene i suoi eredi? “Hanno attinto al mio stesso genere, hanno studiato così come io da giovane studiavo Cochi e Renato”.
Sulla comicità del suo nuovo libro ‘Vipp’ (Einaudi) sul mondo dello spettacolo, in uscita a gennaio, però vuole mantenere la segretezza. All’Agi svela soltanto che la copertina è disegnata da Claudio Gregori, il Greg della coppia Lillo e Greg.