E ra il 2005 quando Stefano Andreoli, in compagnia di Alessandro Bonino, fonda Spinoza, che si autodefinisce “blog satirico collettivo”. Dovranno aspettare tre anni prima di conoscere il successo vero, esploso durante le elezioni del 2008, da lì un’escalation costante: miglior blog italiano negli anni 2009, 2010 e 2011, Premio Internazionale di Satira Forte dei Marmi e ben cinque libri con le battute ricavate dalla collaborazione con una community costantemente attiva.
Ma soprattutto, Spinoza è diventato il miglior termometro possibile per valutare la risposta del paese alla satira, sia dal punto di vista di chi fa le battute, affidate sempre ad utenti magari abituali ma non professionisti, e sia dal punto di vista di chi le recepisce attraverso i social, in particolar modo Twitter, dove conta 1,7 milioni di follower.
Specialmente in un momento drammatico come questo, in cui ci si rende conto quali sono i limiti del nostro senso dell’umorismo, della nostra sdrammatizzazione. “I nostri libri – ci dice al telefono Andreoli – solitamente raccolgono circa 2.500 battute, per il coronavirus ce ne sono arrivate 20 mila”, scopriamo un’Italia dunque, attraverso la lente di Spinoza, particolarmente avvezza alla satira.
“In realtà, noi italiani abbiamo un grande senso dell’umorismo, siamo pronti a scherzare, ma siamo anche facili all’offesa quindi molto spesso certe battute possono disturbare qualcuno, però direi che abbiamo la vocazione di ‘battutari’. Se ci fai caso anche su WhatsApp arrivano battute, video, gente che cerca di sdrammatizzare, che è un po' una caratteristica italiana anche in un momento drammatico. Quindi ti trovi in un mondo, specie quello dei social, dove la battuta è veramente inflazionata. Si tratta spesso di freddure innocenti ed è anche molto facile farle perché sono battute che tutti possono capire, siamo tutti più o meno nella stessa situazione, quindi se fai una battuta è facile che tanti si indentificheranno, non c’è il rischio di una persona che magari non è attenta all’attualità e non sa di cosa stai parlando. Qua ci siamo dentro tutti, infatti sul forum di Spinoza quella del coronavirus è la notizia più commentata di sempre in più di dieci anni”.
E poi come vi comportate?
“Molte pagine internet pubblicano battute a raffica, noi cerchiamo sempre di tirare fuori quella un po' più originale, un po' meno scontata; ne pubblichiamo una o due al giorno per non ‘banalizzare’, che è un atteggiamento che noi temiamo sempre quando ci sono queste notizie di grande portata. Ma di materiale ce n’è in abbondanza, il sito è alimentato dalla community e visto che molta gente è a casa e non lavora, avendo tantissimo tempo libero ci invia una valanga di materiale”.
C’è stata una di queste battute che ti sei detto “no, forse questa è troppo”?
“La potenza satirica di una battuta dovrebbe essere superiore a tutte le cose, è chiaro che devi trovare una costruzione equilibrata. Una battuta satirica dovrebbe lanciare un messaggio e anche far ridere, molto spesso le battute fanno semplicemente ridere ma non resta niente. Quando una battuta è troppo sbilanciata, quindi più che una battuta è un’invettiva, c’è qualche cosa di acre, di cattivo, senza la necessaria dose di umorismo, allora la cassiamo. Però in generale ne ho lette tante di bellissime”
Quindi, proprio voi che siete testimoni di un paese di non professionisti che fanno battute, percepite che l’Italia non pone limiti alla satira? Nemmeno dinanzi a una tragedia come il coronavirus?
“Finché non fai ironia gratuita o humor “nero” sulle vittime…io credo che si possa ridere di tutto, poi chiaramente devi valutare il palcoscenico. Se io do in pasto ai social del materiale devo essere pronto alla reazione di un pubblico largo che potrebbe non capire, non apprezzare”.
Quindi esistono questi limiti?
“I limiti sono sempre qualcosa di un po' ipocrita, è una vecchia storia, ed io cerco sempre di non definire mai i limiti della satira, altrimenti dovremmo dire che la satira non deve offendere, ma quel che offende me è diverso da quello che offende te, quindi se togliamo tutto quello che offende qualcuno finiamo per non dire più niente. Quindi dobbiamo trovare un certo equilibrio, una certa grazia, tra la coltellata e il motto di spirito, la satira sta un po' all’intersezione tra queste cose. Spinoza cerca di fare satira in maniera sagace, a volte anche offendendo qualcuno che se lo merita, perché no”
Tipo?
“In questo momento ci sono tanti ottimi bersagli. Penso all’atteggiamento di certi politici, a certe dichiarazioni molto leggere, alle responsabilità di certe figure pubbliche, non dico solo quelli della prima ora, quando nessuno pensava sarebbe stato un evento di questa portata, ma anche dopo, chi ha insistito a minimizzare, facendo anche dei danni, perché se un personaggio pubblico fa dichiarazioni di un certo tipo queste avranno delle conseguenze”.
Ci lasci qualche battuta che ti ha particolarmente colpito, riguardo il coronavirus?
“Certo, questa l’abbiamo già pubblicata: ‘Capisci che la situazione è disperata quando vedi che gli italiani iniziano ad affidarsi alla scienza’. Oppure ‘Ancora non si sa entro quanti mesi sarà possibile rifiutare il vaccino per il coronavirus’. Poi c’è anche questa: ‘Pare che il virus sia passato dai serpenti ai pipistrelli e poi all’uomo…però che cazzo di serata!’. E poi ancora: ‘La ricercatrice che ha isolato il coronavirus è una 31enne molisana precaria; c’è riuscita impietosendolo’. Anche ‘Trump ha detto che il coronavirus sparirà con l’arrivo del caldo, un po' come i governi in Italia', sempre sulla politica c’è anche questa: ‘Il focolaio è in Lombardia e ora è arrivato al sud, un po' come la Lega’ e ‘L’ultima volta che ho sentito parlare di mani pulite poi ci siamo ritrovati Berlusconi’“
Tutte estremamente divertenti
“Siamo un popolo di umoristi, le battute vengono a tutti. Ma per una battuta buona ne arrivano tantissime scontate, o mal riuscite. Il difficile non è fare una battuta, il difficile è farne di belle: quelle non stancano mai”