"Non è questione di stereotipi, e cioè che il modello emiliano va sempre e comunque. Qui si parla di un motore che sarà pure a diesel ma quando si mette in moto non ne ha per nessuno..."' E si finisce con l'essere orgogliosi delle proprie capacità e anche consapevoli della capacità di "fare squadra" non solo a livello locale ma anche a livello più alto, con il Viminale ed altre realtà istituzionali.
Il sindaco più famoso d'Italia
Gian Carlo Muzzarelli è il sindaco di Modena, in questi giorni forse il sindaco più famoso d'Italia: il concerto-evento di Vasco Rossi di sabato sera al Modena Park "E. Ferrari" ha visto 225mila persone tutte insieme festeggiare i 40 anni di carriera del Kom e senza che un minimo intoppo abbia messo in discussione la possente macchina organizzativa, nessun incidente, nessuna intemperanza. Un lavoro di prevenzione e di vigilanza, soprattutto sul fronte della sicurezza, ha chiuso il cerchio e consentito che la giornata di festa fosse tale sino all'ultimo.Anche nel cuore della notte, quando a migliaia - cronista compreso - hanno 'assediato' la stazione ferroviaria di Modena per rientrare, chi su Bologna, chi su Milano o Roma o Venezia e via dicendo. In queste ore c'è da fare la fila per parlare con Muzzarelli: lo cercano in tanti tra i media, si vuol capire, conoscere il segreto di questo successo.
"Il dialogo con le istituzioni fa la differenza"
Sindaco, ha dormito questa notte? "Poco e niente, c'era da verificare che tutto andasse bene in stazione, che la città fosse ripulita", la risposta di Muzzarelli all'AGI. Magari perché l'adrenalina era ancora lì, magari perché consapevoli del successo ottenuto.... "Volevamo fare qualcosa per Modena, per il suo territorio, per Vasco, che è uno dei nostri. E credo che ce l'abbiamo fatta".
Appare subito evidente la grande distanza tra quanto accaduto a Torino la sera della finale di Champions League e sabato sera a Modena. Quante - e se ne ha - responsabilità di Chiara Appendino, primo cittadino di Torino?, la domanda secca, e anche 'trappola', a Muzzarelli. "Non so se la Appendino abbia sbagliato, non so i particolari - si schernisce Muzzarelli con una acrobazia verbale - Dico solo che occorre molta più attenzione quando ci sono eventi. Noi avevamo la massima fiducia nel rapporto con le istituzioni, e non mi stancherò mai di ringraziare il prefetto Patrizia Paba e tutte le altre autorità locali. Era importante capire i rispettivi ruoli, e capire fa la differenza...".
Esiste un "modello Modena"?Alla domanda se un sindaco non finisca per il sentirsi scavalcato dal Viminale o da altre istituzioni in certe situazioni che riguardano l'ordine e la sicurezza pubblica, Muzzarelli replica "i sindaci devono capire che tipo di organizzazione occorre e quindi avere un'attenzione aggiuntiva e individuare cosa serva al bene della comunità. Non è una frase fatta dire 'si fa lavoro di squadra'. Noi a Modena questo lo facciamo da tempo, le programmazioni si fanno a medio e lungo termine, non si può improvvisare... Specie di questi tempi. Una pubblica amministrazione deve programmare da un anno all'altro, non da un giorno all'altro. Noi a Modena facciamo programmi a medio e lungo termine, e i risultati poi si vedono. Inutile far finta che non ci siano...".
Modena come modello per altre città, una sorta di decalogo? "Nessun decalogo, o meglio - spiega il primo cittadino modenese - abbiamo fatto un piano locale per le competenze della città, una sorta di vademecum. Poi l'abbiamo messo a raffronto con quelle che sono le esigenze di ordine e sicurezza pubblica. Io ho preso parte alle diverse riunioni dei diversi organismi, le cose si sono intrecciate, la cooperazione è venuta quasi d'obbligo. Anzi da questo evento viene fuori una volta di più che essa è fondamentale e deve sempre rafforzarsi. Non sembri un paradosso, ma noi avevamo certezza che Roma garantisse la sicurezza, l'intelligence ha lavorato, e che noi al tempo stesso garantissimo ugualmente sicurezza nell'agire e collaborare. Certo, poi può esserci la persona isolata che diventa un pericolo enorme...".
Sindaco, sono arrivati i complimenti dal premier Gentiloni, dal ministro dell'Interno Minniti, dal segretario del Pd Renzi... "E noi siamo orgogliosi e ribadiamo che quanto fatto è dentro un progetto, noi vogliamo andare in profondità, abbiamo le competenze necessarie e le mettiamo a disposizione. In un rapporto di vera collaborazione, proficua collaborazione, perché questa serve e fa gioco a tutti".Dica la verità Muzzarelli, ma ci credeva che su 225mila solo meno dell'1 per cento dovesse far ricorso al personale medico e paramedico nel parco di Modena? "Sembrerà inverosimile, eppure nelle previsioni di piano avevamo calcolato che le nostre strutture sanitarie sul posto avrebbero avuto tra i 1.500 e i 2.000 interventi. E così è stato".
In effetti sono state 1830 le persone che hanno avuto bisogno di passare dal Pma, i presidi medici avanzati allestiti nell'area del concerto. Solo 84 le persone trasferite negli ospedali modenesi, ma in 75 già dimesse. Qualcuno ci è finito al pronto soccorso per fratture occorse durante partitelle di calcetto o pallavolo nell'attesa del via al concerto... Accade nelle partitelle serali dopolavoro e accade anche al concerto di Vasco Rossi... Come dire che le patologie o i casi più complicati non ci sono stati. La chiave del successo sta dunque "nella cooperazione istituzionale e nella comprensione delle persone, nella comprensione del vero obiettivo e quindi nel modulare gli interventi". Si vota nel 2019 per il rinnovo dell'amministrazione comunale, che si fa?, il centrosinistra si ripresenta con alfiere Muzzarelli? "Vedremo. Se servo, sono qui...", la risposta. Di certo una sorta di lasciapassare il sindaco sembra esserselo conquistato ieri sera.