AGI - "Sono un romantico, scrivo d'amore da una vita. Amo mettermi sempre in gioco e ripartire. Ecco perchè l'album si chiama 'L'Inizio'. Sanremo non è nei mie programmi ma Amadeus ha fatto un Festival adatto a tutti. Mia Martini? Predisse la mia carriera. L'Inter è molto forte" . Un Biagio Antonacci a 360 gradi si racconta alla vigilia della pubblicazione di "L'Inizio", il nuovo album in uscita il 12 gennaio, contenente 15 canzoni di cui alcune già uscite, altre inedite, un singolo "A Cena con gli dei" diffuso da qualche giorno.
Brani pubblicati tra il 2022 e il 2023 fra cui ("Seria", "Telenovela" con la collaborazione con Benny Benassi in "Tridimensionale") e la nuova versione del successo del 2007 "Sognami" (in collaborazione con Tananai e Don Joe nata in occasione della partecipazione come ospite dell'edizione 2023 del Festival di Sanremo). Gli inediti sono "L'inizio", "Delivery", "E' capitato", "Anita", "Lasciati pensare", "Dimmi di lei", "Bastasse vivere", "Non diamoci del tu", "Non voglio svegliarti", "Evoco".
Sono brani che hanno permesso ad Antonacci di muoversi attraverso lunghe riflessioni sulla complessità del mondo che ci circonda. In sostanza, c'e' spazio per tutta la poetica di Antonacci in questa produzione. La parternità, l'amore per la vita e per le donne, la storia (un pezzo dedicato ad Anita Garibaldi). Un disco dal titolo emblematico atteso da 5 anni dai fan, in uscita venerdì 12 gennaio in formato Cd e vinile, pubblicato su etichetta Iris e distribuito da Epic Records/Sony Music Italy.
Antonacci, che del disco ha scritto testi e musiche avvalendosi di collaboratori ormai storici come Michele Canova e Placido Salamone e nuovi come Simonetta e Zef, ha scelto di intitolare il suo nuovo lavoro discografico partendo dal titolo dall'unico brano non firmato e cioè, "L'inizio", scritto per lui da Giorgio Poi. E' la seconda volta nella ormai trentennale carriera che l'artista milanese non scrive un brano di un suo disco.
Era successo prima solo nel 2014 con "Le Veterane", scritto, prodotto e arrangiato da Paolo Conte. "E' nato in un momento complesso della mia vita - spiega Antonacci - la lavorazione è partita nel periodo del Covid e poi si è interrotta. Ho cambiato idea mille volte. E' il disco dei cambiamenti di idee. Non aveva data di scadenza. Ho dato questo titolo all'album perchè mi piace il concetto orientale della vita, non quello occidentale di principio e fine".
"Bisogna essere sempre pronti a iniziare un qualcosa. Il brano 'L'Inizio' è uscito quando ho scoperto che stavo per diventare di nuovo padre. Giorgio Poi, che non ha figli, ha messo per iscritto le sensazioni pure. Io ero già diventato padre la prima volta 28 anni fa. Voleva che il testo lo finissimo insieme, ho preferito completasse lui la stesura, proprio per avere sensazioni pure. E' dedicato a mio figlio Carlo", confida.
Nell'album trovano spazio sonorità diverse, anche un po' di nostalgia anni 80, un accenno di sax: "E' vero - spiega Antonacci - è tipico del brano 'E' capitato'. C'è un po' di Lucio Dalla, un po' di Stadio. E poi quando c'è la nostalgia un brano si canta con un altro spirito. Sono sonorità che abbiamo scelto volutamente".
E poi c'è anche un po' di storia "Un pezzo dedicato ad Anita Garibaldi. Ho voluto dedicare questa canzone all'eroina dei due mondi - spiega l'artista - nata in Brasile e deceduta in Italia. E' una donna potente, emancipata, madre lavoratrice, combattente, complice, amante, moglie. E' avanti rispetto a quei tempi, è la donna di oggi. Un essere superiore, un extra che l'uomo ha sempre temuto perchè pensa di poter gestire. Nel testo io sono Giuseppe, un Giuseppe moderno", che celebra la sua terza moglie.
"Garibaldi non si è mai separato da Anita - spiega ancora Antonacci - lei era la sua musa, hanno vissuto un amore intenso, la sofferenza, la perdita di uno dei sei figli, la lontananza e la morte a Ravenna. Ha avuto il coraggio di farlo scappare muore da sola, lo prega di andare via".
Cantare le donne per Antonacci è comunque normale: "Si, lo faccio da sempre - ricorda ancora l'artista - canto donne diverse, di tanti caratteri diversi". Un romantico: "Uno scrittore di poesie. Io nasco cosi, a 14 anni scrivevo biglietti con frasi e poesie d'amore per tutti gli amici che non ci riuscivano. Io ero lo scrittore dei pensieri d'amore. E lo sono rimasto ancora oggi".
Nel brano "A cena con gli dei", già in radio, si parla d'amore. "Sì, si parla di un uomo che è solo in casa, guarda il mondo che va male, guarda la violenza, la devastazione umanitaria, non può far niente ma la sua testa viaggia e ha la consapevolezza che non potrà mai cambiare niente e si sente inutile, si abbandona e si arrende. E quello che stiamo vivendo, siamo uomini ora che si arrendono davanti a un genocidio. L'uomo viaggia con la testa e soffre, piange. E da solo in casa, immagina la sua donna che non è con lui, e nel suo ego, dice che se non è con lui allora non può essere che a cena con gli dei".
Capitolo Sanremo: "Non era nelle mie intenzioni. Sanremo è una cosa che va fatta da 10. Ora non ci penso. Amadeus però ha fatto un Festival meno gareggiante, una volta metteva tanta ansia: nel '93 eravamo ossessionati dalla gara. Oggi le persone si stimano, ci sono culture diverse, età diverse. Amadeus ha avuto il merito di averlo fatto diventare adatto a tutti e a tutta la famiglia".
Guardando alla musica di oggi, Antonacci afferma di "sentirla tutta. Una volta magari non avrei considerato rap e trap. Oggi si. Oggi se ci sono vuol dire che devono esserci. Ho trovato artisti molto forti e ho capito la loro comunicazione a volte cruda: raccontano inconvenienti della vita, i loro desideri, le cose che non funzionano. Io non appartengo alla loro cultura, di tipo americano. Loro possono dire tutto liberamente. Il cantautorato non lo permetteva. Sono il simbolo del cambiamento".
Una figura è stata particolarmente importante per Biagio Antonacci, una donna che il cantautore ama ricordare con grande affetto: "Mia Martini - ricorda - venne a casa mia, a Rozzano dopo aver ascoltato un mio testo 'Il fiume dei profumi' che aveva ascoltato e voleva cantare. Venne a casa pranzo, potete immaginare la meraviglia dei miei genitori, della mia famiglia, una star di quel calibro nella mia umile casa di Rozzano. Una star sì, ma molto umana. Splendida. Cantò la canzone nella mia cameretta. Poi le feci ascoltare 'Liberatemi' e lei mi disse che avrei presto smesso di fare il geometra. All'epoca lavoravo nei cantieri. Avevo pubblicato due canzoni. Non lo dimentichero' mai".
Spazio infine anche all'Antonacci tifoso nerazzurro che si gode il primato in classifica: "L'Inter è ormai una squadra forte che non ha paura di perdere e di vincere, E' bello quando è cosi. Ha il tempo dalla sua parte, vince anche quando fa fatica a vincere. Ha un giocatore incredibile che si chiama Lautaro Martinez, che mi ricorda il primo Messi quando faceva cose incredibili al Barcellona: un extra. Poi c'è Thuram che non credevo potesse sostituire Lukaku e invece. E poi abbiamo un giocatore che vorrei tanto restasse nella storia: Nicolò Barella, che per me è il più forte ora in campionato. Anche in Europa. Inzaghi? Ero diffidente all'inizio, ma poi ha convinto tutti".