AGI - Già dopo le votazioni delle giurie dei vari Paesi si poteva intuire che Loreen, in rappresentanza della Svezia, si sarebbe aggiudicata il suo secondo Eurovision Song Contest. Il nostro Paese con Marco Mengoni fa un’ottima figura, a prescindere dalla quarta posizione finale e i dodici punti incassati da San Marino, Austria, Croazia, Romania e Slovenia; il vincitore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo interpreta benissimo la sua “Due vite e da considerare anche la vittoria del Marcel Bezençon Awards, il premio della critica assegnato dagli altri artisti in gara. Il voto popolare purtroppo non ci premia, al contrario permette alla Finlandia di impennare fino alla seconda posizione grazie all’efficacia di Käärijä con la hit “Cha Cha Cha”.
In generale un’edizione nella quale il livello dell’offerta è stato decisamente bassino ma soprattutto, cosa molto più grave, ci dice che molti Paesi, anche dalla forte impronta culturale, decidono di farsi rappresentare in quella che è la più importante vetrina per ciò che riguarda il proprio modo di fare musica, da un pop che scimmiotta, alle volte bene, vedi la stessa Loreen, alle volte proprio maldestramente, quello stratosferico americano. Con questa piega ormai ampiamente presa, ci domandiamo quale sia il senso di questa manifestazione, se non l’adrenalinica fase in cui vengono sbrodolati i risultati delle varie votazioni; effettivamente molto avvincente. Forse nessuno, probabilmente a nessuno importa, noi, tifo a parte per il nostro Mengoni, che è artista da mostrare al mondo con orgoglio, sentiamo di aver buttato il nostro tempo.
La finale dell'Eurovision 2023 di Liverpool mostra in generale un calo nella qualità dei brani e tanta influenza del pop americano. Oltre al nostro Marco Mengoni, a noi sono molto piaciuti i brani di Francia, Svezia, Estonia, Belgio, Armenia, Ucraina e Croazia.
Austria - Teya & Salena – “Who The Hell Is Edgar?” – Voto 4,5: Tipico pop di matrice germanica, con quella spinta dance dura, certamente cafonal, che diventa improvvisamente divertente dopo una mezz’ora, specie se impegnate quella mezz’ora ad ingollare Gin Tonic come se non ci fosse un domani.
Portogallo - Mimicat – “Ai Coração” – Voto 4: La Lady Gaga del Barrio Alto, come la chiamano nel suo palazzo, propone una sorta di balalaika moderna ma cantata in portoghese con un balletto che ci riporta direttamente ai bei tempi di Buona Domenica. Fun fact: il testo tradotto è la ricetta dei Pasteis de nata. Gnam.
Svizzera - Remo Forrer – “Watergun” – Voto 4,5: Remo Forrer dalla Svizzera con due sogni nel cassetto: la pace nel mondo ed entrare ne Il Volo. Tenta di realizzarli contemporaneamente annoiando tutti a morte con questo pezzo.
Polonia - Blanka – “Solo” – Voto 5: Posto che nel nostro cuore c’è posto per un solo Blanka ed è il personaggio di Street Fighter, “Solo” è quel genere di pop che quando ti trovi nei paesi dell’est e prendi un taxi lo senti passare alla radio e pensi: “Ma come fa a piacergli ‘sta roba?”.
Serbia - Luke Black – “Samo Mi Se Spava” – Voto 6,5: Il problema con le canzoni in serbo è che non capisci mai se i cantanti stonano o è proprio la lingua. Il pezzo è decisamente dark, no cupo, no mortifero, roba che Luke Black non lo avresti voluto come compagno di banco a scuola ecco. Comunque ne gradiamo sonorità e costruzione, con queste pennellate di tristezza totale e impietosa ha catturato l’attenzione di chi, così, per dire, sta pensando agli amici al bancone del bar e una lacrima gli solca il viso.
Francia – “La Zarra” – “Évidemment” – Voto 7: La tradizione francese al servizio di un pop contemporaneo e altamente funzionante; pezzo delizioso. Lei ha cominciato a cantare professionalmente tardi, all’età di 30 anni, per questo in Francia l’hanno soprannominata “Darione Hubner”.
Cipro - Andrew Lambrou – “Break A Broken Heart” – Voto 5,5: Ballad pomposa, che vincerebbe Sanremo a mani basse, tra l’altro lui sembra anche saper cantare, il che non guasta. Il brano non è indimenticabile e ci riporta a quel pop a cavallo tra i due millenni che speravamo aver seppellito. Seppellito come la nostra memoria ha fatto con questa canzone due secondi dopo la fine dell’esibizione.
Spagna - Blanca Paloma – “Eaea” – Voto 3,5: Sonorità arabeggianti adattate su un tappeto di flamenco; insomma un po' tradizione e un po' sbronza ad un addio al celibato. “Eaea” tra l’altro è entrata nel guinnes dei primati come ultima canzone, di qualsiasi cultura musicale mai esistita sul pianeta Terra in ogni tempo, che vorresti ascoltare una volta sveglio e in hangover.
Svezia - Loreen – “Tattoo” – Voto 7: La davano già tutti come favorita, forse perché si tratta di un prodotto smaccatamente americano, pop a livello globale, comprensibile e facilmente assimilabile in ogni angolo dell’universo. Dentro ci rintracciamo almeno 43 diverse pop star statunitensi, ma questa non è certo una colpa, anche perché il brano, innegabilmente, funziona.
Albania - Albina & Familja Kelmendi – “Duje” – Voto 4: Albina si è portata dietro tutta la sua famiglia, la gita prevede oggi Eurovision, domani Buckingham Palace, lunedì Tate Museum e pomeriggio di shopping da Harrods con classica foto del papà accanto ai macchinoni di lusso degli arabi. Il brano esplode in un dramma canoro finale per essere stati costretti all’ennesimo fish&chips.
Italia - Marco Mengoni – “Due Vite” – Voto 9: Mengoni torna all’Eurovision dieci anni dopo quell’inguardabile ciuffo. Saremo di parte ma “Due vite” sembra esponenzialmente migliore di qualsiasi altro brano in gara, anche efficace per un pubblico straniero, soprattutto perché il brano richiama un’interpretazione, una messa in scena, molto generalista, insomma un brano che può essere percepito aldilà della lingua. Certamente abbiamo fatto una gran bella figura e considerato che questi ci hanno visto arrivare anche con Emma, già è un risultato.
Estonia - Alika – “Bridges” – Voto 7,5: Toh…una che suona o perlomeno fa finta, e non è libidinosamente accerchiata da ballerini. E non sarà un caso che si tratta di una canzone vera, una ballad ben calibrata e gradevole sostenuta da ben congeniati archi e un pianoforte che accarezza il tutto. Molto bene.
Finlandia - Käärijä – “Cha Cha Cha” – Voto 6,5: Se non dev’essere Mengoni noi lo vogliamo assolutamente vincitore, non solo perché il pezzo è talmente cafone da fare il giro e diventare quasi interessante, ma soprattutto perché non vogliamo problemi con ‘sto ragazzo.
Repubblica Ceca - Vesna – “My Sister's Crown” – Voto 5: Le Vesna, una roba all’incrocio tra le Lollipop e Marina Abramovi?, sarebbero anche brave ma siamo distratti da questa messa in scena inquietante durante la quale si aggirano sul palco con movenze che ricordano la bambina morta di The Ring che viene fuori dalla tv. Alla quattordicesima esibizione comunque cominciamo a chiederci: “Ma cosa succede nel mondo mentre noi guardiamo il Grande Fratello Vip?”.
Australia - Voyager – “Promise” – Voto 5,5: Gli anni ’80 riproposti, quasi emulati, praticamente riesumati; durante l’esibizione infatti arriva Marty McFly a bordo della DeLorean dopo aver salvato il matrimonio dei suoi rifiutando le avances della madre e scopre che Biff Tannen è diventato il cantante dei Voyager. Affascinante.
Belgio - Gustaph – “Because Of You” – Voto 8,5: Votarlo all’Eurovision non basta, lo vogliamo padre, fratello, zio, amico del cuore, terzino sinistro, postino, compagno di banco, amministratore di condominio, quest’uomo deve avere un ruolo non marginale nella nostra vita. Brano che è una bomba dancehall con tanti riferimenti dai ’70 black declinati con sonorità moderne e un gusto sopraffino, raffinato e mai noioso. Eccezionale.
Armenia - Brunette – “Future Lover” – Voto 8: Un colpo di tacco di brano, etereo in partenza, avvincente quando esplode, una mina vera che Brunette interpreta bene, ma proprio bene, ma proprio bene bene; si mangia il palco e quando finisce sputacchia le ossa del finlandese.
Moldavia - Pasha Parfeni – “Soarele ?i Luna” – Voto 6,5: Pasha Parfeni è un po' il Gio Evan moldavo, solo bravo. Brano particolare, la prima metà ti chiedi che diavolo ne è stato della tua vita se di sabato sera stai a casa da solo sul divano a guardare ‘sta roba; poi il nano sciamano inizia a suonare quel flauto nel ritornello e ti gasi come un matto. Tra l’altro alla fine di questa esibizione ogni singola donna davanti alla tv in tutto il mondo è diventata legalmente sua moglie ed è anche incinta di tre mesi.
Ucraina - Tvorchi – “Heart of Steel” – Voto 8,5: Entrambi studenti di medicina hanno poi deciso di virare verso la musica, non per passare dai soliti italiani legati al portafogli e al posto fisso, ma lo sanno quanto guadagnano per uno stream? Ma chi glielo fa fare? C’è da dire che stilosi sono stilosi, non c’è dubbio e il brano è forte, fortemente contemporaneo, l’unico neo è che non suona come una hit assoluta, anzi, è anche abbastanza complesso; a noi infatti piace da pazzi.
Norvegia - Alessandra – “Queen of Kings” – Voto 3: Pur di non creare equivoci circa l’amore verso i colori della Norvegia si presenta direttamente vestita da Xena. Il brano è un classico pop scandinavo, freddo, pomposo e nauseante. Senza dubbio uno dei peggiori pezzi in gara.
Germania - Lord of the Lost – “Blood & Glitter” – Voto 6: Manifesto totale del modo di fare ed intendere la musica in Germania, patria di un certo rock aggressivo ma che in realtà subisce fortissime influenze pop. Noi troviamo il genere, in generale, un po' distaccato, una forma di sentimentalismo che non ci arriva; ma capiamo perché possa piacere.
Lituania - Monika Linkyt? – “Stay” – Voto 5: La Mara Sattei lituana canta una ballatona pop che rischia di metterci KO. Categoria: diciassettesimo posto a Sanremo. Ci siamo capiti, no?
Israele - Noa Kirel – “Unicorn” – Voto 6,5: Altro irritante scimmiottamento di pop e annesso show americano, brano potente, possente, efficacissimo, ok, ma possibile che un paese dalla cultura così intensa come Israele non abbia trovato un brano che li rappresentasse meglio di questo spettacolo da X Factor?
Slovenia - Joker Out – “Carpe Diem” – Voto 5: Una delle cose più anni ’90 dai tempi di Bayside School, i Joker Out sembrano una parodia dei Boyzone ma senza alcuna allusione erotica, anzi tutto estremamente educato. Però, ehi, gli fai un sorriso, saluti con la manina e vai avanti.
Croazia - Let 3 – “Mama Š?!” – Voto 8: Molti non sanno che i Modà sono partiti esattamente così. Scherzi a parte, brano completamente folle ma, non fatevi ingannare, molto complesso e pregno di contenuti politici. Bravissimi. Punto.
Regno Unito - Mae Muller – “I Wrote A Song” – Voto 4,5: Come fa un paese come il Regno Unito, una delle due metà del cielo della musica, diciamocelo, a portare ogni anno all’Eurovision brani così sbagliati? Perché il Regno Unito vuole consapevolmente evitare di vincere l’Eurovision? Cosa sanno che noi non sappiamo? Il brano insegue affannosamente la hit, affogando in un pantano di sonorità extrapop già sentite e risentite.