AGI - Il ritorno di Paola e Chiara al Festival di Sanremo, ma più in generale nella musica italiana, è stato accolto con un clamore inaspettato. Un po' perché effettivamente una parte di pubblico è rimasta particolarmente affezionata alle loro hit più famose, che ci riproporranno venerdì durante la serata delle cover; un po' perché il pop contemporaneo in qualche modo arranca e perfino la leggerezza delle sorelle della musica pop italiana rappresentano un’ancora di salvezza quasi auspicabile.
Come state vivendo questa esperienza?
Per adesso tutto bene, siamo abbastanza impegnate, ci sono tante cose da fare durante il giorno e questo forse stempera un po’ la tensione per l’esibizione, anche se abbiamo rotto il ghiaccio. Stiamo raccogliendo tutte le energie che concentreremo nelle performance, sperando di riuscire a dimostrare tutto quello che vogliamo dare sul palco dell’Ariston.
Quando Amadeus ha detto i vostri nomi e avete realizzato di tornare a Sanremo, vi siete dette: torniamo a Sanremo per…?
Sono 10 anni che non cantiamo insieme, 18 anni che non ci presentiamo sul palco dell’Ariston e avevamo un grosso desiderio di fare festa durante uno dei festival di Amadeus. Siamo delle grandi fan di questo tipo di festival, di come Amadeus lo ha impostato, un festival transgenerazionale. Lo ha riportato anche all’attenzione del pubblico più giovane unendolo alle generazioni più vecchie: un’operazione “all inclusive” che ci piace molto. Sanremo è sempre stato un po’ più istituzionale, punto di riferimento ovviamente per tutti i cantanti pop italiani, e per la musica pop italiana, ma adesso c’è quel quid in più che lo rende più internazionale e più frizzante.
C’è qualcosa che vi preoccupava all’idea di rientrare insieme nel giro più grosso della musica italiana dal portone più grande, che è Sanremo?
È una domanda che in realtà non ci siamo poste, nel senso che non era scontato che fossimo a Sanremo. Quest’estate semplicemente, tramite dei video virali, ci hanno chiesto se fosse possibile una nostra reunion, e noi abbiamo iniziato a ripensare a questa idea. Abbiamo seguito il corso naturale delle cose, nel senso che non abbiamo pensato direttamente a come ci saremmo potute sentire a rientrare nella grande discografia della musica italiana, ma abbiamo semplicemente seguito l’onda di quello che accadeva con le persone che ci volevano, complice una certa sonorità del 2000, il desiderio di una sorta di revival, volevamo semplicemente divertirci. Quando poi è arrivata la conferma di Amadeus per il Festival di Sanremo, a cui non pensavamo, abbiamo realizzato che stava realmente accadendo e stiamo vivendo tutto questo come un evento inaspettato di cui siamo contente.
Avete parlato della gente, la vostra rinascita parte da lì, è una cosa bella e affascinante, siete state riaccolte con un entusiasmo incredibile. Ve lo aspettavate?
No, siamo rimaste sorprese, credo non sia mai scontato per nessun artista che il pubblico sia così caloroso e desideroso di vederlo sul palco ancora insieme. Nel nostro caso penso sia stata l’assenza che ha giocato un ruolo importante e anche l’amore e la devozione che abbiamo seminato negli anni, insieme alla coerenza. Nel nostro lasciarci nel 2013 la gente ha percepito da parte nostra il dolore e la sofferenza di questa storia interrotta, e nonostante abbiano sofferto anche i nostri fan, hanno profondamente rispettato la nostra coerenza nel prendere determinate decisioni e non tornare indietro un secondo dopo. Nel frattempo credo abbiano anche apprezzato che non abbiamo azzardato con ritorni strani o trasmissioni televisive che non avrebbero rappresentato a pieno il nostro mood artistico, rispettando la nostra storia fino in fondo: credo che la gente abbia capito questa cosa e ci abbia restituito tanto affetto.
Da certi reality, “Isola dei famosi”, “Grande fratello vip”, mi fate capire che sono arrivate delle offerte che avete rifiutato, è un segreto per mantenere alto il proprio status artistico?
Il lavoro è lavoro e noi ci siamo potute permettere di stare un po’ più in disparte. Abbiamo sempre scritto le nostre canzoni, a volte l’impellenza e il bisogno di sopravvivenza impone determinate scelte: noi abbiamo semplicemente scelto per quello che era il nostro percorso, senza giudicare nessun tipo di lavoro o propensione. Noi non abbiamo mai intrapreso un percorso prettamente televisivo, siamo nate con la musica e abbiamo proseguito con la musica, poi Chiara ha deciso di dedicarsi al cinema, io ho continuato con la musica, ognuna di noi ha proseguito in modo coerente il proprio percorso legato a ciò che amiamo fare. Credo che sia anche questo che la gente ha apprezzato, la coerenza. Si è sempre in tempo a cambiare idea sulle cose e non c’è nulla di male: noi abbiamo mantenuto fede a ciò che siamo e alle nostre passioni rispettive
Poco fa parlavate di festa: con quale parola potreste descrivere il vostro intento musicale a chi nel 1996, quando uscivate fuori, era troppo giovane o non ancora nato? Potrebbe essere la parola “Festa”?
Si, ci piace questa parola, perché è un mix tra una canzone che abbiamo scritto, “Festival”, il Festival di Sanremo, ma anche “Furore”, che è un po’ una festa, piena di passione. Questa parola ci rappresenta in pieno, abbiamo sempre voluto con la nostra musica celebrare i momenti della vita, anche la sofferenza, alleggerendo l’animo delle persone attraverso la danza, il movimento, ed è bello per noi vedere che questa cosa un po’ ci appartiene, è un po’ nostra.
A proposito della serata delle cover, molti hanno un po’ storto il naso rispetto a quella serie di artisti che hanno deciso di autocitarsi invece di scegliere una cover…
È una scelta sulla base delle richieste del pubblico, in generale ci stiamo affidando molto a loro e alle loro indicazioni. Siamo state letteralmente inondate di messaggi dove ci chiedevano di presentare le nostre canzoni al Festival: ci siamo arrese e abbiamo fatto quello che volevano loro. D’altronde abbiamo scritto delle canzoni per noi importanti, che sono rimaste nel cuore della gente e non le abbiamo cantate per anni insieme, quindi essendo una festa abbiamo deciso di fare questo piccolo regalo al pubblico che ci ha voluto insieme.
Cosa via spettate che succeda dopo questo festival?
Aspettative nessuna, anzi una ce l’abbiamo: fare dei concerti pazzeschi. Abbiamo già delle date: a Roma il 27 aprile ci sarà la prima data del tour Paola & Chiara per Sempre, poi una data il 13 maggio al Fabrique di Milano che è già sold out e l’ultima, appena annunciata, del 14 maggio. Speriamo di portare una festa sul palco di Sanremo e anche ai nostri concerti.