L a serata dei duetti del Festival di Sanremo finisce praticamente in karaoke, pochi gli artisti in gara che hanno provato ad offrire uno spettacolo pensato, tante, troppe, le autocitazioni; le migliori certamente Giorgia ed Elisa, la versione gospel di “Let It Be” firmata da Mengoni emoziona, si fa festa con gli Articolo 31 e Fedez, eccellente “America” rivisitata da Rosa Chemical e Rose Villain.
Bene anche Sethu e bnkr44 e Levante con Renzo Rubino. Deludono Ariete e sangiovanni, I Cugini di Campagna e Paolo Vallesi e Olly con Lorella Cuccarini.
Alla fine la gara si gioca al televoto, dove il tifo sovrasta la lucidità, per cui vince Mengoni (e ci sta), seguito da Ultimo ed Eros Ramazzotti, Lazza con Emma, clamorosamente Giorgia con Elisa e Mr. Rain con Fasma. La classifica generale invece non ci riserva grosse sorprese, Mengoni resta in testa, Ultimo alle spalle e Lazza sul gradino più basso del podio; i tre che in finale si giocheranno la vittoria del Festival.
Ariete e sangiovanni – “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato – Voto 2: Non c’è rilettura, non c’è la volontà di declinare il pezzo per i propri giovani fan, non c’è nemmeno intonazione; puro karaoke e pure venuto male. A questo punto ci metteremmo una battuta, ma non c’è davvero niente da ridere.
Will e Michele Zarrillo – “Cinque giorni” di Michele Zarrillo – Voto 6: La scelta era tra i Judas Priest, i Megadeth e Ozzy Osbourne, alla fine, quando Amadeus ha imbracciato la mazza da baseball, si è optato per Michele Zarrillo. Scherzi a parte, “Cinque giorni”, nonostante sia un pezzo intriso di una disperazione travolgente è anche un brano di una bellezza travolgente, un grande classico della nostra canzone. Will ne resta un po' sotterrato ma se la cava, il pezzo sembrava addirittura provato.
Elodie e BigMama – “American Woman” dei The Guess Who – Voto 6,5: Essendo Elodie la regina del pop, organizza uno spettacolo pop in puro american style che, a dire il vero, nonostante sia gradevole, compresa la parte in cui lei fa la bad girl in prima serata su RaiUno, nulla c’entra col contesto così spudoratamente italico del Festival di Sanremo. Il pezzo è cantato bene, brava anche BigMama, ma tutto sa di X Factor.
Olly e Lorella Cuccarini – “La notte vola” di Lorella Cuccarini – Voto 4,5: Performance strabiliante, Lorella Cuccarini è uno splendore di donna e di professionista; peccato per quel ragazzo con il microfono in mano che le cantava davanti con l’autotune vestito come una comparsa di “Grease”.
Ultimo ed Eros Ramazzotti – Medley di Eros Ramazzotti – Voto 6: Esibizione da varietà musicale al sabato sera, anche se è venerdì. Due big della canzone italiana che duettano con leggerezza, forse anche troppa, coinvolgendo il pubblico, scherzandosela, regalando un bel momento di televisione ma un dimenticabilissimo momento di musica.
Lazza, Emma e Laura Marzaduri – “La fine” di Nesli – Voto 7: La canzone è meravigliosa, Lazza ed Emma si incastrano a meraviglia, hanno quella stessa voglia di rivalsa negli occhi; e Laura Marzaduri col suo violino inquadra perfettamente questa energia. Quello che spiace è che l’universo di Lazza va decisamente oltre questo pop così sfrontato; poi, ehi, sta funzionando tutto bene, ottimo brano in gara, ottima performance stasera, però… Due barrette in più, infilate da qualche parte, no?
Tananai, Biagio Antonacci e Don Joe – “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” di Simone Cristicchi – Voto 6: Tananai parte da un divertissment per duettarsela poi con un Biagio Antonacci in versione maschio-oggetto in “Sex and The City”; si tratta di un piccolo show, a dir la verità non entusiasmante, ma corretto.
Shari e Salmo – Medley di canzoni di Zucchero – Voto 6: Tutto regolare, metà pezzo “Hai scelto me” interpretato da Shari, l’altra metà “Diavolo in me” da Salmo… Ok, ottima scena. Ma ci chiediamo solo quale sia il senso di duettare con Salmo se non rappa nemmeno una barra?
Grignani e Arisa – “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani – Voto 5,5: Il pezzo è meraviglioso ma messo in scena da Grignani, in coppia con una Arisa vestita da hosomaki, senza uno straccio di idea, infatti finisce abbastanza in caciara. Una di quelle situazioni che potrebbero degenerare da un momento all’altro, per fortuna ad una certa Grignani viene convinto a chiudere l’esibizione.
Leo Gassmann ed Edoardo Bennato – Medley di Edoardo Bennato – Voto 9: Quello che Leo Gassmann ci fa è un regalo non solo di grande valore, che in fondo Bennato grazie a Dio tutta questa bellezza l’ha messa in musica e poi diffusa, ma soprattutto utile, e ce lo consegna con una tempistica perfetta. Perché questo è il momento giusto al millimetro per cominciare a reagire alle storture del mondo, proprio ora che ci sono così vicine, così addosso, e Bennato da decenni ci indica la giusta via. Oggi, in eurovisione, con oltre la metà d’Italia davanti alla tv, cantare “L’isola che non c’è” è importante. Non cambierà nulla, lo sappiamo, ma almeno è qualcosa.
Articolo 31 e Fedez – Medley degli Articolo 31 – Voto 8,5: Una festa si, ma anche una proposta musicale precisa, una cosa talmente pensata, e bene, che potrebbe anche essere incisa. La presenza di Fedez non è fine a se stessa, arricchisce la voglia, sacrosanta, di utilizzare la musica per provocare, come gli Articolo 31 hanno sempre fatto e come manca, assai, nella musica italiana, tutta, compreso (soprattutto?) il rap.
Giorgia ed Elisa – “Luce (tramonti a Nord Est)” di Elisa e “Di sole e d’azzurro” di Giorgia – Voto 10: Non un’esibizione, un Big Bang.
Colapesce Dimartino e Carla Bruni – “Azzurro” di Vito Pallavicini e Paolo Conte – Voto 6,5: Ottima la scelta del pezzo, “Azzurro” ha quell’ironia di fondo, quelle immagini effettivamente così accostabili alla cifra di Colapesce e Dimartino, ma da due come loro forse ci aspettavamo qualcosina in più, a partire dalla scelta di farsi accompagnare da Carla Bruni, che non aggiunge nulla a parte se stessa.
I Cugini di Campagna e Paolo Vallesi – “La forza della vita” di Paolo Vallesi e “Anima mia” dei Cugini di Campagna – Voto 3: Questa esibizione è stata sponsorizzata da Netflix; è costicchiata, è chiaro, ma in tre minuti hanno raddoppiato gli abbonati in Italia. Certe cose in tv solitamente passano negli show RAI del sabato sera, che è il principale motivo per cui la gente solitamente il sabato sera esce.
Marco Mengoni e Kingdom Choir – “Let It Be” dei Beatles – Voto 10: Per l’occasione sfoggia una maglietta smanicata di Swarovski e un pantalone fatto con la carta stagnola, un outfit talmente sgargiante che non lo farebbero entrare nemmeno al Mucca Assassina. Sceglie “Let It Be”, proponendola in versione gospel con un coro che lo accompagna: “Pongi-pongi-po-po-po'”.
gIANMARIA e Manuel Agnelli – “Quello che non c’è” degli Afterhours – Voto 7: Anche durante la serata delle cover gIANMARIA decide di non arruffianarsi nessuno, con Manuel Agnelli infatti, con le dovute proporzioni, inutile specificarlo, ha in comune una certa malinconia, che in questa versione di quella perla di “Quello che non c’è”, esplode. L’ex X Factor, intendiamo il ragazzo, si presenta con un vestito bianco probabilmente rubato al fratello più grande e sotto la giacca nulla, solo la sua pubertà; così vestito è pronto ad attraversare sulle strisce Abbey Road.
Mr Rain e Fasma – “Qualcosa di grande” di Cesare Cremonini – Voto 6,5: Mr. Rain, che avete già visto in “Trainspotting”, ma era strafatto e si faceva chiamare Spud, propone, accompagnato da Fasma, la cui notorietà non ci spieghiamo fino in fondo, una versione electro rap che spiazza. In certi punti funziona, in altri ti vien voglia di precipitarti fuori da casa in cerca di un roseto; comunque è un’idea, non hanno puntato, come quasi tutti, sull’effetto karaoke.
Madame e Izi – “Via del Campo” di Fabrizio De André – Voto 6,5: Da premiare l’impegno, la volontà di portare su quel palco qualcosa di sensato, con quella meravigliosa foga dei ragazzi, di chi è convinto, bontà sua, di poter cambiare le cose con una manciata di note e parole. L’esibizione in se è più significativa che ben fatta, manca evidentemente il mestiere, ma Madame e Izi rimangono due fenomeni.
Coma Cose e Baustelle – “Sarà perché ti amo” de I Ricchi e Poveri – Voto 6,5: Prendere un pezzo talmente conosciuto da essere ritenuto, erroneamente, elementare, per rispolverarlo e riproporlo in versione intellettuale, è specialità di casa Bianconi. È stata sua l’idea di cantare “Sarà perché ti amo”, che sotto la cura di Coma_Cose e Baustelle diventa eterea e perde un po' quella dimensione da sagra che in fin dei conti ne ha anche fatto la fortuna. Ecco, Sanremo è più sagra della sarciccia che Blue Note.
Rosa Chemical e Rose Villain – “America” di Gianna Nannini – Voto 9: Magnifici. Rosa Chemical e Rose Villain, sul palco dell’Ariston, non cantano “America” ma ci fanno l’amore, con la passione dei liberi, con quella vena rock che vive di sguardi, di interpretazione, e non di trucco e parrucco.
Modà e Le Vibrazioni – “Vieni da me” de Le Vibrazioni – Voto 7,5: I duetti hanno senso se la visione esterna che il tuo ospite ti propone si integra nell’esibizione. Ecco, questo duetto ha senso. Pezzo rivisitato con mestiere da due band che è evidente, per preparare la serata, hanno lavorato tanto con gli strumenti in mano, alla vecchia maniera, come sempre dovrebbe essere. Bravi.
Levante e Renzo Rubino – “Vivere” di Vasco Rossi – Voto 8: Le parole di “Vivere” messe in bocca a Levante assumono tutt’altro sapore; quello che abbiamo sempre interpretato come l’invito ad affrontare la vita con un atteggiamento più rock, si trasforma quasi in un grido disperato, quasi rassegnato. Buona idea.
Anna Oxa e Iljard Shaba – “Un’emozione da poco” di Anna Oxa – Voto 6,5: Anna Oxa duetta con se stessa e sul finale ci schiaccia in faccia un acuto di 37 minuti che ad un certo punto ci ha rigato lo schermo della tv e mandato in pappa il cane; e la tv era in muto.
Sethu e bnkr44 – “Charlie fa surf” dei Baustelle – Voto 7,5: Non so voi, ma noi con Sethu non vogliamo avere problemi; se vuole sfigurare Charlie con una mazza da golf, faccia pure, avrà i suoi motivi. Scherzi a parte, una delle migliori performance della serata; giovane, incisiva, colorata, come se questi ragazzi, bambini quando usciva “Charlie fa surf”, avessero compreso l’essenza del brano molto meglio di noi.
LDA e Alex Britti – “Oggi sono io” di Alex Britti – Voto 6,5: LDA mentre canta si muove come un giocatore di FIFA quando esulta, ma senza fare gol. La canzone non invecchia mai, il tocco di chitarra di Britti nemmeno, anzi, resta una delle cose più belle della musica italiana. Su, non è stata la cosa peggiore del mondo.
Mara Sattei e Noemi – “L’amour toujours” di Gigi D’Agostino – Voto 7: Esperimento molto interessante, non scatta l’effetto festone, d’altra parte è l’una passata quando vengono annunciate, ma sia Mara Sattei che Noemi ci infilano qualche barra rendendolo, di fatto, un pezzo nuovo. Un bel pezzo nuovo.
Paola & Chiara e Merk&Kremont – Medley di Paola & Chiara – Voto 4: Lieti di scoprire che Paola e Chiara hanno abbastanza brani da poterci riempire un medley. La verità è che guardi l’orologio, è molto tardi, dinanzi a te ci sono queste due signore che se la ballano e se la cantano, maluccio, e pensi: “Ma cosa ne sto facendo della mia vita?”.
Colla Zio e Ditonellapiaga – “Salirò” di Daniele Silvestri – Voto 6,5: Una voce femminile in “Salirò” ci sta benissimo, se poi la voce è quella di Ditonellapiaga, sempre così intensa e passionale, allora tutto quadra. L’esibizione è divertente, coinvolgente… Per chi è rimasto sveglio fino all’una e mezza di notte, è chiaro.