“Splash” è sicuramente uno dei migliori brani in gara alla 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, questo perché gli autori, Colapesce e Dimartino, sono indiscutibilmente due dei migliori autori della scena pop e cantautorale italiano. Il loro stile perfettamente distinguibile, il carattere, l’ironia, quei brani stesi ad asciugare sotto il sole di una Sicilia che c’è, che si percepisce palpitante, anche quando non viene nominata. E poi il debutto al cinema con un film, “La primavera della mia vita”, del quale “Splash” è parte della colonna sonora
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Perché di nuovo Sanremo?
Colapesce: Intanto ci convinceva il pezzo, è stata questa la vera motivazione, ed è sempre un’occasione avere un megafono così gigantesco per presentare una canzone nella quale credi particolarmente. La seconda motivazione è meno romantica: abbiamo un film in uscita e questo brano è all’interno del nostro film, quindi coincidevano tutta una serie di cose un po' irripetibili in una strategia di marketing, quindi a ‘sto giro era perfetto fare Sanremo. Il brano per noi è molto bello, ha un significato di un certo tipo dato il momento storico, così abbiamo unito l’utile al dilettevole.
Il brano è certamente uno dei migliori in gara…
Colapesce: lo dici a tutti?
…Ma voi avete paura dell’effetto “Musica leggerissima”? Perché “Splash” ha questo ritornello particolarmente ficcante...Insomma avete paura di aver proposto un brano che entra molto in testa ma non viene capito al 100%?
Dimartino: “Splash” è un brano molto diverso da “Musica leggerissima”, non volevamo fare “Musica leggerissima 2”, è stata la prima cosa che ci siamo detti: non ripetiamo quella cosa lì. Perché quella cosa lì è riuscita grazie a una serie di fattori, qua c’è una canzone diversa che, come “Musica leggerissima”, ha più piani di lettura; può arrivarti lo splash giocoso ma anche lo splash tragico, ma è una caratteristica delle nostre canzoni, abbiamo sempre giocato con queste due sensazioni. Non abbiamo paura che “Splash” abbia successo, sarei ipocrita a dirlo…
Colapesce: La musica italiana è piena di canzoni che hanno avuto successo e non sono state capite fino in fondo. Un po' come “Azzurro”, la canzone che cantiamo venerdì.
A questo proposito, come mai “Azzurro” con Carla Bruni? E siete partiti da “Azzurro” o da Carla Bruni per la scelta?
Colapesce: siamo partiti da “Azzurro”, poi pensando un po' al brano la voce di Carla Bruni si sposa bene, soprattutto nell’arrangiamento che abbiamo fatto, nella prima parte ci voleva una voce così eterea. Lei è molto felice di farla questa cosa, il brano è scritto da Paolo Conte che è molto amato in Francia, tutto tornava.
Vi siete ispirati più alla versione Conte, a quella Celentano o proporrete una versione vostra?
Colapesce: è un po' nostra.
Dimartino: Ma tra le due forse un po' più Celentano
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E poi il cinema, questa è una sorpresa che non ci aspettavamo. Era previsto un film nel progetto Colapesce Dimartino? Oppure è una cosa che è capitata?
Dimartino: Era previsto, anzi, il progetto è nato principalmente per fare un film e poi abbiamo fatto un disco. Era uno dei nostri primi desideri quello di scrivere un film dove dentro potevamo metterci tante idee, tante visioni che abbiamo della musica, della morte, è che non avevamo il budget quando abbiamo cominciato il progetto…
Vi siete pagati il film con “Musica leggerissima” quindi…?
Dimartino: Esatto. La verità è che per fare un film ci vogliono tante risorse, c’è tanta gente che lavora, ci si siamo accorti che è un lavoro totalmente diverso da quello della musica. Fare un film vuol dire 70 persone che lavorano ogni giorno, affrontare problemi, se sbagli una ripresa perdi tanti soldi; ma in realtà siamo contenti di aver fatto un film che è un incontro tra commedia e tragedia, c’entra pure “Splah” infatti. È un film anche commovente, non è tutta una minchiata, c’è un risvolto commovente e dentro c’è la nostra visione, una cosa che dentro una canzone di pochi minuti, per struttura, non puoi collocare. Ci ha dato la possibilità di essere molto liberi.
A che punto è questa avventura di Colapesce e Dimartino insieme? È un progetto che avrà una fine o avete scoperto che questa cosa insieme in qualche modo vi completa quindi andrete avanti?
Colapesce: Noi navighiamo a vista, da uomini di mare ci piace così, fin quando abbiamo cose da dire insieme e ci piace dirle assieme, come in questo caso, Sanremo, il film, probabilmente faremo un disco…non ci precludiamo le nostre carriere da solisti, anzi, secondo me il disco ha rafforzato le nostre unicità, la nostra indipendenza nel poter dire delle cose in maniera più forte rispetto al passato. Non c’è un progetto, una meta esatta, al momento ci stiamo godendo questo Sanremo, il film, poi abbiamo degli inediti a cui stiamo lavorando, abbiamo un po' di cose, ci piace lavorare, siamo dei siciliani atipici da questo punto di vista
Tutta questa sicilianità che viene fuori, anche quando non è citata, sia nelle canzoni che nel film, che è un road movie ambientato in Sicilia, è ragionata? Fa parte di quello che volete proporre oppure esce fuori perché è la vostra anima da siciliani che non può star ferma?
Dimartino: Nel caso del film la Sicilia si adattava benissimo al racconto, perché dentro c’è molta mitologia. E poi la storia della Sicilia non è basata sul vero ma sul verosimile, che è una cosa che ci piaceva tanto raccontare, una storia non vera ma verosimile, una storia che in qualche modo sarebbe potuta accadere. E tutti i personaggi del film in qualche modo raccontano una propria verità e questa è una cosa che, se dovessi pensare a tutte le regioni italiane, penserei alla Sicilia, non perché sono siciliano ma perché in Sicilia, veramente, ognuno è come se avesse una propria verità rispetto alla storia, questo perché è stata una terra conquistata da tanti popoli e anche oggi è conquistata sottilmente da diverse forze. Si prestava, anche visivamente, anche se nel nostro film non facciamo vedere una Sicilia da cartolina, non si vede Piazza Politeama di Palermo, non si vede Ortigia, si vedono i parcheggi, i calanchi, e poi ci sono tante discussioni, è più un racconto mentale, non abbiamo pensato di mostrare le bellezze della Sicilia o la Sicilia della mafia e della criminalità; è un altro film.
Colapesce: Abbiamo raccontato una Sicilia un po' psichedelica…