AGI - Se Tolkien avesse scritto e diretto la serie Amazon Prime 'Gli anelli del potere' ci sarebbero stati tanti appassionati che avrebbero avuto da ridire e avrebbero parlato di 'tradimento'". Oronzo Cilli, membro della Tolkien Society inglese, presidente dell'Associazione collezionisti tolkieniani italiani e autore di 'Guida completa al mondo di Tolkien. I libri, i film, le serie, i personaggi, l'autore, i luoghi, il mito' pubblicata da Vallardi Editore, usa il paradosso quando parla della serie tv più costosa della storia che la piattaforma di Jeff Bezos sta trasmettendo (venerdì 14 è in programmazione l'ultimo episodio, l'ottavo, della prima stagione).
"In tanti avrebbero avuto da ridire perché i linguaggi sono diversi - aggiunge - quello letterario è altra cosa rispetto a quello cinematografico". A maggior ragione accade oggi che l'autore non è Tolkien e, inoltre, la sceneggiatura è scritta basandosi solo sulle appendici del 'Signore degli anelli' e non sui due libri - di cui Amazon non ha avuto i diritti - che raccontano gli eventi di cui tratta la serie, la Seconda Era dell'universo inventato dal professore di Oxford e resa immortale dal 'Signore degli anelli'.
"Ci sono due possibili approcci alla serie tv di Amazon - spiega ancora Cilli - per così dire su due livelli, su due canali distinti: c'è l'approccio principalmente letterario, quello di quei lettori, quegli studiosi, quei nerd direi quasi che vogliono trovare Tolkien anche nei più piccoli dettagli. Poi invece c'è l'approccio di chi giudica la serie come un prodotto cinematografico o televisivo che si rifa' a Tolkien, tenendo a mente i limiti che hanno avuto gli showrunner per attingere ai testi.
Se leggo i 'Racconti incompiuti' e il 'Silmarillion' so cosa succede - aggiunge - ma chi ha scritto la serie si è trovato nella situazione paradossale di sapere come vanno le cose ma non poterlo raccontare. Perciò sono stati costretti a lavorare prendendo un dettaglio e dandogli un senso. E questo non è piaciuto a tutti, ma era inevitabile". "Personalmente - aggiunge - ho notato molte citazioni di Tolkien che rendono quell'epicità che si trova nei libri. C'è Tolkien nella serie, quindi, e il prodotto non ti lascia indifferente".
La Tolkien Society, composta da cultori e appassionati dei testi dello scrittore inglese ha avuto reazioni diverse al prodotto televisivo in Italia e in Inghilterra. "La Società tolkieniana italiana l'ha presa bene, anche perchè un loro socio, Gianluca Comastri, uno dei massimi esperti della lingua elfica è consulente della serie Amazon - spiega Cilli - in quanto alla Tolkien Society inglese, c'è maggiore divisione tra chi non accetta il 'tradimento' e chi giudica 'Gli anelli del potere' come una serie tv e apprezza le ricostruzioni, per cui la parte narrativa la si accetta".
"Un po' come quello che è successo con Peter Jackson - aggiunge - che nei suoi film si è preso numerose licenze ma ha mantenuto egregiamente le atmosfere del 'Signore degli anelli', cosa che accade anche nella serie Amazon".
Oronzo Cilli, intervistato dall'AGI all'inizio dell'avventura di 'Gli anelli del potere' in tv, aveva sottolineato la novità (apparente) della serie rispetto ai testi di Tolkien, in cui la figura femminile era protagonista. Con l'andare avanti degli episodi, questa sensazione si è rafforzata: sono comparsi numerosi altri personaggi femminili forti, addirittura protagonisti.
Oltre a Dama Galadriel (Morfydd Clark), infatti, ci sono Mi'riel regina reggente di Numenor (Cynthia Addai-Robinson), Elanor "Nori" Brandipiede (Markella Kavenagh) ragazzina pelopiede alla ricerca di avventura, Bronwyn (Nazanin Boniadi) donna e madre delle Terre del Sud che guida la rivolta contro gli oppressori e Disa (Sophia Nomvete) moglie del principe dei nani Durin IV.
"Laddove non hanno fatto un lavoro filologico sui testi perché non potevano, gli autori della serie tv hanno fatto un gesto di riconoscenza nei confronti di Tolkien su questa posizione perchè questi era accusato ingiustamente di misoginia - spiega Cilli all'AGI - anche se le donne descritte da Tolkien hanno sempre avuto grande importanza. Questa storia, lo possiamo dire, non avrebbe fatto storcere il naso a Tolkien".
In quanto alla figura di Galadriel, centrale nel racconto di 'Gli anelli del potere', Cilli spiega: "La serie ha come punto di vista principale lo sguardo di Galadriel. Nelle appendici del 'Signore degli anelli' lei non ha questo ruolo - precisa - ma gli showrunner hanno voluto raccontare questa storia partendo da lei. Probabilmente - prosegue - la seconda serie, che hanno appena iniziato a girare nel Regno Unito, seguirà un altro filone con un altro personaggio, che si avvicini sempre di più al mondo del 'Signore degli anelli'".