AGI - “Björk sembrava molto Björk, vale a dire che non assomigliava a nessun altro su questo pianeta. La sua acconciatura da Cleopatra era tinta con strisce bianche, rosa e blu muffa, e le balze pendule del suo soprabito simile a un abito erano a motivi arancione e grigio-verde. L'intero look è interpretato come fungal chic, riflettendo l'estetica terrosa del suo nuovo album, Fossora”, che uscirà alla fine di questo mese, annuncia The Atlantic che ha incontrato per 4 ore la cantautrice islandese che mischia generi differenti quali rock alternativo, folk, jazz, trip hop, techno, classica sperimentale, minimalista e d’avanguardia.
Il nuovo album da solista di Björk, 56 anni, è il suo decimo, e il numero tondo è adatto – osserva il settimanale – “nel momento in cui sta facendo il punto su da dove è venuta e cosa ha realizzato”, per poi chiosare: “Fossora affronta l'eredità musicale di ciascuno dei suoi precedenti album e il suo percorso in un modo diverso, con alcune delle sue canzoni più vivide e arrangiamenti più audaci fino ad oggi”.
L’intervista si è svolta in un appartamento vicino al faro di Gròtta, situato su una punta di roccia nera a nord-ovest di Reykjavík dove lei va periodicamente per registrare musica e che, quando la marea si alza, diventa irraggiungibile a piedi.
Ma nell’analizzare il nuovo album, Atlantic osserva che “la natura sanguina che c’è sempre nel lavoro di Björk e il paesaggio emotivo di Fossora è ispirato dal regno dei funghi” canalizzato “da un tipo di energia techno".
L’esperienza e le sensazioni sono legate ai sentimenti di “connessione, radicamento, delirio” che hanno dominato i primi giorni di Covid-19 di Björk, la quale li ha trascorsi a casa in Islanda, suonando in soggiorno per i suoi amici.
Quindi sulla base dell’esperienza del ritiro pandemico, “Fossora va in profondità, sorprendentemente in profondità”. I suoi due figli, ormai adulti, cantano anche loro nell'album mentre due brani rivolgono il pensiero a sua madre, morta nel 2018 all'età di 72 anni.
E qui, ora “approfondisce la sua identità di figlia e di madre”, che “è stata una parte fondamentale, anche se a volte fraintesa, della sua storia”, chiosa l’intervistatore-recensore. Anche perché nel 1986, appena ventenne, ha fatto scalpore in Islanda nell’esibirsi in Tv con la sua pancia incinta bene in mostra. Ha poi dato alla luce suo figlio, Sindri Eldon Þórsson, lo stesso giorno in cui si sono formati i The Sugarcubes (il chitarrista era suo padre).
L’intervista-racconto si muove tra aneddoti, ricordi, affermazioni, giudizi, sottolineature, ma Atlantic scrive che Fossora rende tutti questi temi “particolarmente viscerali, presentando l'amore di Björk come una specie di lavoro”.
E annota: “L'album si apre con ‘Atopos’ e vede Björk cantare in tono agonizzante, il suo messaggio è sia personale che politico, un appello alle famiglie in frantumi a sistemare le cose e riaggiustarsi” con canzoni “ispirate dalle ricadute del #MeToo”, la cui forza “stà anche rimodellando la cultura musicale in un modo fondamentale” ha suggerito e concluso Björk, che “in Fossora si muove liberamente tra astrazione e confessione guardinga e rivelazione”.