AGI - Come ogni anno nella lista delle hit estive che spopolano, soprattutto tra radio e spiagge, non può mancare un brano che vanta la produzione di Takagi&Ketra. La premiata ditta di producer, dal 2015, quando sfasciarono l’estate musicale italiana con “Roma-Bangkok” (disco di diamante della FIMI, quindi oltre 500mila copie vendute tra supporto fisico e digitale), sono riusciti a cambiare i connotati all’industria discografica italiana. Quest’anno i due, all’anagrafe Alessandro Merli (Takagi) e Fabio Clemente (Ketra), propongono “Bubble” coinvolgendo nel progetto Salmo e Thasupreme, due dei massimi rappresentanti delle sonorità urban che dominano attualmente il mercato nazionale.
Cos’ha “Bubble” di particolare rispetto alle vostre hit del passato?
Ketra: Sicuramente la scelta dei due artisti, che sono due artisti che non hai mai visto su una canzone estiva. Poi anche la scelta musicale, anche se noi, per quel che riguarda il progetto Takagi&Ketra, abbiamo sempre cambiato, a partire da “L’esercito del selfie” che era anni ’60, poi “Da sola/In The Night” che era più anni ’80, questa volta volevamo lanciarci verso gli anni ’90, che sono gli anni che mi hanno cresciuto, abbiamo voluto osare, come abbiamo sempre fatto, e siamo felici del risultato.
Com’è stato il processo di lavorazione del pezzo? Avete lavorato subito con Salmo e Thasupreme o prima avete pensato il brano e poi lo avete affidato alle loro voci? Anche perché loro sono anche due bravissimi produttori, quindi immagino ci sarà stato un confronto…
Takagi: Un po' entrambe le cose, abbiamo cominciato noi, c’è venuto fuori questo excursus in questo mondo techno anni ’90 e abbiamo iniziato a pensare che un sound così potesse essere giusto per, ancora una volta, confondere un pochettino l’idea che si ha di Takagi & Ketra, soprattutto nelle canzoni estive. Contemporaneamente a questa produzione, avevamo tanta voglia di fare un pezzo estivo che non fosse quello che avevamo già fatto; così abbiamo pensato a questi artisti con i quali eravamo già in contatto e con i quali avevamo tantissima voglia di lavorare. Con Salmo abbiamo avuto l’opportunità di fare “Kumitè” e ci siamo trovati da Dio a stare in studio con lui, perché è il nostro artista italiano preferito, lo stimiamo tantissimo come musicista, come creativo in generale, avevamo tanta voglia di fare un pezzo nostro ed essere blessed dalla sua presenza. Davide Thasupreme è, al pari di Salmo secondo noi, un fottuto genio, lo abbiamo sempre apprezzato fin dalle primissime cose venute fuori, c’eravamo scambiati stima reciproca ed è venuto naturale lavorare con lui, che si è lanciato in questa avventura molto lontana da tutta la musica che aveva fatto uscire. Quindi siamo stati molto molto contenti del loro entusiasmo, il pezzo è nato in pochissimo tempo, è venuto a tutti molto naturale.
A questo proposito, cosa ne pensate del fenomeno Thasupreme?
Takagi: Innanzitutto il risultato del suo sound così originale è che è costantemente fuori dagli schemi. Noi abbiamo scritto tantissime canzoni con tantissimi autori in Italia e onestamente lui è quello più fuori dagli schemi; sia dal punto di vista metrico che dal punto di vista melodico, riesce a fare queste scale, non è mai stucchevole né scontato, ogni volta che tu credi di sapere quello che sta facendo lui prende una direzione nuova. Soprattutto tutto questo è unito a un linguaggio che lui ha molto molto personale, molto molto anagraficamente vicino ai teeneger, sento che hanno definito il suo modo di cantare “in corsivo”, che è quella che è la storpiatura di suono che viene fatta dai giovani, ce n’è un po' che fa questa roba in Italia, secondo me è quello che la fa meglio.
Voi ormai siete un po' degli influencer musicali, torneranno gli anni ’90?
Ketra: Io sono nato nell’86, sono nato con il Festivalbar, con tutti quei tormentoni che c’erano. Non perché adesso ci sia questa tendenza, ma già cinque o sei anni fa, col finestrino aperto, mentre andavo al mare, ascoltavo la roba anni ’90, una cosa nostalgica, mi ricorda tanti bei momenti di quando ero piccolo, mi piace molto ascoltare la roba revival, però credo che in questo momento storico, sia nella musica che nella moda, che vanno spesso di pari passo, c’è un ritorno agli anni ’90. La musica aveva un suo fascino, perché erano delle hit nostalgiche, avevano comunque un po' di tristezza a livello armonico, non erano “felicione”, non erano mai in maggiore; si sta tornando verso quell’ondata lì e potrebbe essere piacevole, un po' per spezzare tutto ciò che c’è stato in questi anni, ma anche per noi che siamo cresciuti in quell’epoca lì.
Ci sono altre hit estive di questa annata 2022 che vi hanno colpito?
Ketra: Pezzi che mi hanno colpito, colpito, colpito io non ne ho uno. L’anno scorso c’era “Mi fai impazzire” che mi aveva colpito tanto, quest’anno non ho ancora ascoltato un pezzo che mi ha fatto pensare “Boom”, perlomeno a me, non mi è arrivato quel brano che ho detto “Che bomba, l’avrei voluto fare io!”. L’anno scorso c’era anche “Mille”, che apriva agli anni ’60, c’erano più pezzi, quest’anno ne vedo tanti ma meno che possono fare la differenza, infatti se guardi la classifica ci sono ancora pezzi usciti questo inverno. Secondo me si andrà a ridimensionare il mercato, c’è troppa roba, l’ascoltatore non ha neanche il tempo di ascoltare tutte le uscite, tante cose vengono perse; “Bubble” sta cominciando adesso un po' a salire su Spotify, mia mamma l’ha scoperto ieri che era uscita, le persone di una certa età, a parte i fan che ci seguono, non sanno nemmeno che siamo usciti. Noi viviamo in questa “Bubble” pensando che una volta usciti con un pezzo tutta Italia conoscerà quel pezzo, ma in realtà non è così, quindi essendo tanta roba che esce, fa sempre più fatica la roba ad emergere. È un po’ colpa nostra, da quando abbiamo fatto “Roma-Bangkok”, il pezzo più ascoltato dell’anno è sempre quello che esce d’estate, prima uscivano tutti a Natale, poi per colpa nostra si è spostata questa cosa qua sull’estate.
Ora so con chi prendermela…
Ketra: Si si, prima di “Roma Bangkok” tutti a dire “Facciamo il pezzo di Natale!”, che era come fare la hit estiva, perché d’estate eravamo sempre invasi dalla roba latina che arrivava; mi ricordo che “Roma-Bangkok” è stato uno dei primi anni in cui un pezzo italiano vinse su uno estero, venivamo sempre annientati d’estate.
Eravamo ancora in era Enrique Iglesias…
Si, quell’anno c’era “Bailando”, ma in Italia vinse “Roma-Bangkok”. Da un lato siamo felici, perché la musica italiana si è presa più spazio, è comunque un dato positivo.
Negli anni scorsi avete già ampiamente chiarito che la parola “tormentone” non vi piace, considerando come suona “Bubble”, quando vi siete messi al lavoro sul pezzo avete pensato all’eventualità, nonostante l’uscita fosse estiva, di scappare di proposito proprio dalle sonorità del tormentone?
Takagi: Si e no. Noi non rinneghiamo nulla di quello che abbiamo fatto, siamo molto contenti di aver imposto un sound, soprattutto estivo, però siamo dei musicisti, quindi dei creativi, non amiamo ripeterci, dopo sette anni che bene o male abbiamo fatto la hit estiva un po' standardizzata, sentiamo il bisogno di cambiare sfumature, di cercare degli input ritmici o progressioni melodiche che non siano le stesse che abbiamo fatto per un po' di anni. Quindi non è che scappiamo, cerchiamo prima di tutto di soddisfare quello che è il nostro viaggio nella musica e, se si tratta di viaggio, non amiamo tornare negli stessi posti. Quindi anche noi dopo un po' di volte che ci sembra che quella cosa l’abbiamo già fatta, ci viene di percorrere strade nuove, poi viviamo un periodo che nella musica ci sono un sacco di input e si possono mischiare un sacco di cose per essere originali e sempre freschi nelle canzoni.