AGI - X-Factor è una macchina da guerra, il più corretto compromesso possibile, pensabile, nel complesso rapporto tra musica e televisione ma, è inutile negarlo, di una certa “rinfrescata” aveva certamente bisogno. Nemmeno la rivoluzione, la scorsa stagione, delle categorie e un nuovo conduttore, scelto con ogni probabilità strizzando gli occhi al target di riferimento (perché il lavoro in sé, televisivamente parlando, non è stato proprio eccelso) sono riusciti a deviare il format da quella rotta già ampiamente assimilata dal pubblico a casa e che cominciava decisamente a sdegnare.
Dopo aver annunciato il ritorno a casa di Fedez, probabilmente il miglior giudice dell’intera storia italiana del programma, ecco oggi la presentazione di Ambra; secondo le indiscrezioni del settimanale “Chi”, che aveva già azzeccato questi primi due nomi, a completare la tavolata dei giudici dovrebbero essere Manuel Agnelli e Dargen D’Amico.
Nomi certamente credibili, Agnelli sarebbe una riconferma, l’unica rispetto alla scorsa stagione, Dargen D’Amico non solo ha raggiunto la notorietà nazionalpopolare grazie alla partecipazione all’ultima edizione del Festival di Sanremo, ma è notoriamente anche un fidato amico e collaboratore di Fedez e, sempre secondo quanto scrive “Chi”, una scelta in cui il rapper e influencer milanese sarebbe entrato fortemente in tackle.
Poniamo allora che il quartetto sia proprio questo, dunque una sola riconferma rispetto agli ultimi due anni: Manuel Agnelli, a ben ragione dato che è l’unico ad essere riuscito nel tempo a costruire un personaggio cui esistenza, in quella già citata terra di mezzo tra mercato televisivo e mercato discografico, è credibile. Perché poi la forza di X-Factor, rispetto ai competitor “The Voice” e “Amici di Maria De Filippi”, sta tutta lì: la credibilità; l’idea di chi guarda di assistere davvero al lancio di una carriera, all’inizio di una narrazione che poi si evolverà in musica e in musica soltanto, l’attenzione al progetto, alle sonorità, alla professionalità, ancor prima che a quanto il sogno di un ragazzino belloccio e dal look trend, quasi sempre totalmente impreparato dal punto di vista musicale, possa essere facilmente impacchettabile e vendibile a favore di camera.
Non è una lotta dei buoni contro i cattivi, parlando di televisione tendenzialmente punteremmo sul fatto che tutti in qualche modo sono cattivi, è proprio una questione di linguaggio, una scelta, si, furba da parte di Sky, ma anche di conseguenza più seria e più realistica, che punta più al pubblico che ascolta la musica che a quello che guarda la televisione; non è un caso infatti che quei pochi che hanno una vita dopo X-Factor ne escano artisti, quei pochissimi che hanno una vita dopo “Amici” ne escano figurine televisive.
Aggiungeremmo anche quelli che hanno una vita dopo “The Voice”, ma non esiste una vita dopo “The Voice”, che invece in tutto il resto del mondo è il talent musicale di riferimento; forse in casa RAI in questo senso dovrebbero farsi un paio di domande. Fedez si è allontanato dalla cattedra di X-Factor per tre stagioni e al pubblico è sembrata un’eternità, una presenza talmente fondamentale nella drammaturgia del format che negli ultimi tre anni è come se la sua assenza, come un fantasma, aleggiasse pesante su ogni singola inquadratura.
Questo soprattutto perché, mettendo da parte la signora Maionchi, cui grava fisiologicamente l’età avanzata, e Mika, che nelle ultime due stagioni abbiamo ritrovato un po' troppo concentrato su se stesso e sulla strategia di gioco, che è una cosa che diverte solo i giudici, Sky e Fremantle, la società che produce X-Factor, non hanno azzeccato una sola figura che sapesse declinare il linguaggio musicale in tv.
Senza puntare il dito verso nessuno (perché avere talento nella musica non vuol dire necessariamente saper stare davanti ad una telecamera) ma Samuel, Sfera Ebbasta, Malika Ayane, Hell Raton, Emma, e ci limitiamo appunto alle tre stagioni senza Fedez, sono andati male, non sono riusciti ad inserirsi nel linguaggio dello show e in certi casi, accanto a personaggi consolidati come appunto Agnelli, risultavano immediatamente poco credibili.
Allora perché Ambra?
Intanto perché il cult “T’appartengo” la piazza per sempre nella storia della nostra musica, poi perché sa, e lo sa proprio bene, come si sta davanti ad una telecamera, come parlare al cuore e alla pancia di chi sta a casa, e poi perché all’interno di un copione così chirurgicamente architettato e quadrato (di base, schema performance/giudizio) un personaggio come il suo, capace di mettersi in discussione, con irresistibile autoironia, serve, lega le varie fasi della gara, così come permetteva di fare Mara Maionchi, che serviva assist per meme ad ogni puntata e della quale Ambra potrebbe essere l’erede diversa ma naturale.
Potrebbe perfino aiutare Tersigni, qualora fosse confermato e si trovasse in difficoltà così come tante volte si è trovato la scorsa edizione, senza far mancare l’aspetto divisivo in quel pubblico che dal divano si diverte a commentare sui social, che è un aspetto al quale la produzione, giustamente, da grande importanza e risalto.
Dargen D’Amico è un geniaccio, il suo è un personaggio che in tv, così come ha dimostrato allo stesso Festival di Sanremo, calcando le assi del Teatro Ariston con una divertente sfacciataggine, potrebbe trovare un’impronosticabile seconda casa; e se è stato Fedez ad insistere per volerlo, allora bravo Fedez, così come è stato bravo quando gli ha affidato la direzione artistica di “Disumano”, il suo ultimo album, forse anche per questo uno dei suoi migliori in assoluto.
Alla fine quello che ne viene fuori è che Sky ha una percezione onesta, schietta, senza filtri, del proprio lavoro ed è capace di valutarlo aldilà dei numeri (comunque, si dice, ma non si sa con certezza, molto più bassi nelle ultime due stagioni); così se serviva una rivoluzione, ecco la rivoluzione. Forse sarebbe un po' troppo mandare via Ludovico Tersigni dopo un solo giro di giostra, significherebbe ammettere di aver fatto una scelta troppo sbagliata, troppo ruffiana, l’anno scorso.
A X-Factor d’altra parte i giudici vanno e vengono, lo sanno in Sky e lo sa anche il pubblico, ma Alessandro Cattelan è rimasto al timone dello show per dieci anni, anche se, è anche vero che Cattelan come conduttore è dieci volte più bravo di Tersigni (che di mestiere fa un’altra cosa, quindi ci sta), così se si decidesse di passare una mano di bianco anche sulla casella conduttore, non è che nessuno si incatenerebbe ai cancelli di Sky.