AGI - Come da pronostici dei bookmaker, Mahmood e Blanco, protagonisti della cosiddetta ‘Nuova Wave’ del pop italiano svettano nella classifica dopo la prima serata del Festival stilata da web, radio e giornali di carta. Seconda la canzone più ballata nella sala stampa del Casino, ‘Ciao, Ciao’ del duo ‘La Rappresentante di Lista’, Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, la più apprezzata anche dalla critica specializzata dopo i preascolti. Sul podio un altro pezzo dance, ‘Dove si balla’ di Dargen D’Amico, un brano che riporta alle sonorità dance anni ’90 ed esprime la voglia di tornare in discoteca dopo il silenzio della pandemia.
La 72esima edizione nasce tra le lacrime, ma lacrime belle, di gioia e intensità. Piange Amadeus quando apre la serata perché ritrova il pubblico, piange Gianni Morandi perché torna in gara dopo 22 anni, piange Damiano David, con la sala tutta in piedi mentre si vede schizzare davanti l’anno in cui, partendo da questo palco, ha disintegrato coi Maneskin i muri nazionali per conquistare il mondo.
La prima di Sanremo ad alto tasso di emotività scorre negli occhi di chi rappresenta la storia e il presente della canzone italiana e del conduttore che ha attraversato la pandemia, tenendolo saldo nella vita degli italiani anche quando tutto chiudeva, pure il Parlamento. Tocca a Fiorello far ridere e lo fa ritrovando tempi e battute con l’amico di sempre, annunciandosi come il “booster dell’intrattenimento”.
“Io mi sento un po’ Mattarella, neanche lui voleva accettare, voleva fare The Voice senior” scherza e poi officia un rito anti tristezza 'costringendo' a baciarsi con la mascherina il conduttore e il direttore di Rai1, Stefano Coletta.
E poi ci sono le canzoni, come promesso da Amadeus votate alla leggerezza e al ritmo. Ornella Muti brilla nel suo abito ‘nude’ firmato da Scognamiglio ma appare timida, forse svuotata dalle polemiche sulla cannabis, sulla volontà di prendersi la cittadinanza russa, su una disavventura giudiziaria. Sembra non lasciarsi andare mai davvero, nemmeno quando ricorda i grandi attori, da Sordi a Tognazzi, da Troisi a Villaggio, a Nuti, con cui ha recitato.
“È stata un’avventura faticosa ma meravigliosa” ammette alla fine. Fa tenerezza il tennista Matteo Berrettini che ammette le palpitazioni perché si sente a suo agio solo agganciato alla sua racchetta magica. Di bellezza ed eleganza sfolgoranti ed eloquio scarno, ma abbastanza per promettere agli italiani che punta a diventare il più bravo del mondo.
Poi torna la musica a bordo della nave Costa Toscana con Orietta Berti, affiancata da Fabio Rovazzi, che sfoggia una mise in lattice rosso con rose sulle maniche e spine sulle spalle, in onore della città dei fiori. In testa, un cappello nero di piume. Tra i suoi ospiti, Colapesce e Dimartino (versione marinaresca) con il tormentone dello scorso anno ‘Musica leggerissima’ lanciato proprio a Sanremo.
Il pubblico dell’Ariston ritrova l’energia dei giorni luminosi coi Maneskin che il conduttore, con cappello d’ordinanza, va a prendere su una sorta di golf cart e porta in teatro, onorando un vecchio patto dopo la vittoria dello scorso anno. Con ‘Zitti e buoni’ e poi la ballad ‘Coraline’ fanno godere il teatro tanto che D’Argen D’Amico, trovandosi a cantare dopo di loro, si lamenta con Amadeus per il compito improbo.
“Ovunque sarete vi ascolteremo sempre” promette il conduttore mentre il frontman piange tra le sua braccia. Reggono il loro ritmo solo i Meduza, un’altra ‘bomba’ italiana dal successo internazionale ancora più clamoroso vantando otto miliardi di brani ascoltati in streaming.
Gli spettatori della platea si alzano e tutti ballano sulle note di “Tell it to my heart” il nuovo singolo del trio di produttori Simone Giani, Luca De Gregorio e Mattia Vitale, che salutano la loro ospitata sanremese come “una grande occasione per la musica elettronica”, un linguaggio piuttosto alieno per la kermesse. In chiusura spazio, per la verità breve, per un omaggio a Franco Battiato, e per il premio "Città di Sanremo" assegnato ad Amadeus. Poi i saluti e l'appuntamento alla seconda serata.