AGI - La puntata si apre con un discorso pronunciato durante il Cop26 da David Attenborough, il documentarista 95enne sembra decisamente alterato, noi non mastichiamo granché bene l’inglese ma ad occhio pare aver detto “Mika, ma come cavolo ti vesti?”. A seguire, “Noi siamo il futuro e questa è la nostra voce” dice Gianmaria, e subito la preoccupazione sfiora il panico, cioè siamo ridotti così male?
Anche Tersigni si unisce al coro ecologista: “Questa è la terra e ultimamente non sta tanto bene”, anche lei rivuole Cattelan.
Primo ospite Dardust, il producer che ha costruito il proprio successo lavorando con Mahmood, per esempio in “Soldi”, questo è quello che urla per strada per farsi riconoscere. Ospite della serata Gazzelle, uno di quei ragazzacci dell’indie che hanno fatto a pezzi quel grigiore pop televisivo del primo decennio del millennio; piaccia o meno, a noi assai, Dio lo abbia in gloria ora e sempre. A sorpresa salutiamo Vale LP, meno a sorpresa salutiamo i Karakaz.
Fellow – Voto 5: Per scioglierlo, come gli viene chiesto fin dal primo provino, lo vestono come un ABBA. La sua versione di “Nemesis” di Benjamin Clementine dovrebbe sporcare un po' la sua messa in scena, ma più che altro, al contrario, quasi la cancella del tutto. L’esibizione è portata a casa decisamente stentando.
Vale LP – Voto 3: A qualcuno la sua versione di “Stavo pensando a te” di Fabri Fibra potrebbe apparire quasi geniale, ma quel qualcuno forse non ha mai rintracciato su YouTube un video in cui Mobrici e Fulminacci reinterpretano questo capolavoro assoluto con lo stesso mood ma in maniera esponenzialmente più da mestieranti, da professionisti, manco a dirlo, migliore. Visto che noi quel video lo abbiamo proprio tra i preferiti il pensiero non può che andare in quella direzione, scatta il paragone e taaac: Vale LP torna ad essere nelle nostre menti quel personaggio di “Anything Else” di Woody Allen che tanto detestiamo. Questa ragazza se non viene messa a proprio agio, come quando interpreta i propri inediti, perde qualsiasi credibilità, trasforma X-Factor in Ti Lascio Una Canzone. Va al ballottaggio e ci sta tutto.
Versailles – Voto 7,5: Finalmente l’artista moderno che svariona in scioltezza tra un genere e l’altro e sul quale abbiamo puntato durante la fase di selezione. Sulla carta dovrebbe aver cantato un mashup tra "In Bloom” dei Nirvana e “Six Feet Under" di Billie Eilish, e in mezzo anche qualche barra sua; ma in realtà il prodotto risulta totalmente originale. Riesce anche a rendere la sua esibizione molto molto televisiva; nonostante ciò Agnelli lo smonta manco gli avesse rigato la macchina, lui incassa con sofferenza così alla fine, con ogni probabilità, gliela righerà davvero.
Bengala Fire – Voto 7: Bravi, ci riportano un attimo al nostro club di provincia a dissertare di wave anni ’80 con la bocca impastata di IPA. Fanno un’ottima cover di “Making Plans for Nigel” degli XTC. Punto. Basta così, non una virgola in più o in meno, se non fossimo ad X-Factor e fossimo costretti a riempirci necessariamente la bocca con ‘sta storia del futuro discografico dei concorrenti, potremmo anche alle volte, tipo questa, soffermarci sul fatto che ascoltarli è stato piacevole. E, visto che statisticamente il 90% di questi ragazzi futuro discografico non ne avranno, almeno diamogli il loro quando ci intrattengono a dovere.
Le Endrigo – Voto 5: Emma gli assegna “Certi uomini” di Francesco Bianconi e noi restiamo imbambolati come il John Travolta/Vincent Vega di “Pulp Fiction”, indecisi se essere incantati dalla bellezza di un brano che è una meraviglia commovente, da quella potenza di una poesia che spacca in due il cielo; o ripugnati dall’interpretazione asciutta, piatta, spoglia di quell’irripetibile carattere che da solo e ha solo Bianconi. Proprio non sappiamo cosa fare. Incantati o ripugnati? Incantanti o ripugnati? No dai, ripugnati. Le Endrigo sembrano quei gruppi dal sound pulito pulito che andavano a Sanremo Giovani negli anni ’90 e poi sparivano nel nulla. Vanno al ballottaggio, decisione corretta.
Baltimora – Voto 8: Nemmeno il suo outfit a metà strada tra Yoda e una star K-Pop può distrarre dal fatto che prende “Turning Tables” di Adele e gli fa il passaporto per il mondo di Hell Raton. Lo fa con una produzione accattivante e paracula, ok, ma anche maledettamente efficace.
Mutonia – Voto 7: Performance divertente, non ci si crede proprio che stiamo vedendo “Sports” dei Viagra Boys cantata, anche discretamente bene, da Ben Stiller/Chas Tenenbaum in “I Tenenbaum”. Mattia, il suddetto cantante, si becca pure la lavata di capo di Hell Raton mentre Mika gli dice chiaro e tondo che “Fa schifo!”. È improvvisamente diventato un mondo meraviglioso.
Nika Paris – Voto 6: Effettivamente la ragazza ha un carisma del tutto particolare. In quanto a contenuti, tecnica, mestiere, figuriamoci, c’è ancora moltissimo da lavorare, ma la sua aura quasi la precede e rende anche le imprecisioni piccoli schizzetti di unicità, singolarità. Lei non fa niente eh, risulta ancora fredda come un cattivo al tavolo di baccarà con James Bond, canta “Lonely” di Justin Bieber e l’esibizione in sé ci annienta dalla noia, ma lei resta, non c’è niente da fare. A sorpresa va al ballottaggio, ma che venga buttata fuori non ci crediamo nemmeno morti.
Gianmaria – Voto 3: La produzione volgarmente ultramoderna resetta quell’imprecisione necessaria non solo al pezzo, ma anche a chi ascolta, perché è meraviglioso galleggiare brillocci in quella terra di mezzo dove nemmeno la musica ha più regole precise. I giudici lo esaltano ma non capiamo proprio a cosa si riferiscano.
Karakaz – Voto 4: Tutto moscio, eseguono “Feel Good Inc.” dei Gorillaz ma è come se avessero deciso volontariamente di denudare il pezzo di tutto ciò che lo rende un grande pezzo. Poi il cantante ha l’aria di uno che non vorresti mai ti venisse incontro sul tuo stesso marciapiede di notte quando hai già le chiavi in mano per rientrare nel portone; di uno, diciamo, che nel dubbio non vuoi che sappia dove abiti. Vengono eliminati a ben ragione, non ci mancheranno granchè.
I giudici
Hell Raton – Voto 7: Vestito come Goku, quando sprona i suoi ragazzi sembra la parodia di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, ma perfino lui stasera sembra decisamente più vispo del solito.
Mika – Voto 10: Nel presentare Fellow parla di quando un suo vecchio fidanzato l’ha buttato fuori di casa in mutande nel cuore della notte, regalargli un disco di Emma non si è rivelata una buona idea. Stasera finalmente al tavolo la situazione si anima e lui ci va a nozze, da ai Bengala Fire della band da matrimoni, dice ai Mutonia che la loro esibizione gli fa schifo.
Emma – Voto 4: Giudicando Versailles si incarta in una metafora sul precipizio che meriterebbe uno speciale “Ipse Dixit” di Mai Dire Gol. Gran colpo di tacco assegnare “Certi uomini” di Bianconi, peccato che la assegna a Le Endrigo che fanno cilecca; bell’idea anche assegnare “Io sto bene” dei CCCP, peccato che la assegna a Gianmaria che rovina la metà dei ricordi alcolici della nostra tarda adolescenza. In una serata durante la quale anche gli altri giudici scelgono di partecipare alla puntata, lei viene intimidita e sommersa, fino a sparire. Al momento dei ballottaggi momento di onestà nei confronti dei concorrenti: “Fuori da qui c’è la strada”.
Manuel Agnelli – Voto 9: Si sveglia dal letargo per fare letteralmente a pezzi VERSAILLES, noi non siamo affatto d’accordo ma festeggiamo ugualmente come Max Tortora quando ai tempi di Bulldozer riesce finalmente a dire “Dove vivevate?”. Eccolo tornato, lo abbracciamo commossi come una madre il figlio che torna dalla guerra, Agnelli si è ripreso, fa pure la maestrina acida con Mika e Hell Raton quando non capiscono il raffinato (e a dire il vero impercettibile) riferimento agli abiti indossati dai Bengala Fire. La sia vivacità fa trama, fa sangue…questo serve.
Ludovico Tersigni – Voto s.v.: Entra, annuncia i concorrenti con quell’insopportabile sbiascicare romano che nella vita abbiamo perdonato giusto a Verdone, ed esce. Quando dice qualcosa in più la dice con tempi del tutto sbagliati. Impalpabile.