AGI - Colapesce e Dimartino propongono un divertentissimo ménage a trois musicale alla magnifica Ornella Vanoni, mentre Carl Brave, Myss Keta e Speranza ci invitano e raccontano un epico matrimonio gipsy. Dani Faiv ci rappa la rabbia per quest’ultimo annus horribilis, mentre Fred De Palma prova ad annacquare tutto in un innocuo reggaeton. Ottima la trap di MamboLosco e Pyrex, molto belli i nuovi singoli di Dente e TROPICO, un disastro il revival samba architettato da Mario Venuti. Chicca della settimana: MIGLIO.
Colapesce e Dimartino feat. Ornella Vanoni – “Toy Boy”
La classe non è acqua, anche quando la boutade, il gioco musicale, anticipato dinanzi alle telecamere di “Propaganda Live”, prevede uno strepitoso ménage a trois che coinvolge i due genietti del nuovo cantautorato indie Colapesce e Dimartino, dopo anni di capolavori (veri e propri capolavori) venuti fuori grazie a quella “Musica leggerissima” che di loro dice qualcosa ma nemmeno la metà del tutto; e Ornella Vanoni, signora della nostra musica, un concentrato di follia e raffinatezza che rade letteralmente al suolo.
Il brano è uno spasso, Colapesce e Dimartino si propongono, con il romanticismo antico e isolano che li contraddistingue, come toy boy della sempreverde Vanoni, il tutto in una samba pizzicata in punta di fioretto che trascina via un sorriso. Bravissimi.
Carl Brave feat. Myss Keta e Speranza – “Matrimonio Gipsy”
Un quadro variopinto, meravigliosamente cafone, del circo gipsy che ruota attorno al sacro vincolo dello sposalizio. Brano perfetto, azzeccato, preciso, dove ogni cosa sta al posto giusto, dove perfino Myss Keta, che solitamente esprime la statura artistica di una vocalist da discoteca di provincia sbronza, trova una sua dimensione.
Carl Brave fa un ottimo lavoro di produzione, non lascia andare le redini del pezzo verso un prevedibile e didascalico ritmo alla Gogol Bordello, per intenderci; in modo tale che le rime di Speranza, rapper dal talento rarissimo, non vengano snaturate della loro micidiale potenza narrativa. Un piacere da ascoltare e da ballare. Forti.
Fred De Palma – “Unico”
La storia ci dirà se si tratta di un disco assai brutto perché un disco reggaeton, genere che speriamo sia ricordato come qualcosa di pestato per sbaglio mentre camminiamo beati la storia della musica; o perché un disco nello specifico di Fred De Palma, che non azzecca una sola rima interessante in 14 pezzi proposti, non un solo contenuto che non faccia eco con la solita noiosissima esasperazione del proprio ego.
Come ordinare al bar un cocktail analcolico, quindi totalmente innocuo, talmente ingolfato di ombrellini, spiedini di frutta e ghiaccio, che nemmeno si riesce ad infilarci il naso per bere, uno di quei cocktail che solitamente ordina chi non ha idea di cosa voglia dire bere bene; che poi di chi ordina un analcolico non c’è mai molto da fidarsi.
Dani Faiv – “Anno zero”
Rap arrabbiato per raccontare l’anno orribile della pandemia che, sembra strano, ma nessuno aveva ancora deciso di cantare con questa sacrosanta rabbia. Dani Faiv utilizza il proprio talento come una lama per fare a fette questo triste segmento di tempo, oscuro oltre l’immaginabile, drammatico oltre l’ipotizzabile, talmente profondamente brutto da risultare complesso da imprigionare in pochi minuti, quattro note e quattro rime, ma Dani Faiv ci riesce alla grande.
Rose Villain feat. Gue Pequeno – “Elvis”
Rose Villain è tra le più brave rapper della scena italiana, una categoria che fortunatamente si arricchisce giorno dopo giorno. Gli ingredienti sono quelli della hit, eppure sono sempre e solo accennati; in “Elvis” tutto è accennato, lontano, quasi sussurrato, dalla voce originale del Presley di “Heartbreak Hotel” allo stesso rap, fino ai ritmi latini che legano la trama del pezzo.
Perfino Gue Pequeno, coinvolto nel progetto, che solitamente nelle sue rime non fa che mostrare i muscoli tristemente, qui viene incastrato in qualcosa di più serioso e significativo che lo costringe a dare qualcosa in più. Benissimo.
Giovanni Truppi – “L’avventura”
Un Giovanni Truppi discretamente imbevuto della propria complessità di artista, di cantautore raffinato, ricercato, di nicchia. Diciamo che è un brano di Truppi, forse troppo, forse non ci sarebbe nulla di vergognoso alle volte nella ricerca di melodie un tantinello più accessibili, meno volutamente squilibrate. Alle volte eh…giusto per rendere più “democratica” una penna della quale il largo pubblico avrebbe bisogno.
Dente feat. GOLPE! – “Fuori di me”
Bravo Dente, che declina la profonda leggerezza della sua penna sulla produzione pop di GOLPE!. Lo stile è quello che conosciamo e amiamo, questa poetica strascicata, adorabile, pungente, in costante equilibrio tra incanto, passione e una spiccata voglia di incidere nella propria vita; per poi finire sul divano. Quanta verità.
Tropico feat. Franco126 – “Piazza Garibaldi”
Quando Davide Petrella lavora con il suo nome e cognome, sforna una quantità chilometrica di hit, la maggior parte delle quali, salvo la produzione insieme a Cesare Cremonini e qualche altro raro caso, da codice penale, da fermo immediato in stile dittatura, trasporto a sirene spiegate verso gli anfratti di un edificio in periferia in cui, incatenato, venga costretto ad ascoltare a ripetizione Elettra Lamborghini.
Poi si trasforma in TROPICO e la situazione si ribalta totalmente, brani ricchi di intuizioni pop moderne, genialoidi, trascinanti, profonde, mai Superman è stato così evidentemente antitesi di Clark Kent, anche se il vero eroe, lato discografia, in questo caso è Clark Kent, ed è anche certamente quello dei due con il conto in banca più grosso, ma d’altra parte tutti abbiamo un mutuo da pagare. In questa “Piazza Garibaldi” per esempio, incrocia le rime con Franco126, Napoli incontra Roma per dar vita ad un nuovo non luogo dalle intriganti storie da raccontare.
Mario Venuti – “Xdono”
Mario Venuti, splendido cantautore, continua a snocciolare singoli del suo prossimo progetto: un album di cover di evergreen italiani in versione samba; e noi ancora ci chiediamo il perché di questa scellerata idea dai risvolti catastrofici. Questa “Xdono” è perfino peggio della precedente “Ma che freddo fa”, a tratti è addirittura imbarazzante. Dispiace perché parliamo di un artista vero, evidentemente perso in questa giungla discografica della quale non riconosce più la geografia. Salvate il soldato Venuti.
Federico Rossi – “Non è mai troppo tardi"
Tipo per provare con strade alternative alla musica? Siamo vicini in questo obiettivo a Federico Rossi, che se qualcuno non l’avesse capito è il Fede di Benji&Fede, duo di youtuber/cantanti sciolto tra la disperazione a ricreazione delle loro fans, che tra una decina d’anni diventeranno maggiorenni e tra un aperitivo e l’altro rideranno di quella minuscola versione di se stesse che ascoltava Benji&Fede, o solo Benji o solo Fede, che poi non è che cambia sto granchè.
MamboLosco feat. Pyrex – “Skusku”
Ecco cosa intendiamo quando diciamo che esiste una trap assolutamente valida. Le atmosfere di questa “Skusku” sono quasi da videogame, MamboLosco e Pyrex, quest’ultimo membro della Dark Polo Gang, ospitano l’ascoltatore tra le cupe emozioni di chi sta sopra una macchina in fuga. Potrebbe quasi essere un cortometraggio, le parole, le immagini, scorrono veloci ai lati del finestrino, si respira adrenalina, a tratti disperazione, a tratti rivalsa.
La trap può essere un linguaggio specifico per raccontare storie difficili, ma bisogna disegnarne bene i contorni, senza sensazionalismi alla “Gomorra”, che pure quelli di “Gomorra” ormai hanno stancato. Serve, al contrario, bilanciare un certo tipo di durezza con la delicatezza, la poesia, di ciò che scaturisce in chi quella durezza la vive; allora può scattare una scintilla, anche se poi magari scegli il titolo del brano peggiore della storia dell’umanità.
Franco Ricciardi – “Puortame a mare”
Di tutta la scena urban napoletana, vero e proprio pozzo di felici scoperte, Franco Ricciardi è riuscito a ritagliarsi un posto particolare. Nei suoi brani, compreso quest’ultimo, la tradizione neomelodica viene piegata di meno alle esigenze del contemporaneo, per esempio si mantiene sempre una distinguibile straziante melodia nel cantato, ma sempre mescolata con gusto a sound ballabili e innovativi. Bravo.
Gulino – “Muovere maree”
Nuovo singolo per l’ex voce dei Marta sui Tubi, che schitarra con la classe che lo contraddistingue la storia tra sole e luna, un amore che, appunto, muove le maree, scuote il mondo insomma. Un brano che ripercorre i lineamenti di quella forza inaudita che scaturisce quando ci scontriamo gli uni con gli altri, o gli uni dagli altri ci allontaniamo.
MIGLIO – “India”
C’è qualcosa di realmente ipnotico nelle canzoni di MIGLIO, forse è la sua capacità narrativa, la verve con cui illumina ogni singolo verso, forse è la voce, così precisa, così sensuale. Fatto sta che si tratta di una ragazza capace di prendere e modellare la materia pop a propria immagine e somiglianza. Siamo pacifisti convinti, disprezziamo armi, violenza, presunzione, ma vi punteremmo una pistola alla testa per farvi il piacere di costringervi ad ascoltare roba migliore, ecco, MIGLIO è tra le robe migliori che vi potrà mai capitare di ascoltare in questo momento in Italia.