AGI - I bookmaker li danno per favoriti, certamente saranno tra i protagonisti di questa 71esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Parliamo di Francesca Michielin e Fedez, la prima alla sua seconda esperienza dopo il secondo posto del 2016, per il rapper e influencer milanese invece si tratterà di un debutto assoluto. “Chiamami per nome”, questo il titolo del brano che canteranno in un teatro Ariston vuoto a causa dell’emergenza sanitaria in atto, rappresenta la terza collaborazione tra l’ex vincitrice di X-Factor e l’ex giudice di X-Factor, dopo le hit “Magnifico” e “Cigno nero”.
I bookmaker vi davano favoriti prima dei preascolti, poi sono uscite le prime pagelle ai brani, sono cambiate le quote ma voi restate favoriti, mi interessava sapere prima di tutto come vivete questa esperienza da favoriti e quanto conta per voi vincere…
Fedez: “Lo sapevo ma non faceva testo, come facevano senza aver ascoltato il pezzo? Io non sapevo nemmeno si scommettesse a Sanremo, è una dinamica che può sfavorire più che far bene, al netto di questo noi non abbiamo mai badato a questa cosa, i bookmaker le canzoni non le hanno ascoltate”
Francesca Michielin: “Poi per noi è veramente importante andare lì, fare una bella performance, ci stiamo concentrando solo sulla musica, stiamo facendo un gran lavoro tra orchestrazione, cover, quindi a noi interessa veramente quello. Anche perché, per esempio, di Sanremo dell’anno scorso il pezzo che mi è rimasto più impresso è quello di Levante, “Tikibombom”, che è arrivata dodicesima e poi è stata prima in radio. Quindi non conta veramente niente la vittoria, quello che si può fare è portare un bello stile e un bel messaggio”
Fedez: “Fare una bella esibizione e dare dignità al brano, prima e unica prerogativa. Il resto è tutto in divenire”
Quindi salite per fare la vostra esibizione…
Fedez: “No no, per farla bene! Mica dir poco farla bene!”
Qual è la cosa che vi fa più paura di questa esperienza?
Fedez: “Eh l’esibizione!”
Francesca Michielin: “Non so cosa è successo quest’anno, ma l’odio sui social si è proprio amplificato del 200%, io pensavo la pandemia ci migliorasse, invece col cacchio! È una cosa che pensavo di non soffrire ma mi son resa conto di soffrire molto. Io una cosa che ho fatto lo scorso Sanremo e che rifarò sarà non usare il telefono, non voglio leggere nulla, mi concentrerò solo sulla mia canzone”
Fedez: “Anch’io!” (E ride)
Tu meglio forse, no?
Fedez: “Sarò un po' più morigerato, dai!”
Francesca ti sei sentita in qualche modo attaccata sui social? Per questo la tua paura?
Francesca Michielin: “No, io parlavo in generale, adesso veramente non puoi fare “A” senza che tutti vedano del male dove non c’è, quello intendo. E poi ci sono questi fantomatici esperti di musica che dicono cose e tu dici “Cacchio, sto lavorando su un progetto da mesi, perché devi dire certe cose?”
Fedez: “Ma si, ma ci sta…”
Francesca Michielin: “Ma io sono sensibile su sta cosa…”
Posto che Sanremo è un evento talmente importante che diventa narrazione del paese quindi giusta l’assenza di pubblica, è un peccato vivere un’edizione così sottotono, no?
Fedez: “Ma io non l’ho mai fatto prima quindi non ho un paragone”
Francesca Michielin: “È vero che Sanremo è una festa, è come se fosse una specie di settimana tra Pasqua e Natale, c’è tutta questa euforia…però devo dire che forse nella disgrazia di non poter avere un Sanremo come gli altri anni, sicuramente ci concentreremo di più sull’esibizione, noi saremo superconcentrati sulla musica, pochi fronzoli”.
Fedez: “Poi è vero eh…ovvio che sarà un Sanremo di rinunce rispetto al pregresso, però rispetto al periodo da cui veniamo, è un gran lusso, è un palco”
Francesca Michielin: “C’è un orchestra!”
Quando avete deciso di partecipare avevate il sospetto potesse esserci questa situazione? Su questo aspetto Amadeus si era dimostrato ottimista così come ha fatto pubblicamente?
Fedez: “Onesto, io non ho mai parlato con Amadeus. Gli abbiam mandato la canzone, l’ha ascoltata, ha detto ‘Bella, vi faccio sapere’. Poi, anche per delicatezza, il tema sarebbe stato quello: come farlo e quando farlo. Quando abbiamo deciso di partecipare pensavamo si sarebbe fatto a febbraio, poi l’hanno successivamente spostato, non era prevedibile, ma nulla era prevedibile, siamo in balìa dell’imprevedibilità”
C’è qualche canzone di altri artisti che avete ascoltato e vi è piaciuta particolarmente?
Fedez: “Io personalmente no, l’ho solo fatta sentire a Lodo”
Francesca Michielin: “Colapesce mi fa: ‘Dai, te la mando su WhatsApp’, gli ho risposto ‘Non provarci!’
Quest’anno Sanremo si è aperto del tutto a quel mondo che convenzionalmente chiamiamo indie, che non è il mondo dal quale provieni tu Francesca, ma è un mondo al quale ti sei molto avvicinata e dentro il quale ti sei molto integrata con successo. Era ora? Sanremo arriva in ritardo su questo mondo?
Francesca Michielin: “Io devo dire che ho sempre fatto il mio percorso senza tanto guardare le mode. È giusto che la canzone d’autore sanremese rispecchi anche le nuove generazioni; c’è stato un cambio generazionale incredibile. Ovviamente c’è la gente che dice ‘chi è ‘sto qua, non l’ho mai sentito nominare’, però è anche un problema tuo, perché la musica sta andando avanti; mia nonna non conosce La Rappresentante di Lista ma l’ascolterà e dirà ‘che bella voce che ha questa ragazza!’. Alla fine è anche bello per questo Sanremo, io quando sono andata nel 2016 avevo già fatto cose ma non è che mi conoscesse il grande pubblico.
Federico, il rap è un luogo per Sanremo?
Fedez: “Ognuno ha la sua visione, come se a Vasco gli chiedi del rock in generale, Vasco ha la sua visione, Ligabue ha la sua; secondo me questo Sanremo se si pensa da un’altra prospettiva, anche rispetto al fatto che ci siano più giovani, è semplicemente sintomo del fatto che si comincia a vivere la musica senza più quei preconcetti dettati dai compartimenti stagni dei generi. Quindi se eri indie e andavi a Sanremo eri una m…a, se eri rapper e andavi a Sanremo eri una m….a, se facevi il talent l’anno dopo dovevi per forza andare a far Sanremo e vincerlo. È ora di togliersi di dosso quel macchiettismo che si portavano dietro i cosiddetti generi, secondo me anzi è l’inizio della fine dei generi in qualche modo.