AGI - Con i big in ferie, largo spazio ai nuovi del cantautorato italiano, il famigerato indie. Gli Eugenio in Via di Gioia tornano in grande stile; “Il regalo perfetto” di Natale di Galeffi arriva in anticipo ma è decisamente apprezzato; Cimini sforna una piccola grande perla di ironia, Maestro Pellegrini confeziona il suo “Fragile” che di fragile non ha proprio niente. Questa settimana la chicca non proviene da un giovane ma da Enzo Gragnaniello, 66 anni e un cuore pieno di poesia.
Sting feat. Zucchero – “September”
E' assolutamente possibile fare musica di grande livello che sia anche non memorabile e questa “September” ne è l’esempio perfetto. È chiaro che dall’incontro di due top player come Sting e Zucchero non possa che venir fuori qualcosa di ottimamente fatto, altresì dubitiamo che raggiungendo in futuro le loro rispettive pagine Spotify andremo a cliccare proprio su questa canzone, al massimo possiamo dire che non skipperemo se la riproduzione casuale ce la proporrà, ma in merito non faremmo giurin giuretto.
Entrando un po' più nello specifico, si tratta di uno di quei pezzi eterei al quale l’ex Police e Zucchero ci hanno già abituato, è proprio un brano specialità della casa, proprio per questo ci rassicura sentire che loro stanno ancora lì, incatenati alla loro comfort zone, e per questo ci delude anche un po', perché stanno ancora lì, incatenati alla loro comfort zone.
Eugenio in Via di Gioia feat. Moglii – “A metà strada”
Gli Eugenio sono allegri, puliti, in loro si scorge sempre, in ogni singolo brano, l’energia e l’entusiasmo che mettono nel loro mestiere. Vivono un sogno e lo vivono esattamente come un sogno, con uno sguardo incantato e coinvolgente che poi si riflette anche nelle loro canzoni. Una roba talmente da “puri” che ai rockettari più incalliti potrebbe anche suonare indigesta, ignorando il fatto che è quella la vera rivoluzione proposta dalla band torinese; che racconta storie che riguardano un’intera generazione e lo fa in maniera del tutto onesta, si, senza bisogno di spaccare chitarre o consumare autotune.
Usa invece il pop, un pop schietto, onesto, senza sbavature e, soprattutto, scritto benissimo, con una struttura solida, inattaccabile. In questa “A metà strada”, in cui incrociano le spade con il bravissimo Moglii, producer e jazzista tedesco, riescono perfino a confezionare sonorità vagamente reggaeton senza regalarci l’impulso di puntare lo spigolo più appuntito di casa per affondarci il cranio, che mi sembra già un risultato notevole.
Galeffi – “Il regalo perfetto”
Questo nuovo brano del cantautore romano accompagna la pubblicazione del formato fisico di “Settebello”, l’album uscito la scorsa primavera. Un plus per strizzare l’occhiolino ai propri fan potrebbero pensare i più maliziosi, e invece non è affatto così, “Il regalo perfetto” è totalmente funzionale al percorso di Galeffi e si propone, al contrario, come uno dei brani più solidi del suo intero repertorio. La leggerezza ipnotizzante con la quale Marco Cantagalli, così come esce all’anagrafe, mette insieme due ingredienti assai dolci come l’amore e il Natale è notevole, scioglierebbe in un sorriso anche il Grinch.
Cimini – “Scuse”
I meno avvezzi alla musica di Cimini ci scuseranno se scriviamo senza alcuna sorpresa, Cimini è indiscutibilmente uno dei cantautori più interessanti del nuovo panorama cantautorale italiano, e lo è da diversi anni, e con questa “Scuse” lo conferma. Si tratta di una fotografia impietosa e molto divertente di noi tutti noi, Cimini in punta di penna ci inclina per sculacciarci come si deve, inquadrandoci in tutta la nostra ridicola frustrazione, in tutti i nostri ormai normalizzati paradossi.
Enzo Gragnaniello – “Fa caldo”
Ma che bel pezzo e quanta poesia. Gragnianiello con la sua voce immortale graffia un amore tormentato riportandoci, vivide, le emozioni contrastanti che lo distinguono. Ci mettiamo un cappello solo per togliercelo.
Maestro Pellegrini – “Fragile”
Dopo aver snocciolato in questi ultimi mesi diversi singoli, finalmente vede la luce “Fragile”, il disco d’esordio di Maestro Pellegrini, che molti magari conoscono come chitarrista degli Zen Circus. Il passo è compiuto, il percorso arrivato alla meta, Pellegrini propone uno dei dischi migliori di questo sfortunato anno; la sua poetica è illuminata, il sound caratterizzante, complesso, c’è il meglio del cantautorato classico e il meglio del nuovo.
Non possiamo sapere se, discograficamente, sia rimasto spazio per una proposta così alta; Sfera Ebbasta fracassa record su record, non c’è molto da essere ottimisti per chi dalla musica pretende qualcosa di più adulto, più impegnato, ma se c’è qualcuno là fuori batta un colpo sulla pagina Spotify di Maestro Pellegrini e ne resterà affascinato.
Lemandorle feat. Pineta – “Se ti parlo d’amore”
Esiste un compromesso del tutto apprezzabile tra la canzone d’autore impegnata e un sound che sia fruibile anche alle nuove generazione. Lemandorle abitano le terre di quel compromesso; sono contemporanei senza rinunciare a quella profondità che rende la musica qualcosa in più di strilloni da discoteca o ridicole spacconate. “Se ti parlo d’amore” è una struggente ed eterea confessione. Bravi, bravi, bravi.
Legno – “Un altro album”
Si potrebbe storcere il naso ascoltando l’ultimo album dei Legno, perché la ricetta è fin troppo perfetta: un po' di Gazzelle, un po' di Matteo Mobrici, una spruzzatina di anni ’90, direi che la cosa sarebbe quasi irritante se non fosse che in realtà il disco è una bomba, funziona che meglio non potrebbe, è ironico, contemporaneo, alcuni brani particolarmente brillanti (“Affogare”, “Hollywood”, “Delia”....) che riescono anche a farci dimenticare quella sensazione di già sentito. Avete presente la soddisfazione di mangiare di nascosto un cheeseburger grondante di salsa BBQ mentre si è a dieta? Ecco…
I Botanici – “Kirigami”
Quando l’intento è serio il risultato poi non può essere che serio. “Kirigami” è un EP infatti molto serio in cui il trio di Benevento ospita amici e compagni di etichetta come Giorgieness e Lo Stato Sociale, i brani riportano ad un indie completamente diverso da quello che ha provocato questo scossone furibondo alla discografia italiana, il che fa di loro praticamente degli eroi. Da non perdere.
Cassandra Raffaele – “Sarà successo"
Cassandra Raffaele raccoglie senza paura l’eredità del cantautorato al femminile più prestigioso. “Sarà successo” è un raffinato grido di speranza da parte di una cantautrice che in gola ha oro e seta.
Mostro – “La belva”
Un confessionale allo specchio meravigliosamente arrabbiato, la narrazione intima e dannatamente onesta di un conflitto interiore che nell’omonimo film, per il quale la canzone è stata scritta, esplode in maniera fisica, il brano invece conserva quel tormento straziante che alberga (o dovrebbe) nelle anime di qualsiasi persona decente di questo mondo. Alta scuola.
Studio Murena – “Long John Silver”
Progetto estremamente interessante che mescola il jazz più alto con il rap di ottima fattura di Carma. Un brano da ascoltare per capire quanti e quali meravigliosi orizzonti ancora impensabili per molti il rap ha da offrire. L’impressione è che ancora non abbiamo visto nulla, in questo senso i ragazzi di Studio Murena stanno decisamente avanti.