AGI - L’industria discografica italiana, dopo un paio di settimane di vacanza immersa nelle acque dei tormentoni estivi, torna a sbuffare nuove uscite. I Pinguini Tattici Nucleari si mettono sulla scia dei Righeira e raccontano "la fine della stagione dell’ammmore". De Gregori e Venditti fanno loro un brano di Dalla, che in musica si chiama omaggio e altre volte 'furto con scasso'. Un paio di ex “Amici di Maria De Filippi” fanno il loro lavoro da ex “Amici di Maria De Filippi” e i Modà ci riportano dove non vogliamo tornare. Chicca della settimana, ancora una volta, i Diamine. A voi le recensioni delle uscite della settimana.
Pinguini Tattici Nucleari – “La storia infinita”
Dopo l’exploit di Sanremo, la band bergamasca torna agli inediti con un brano che, senza distaccarsi dalla loro matrice fresca ma allo stesso tempo musicalmente ricercata e acerba quanto basta per risultare affascinante e coinvolgente, ci suona centrato, preciso, ragionato. “La storia infinita”, attraversando un divertente e malinconico labirinto di citazioni, racconta l’estate come concetto, dribblando abilmente sole, mare e “reggae-in-spiaggia”.
L’estate come stagione dove le cose finalmente accadono e magari ti cambiano per sempre, e se quel tempo passa indisturbato quelle cose potrebbero non accadere mai più e chi non le ha vissute potrebbe diventare una persona diversa, più povera. L’età media dei Pinguini Tattici Nucleari è di 25 anni, senza fare nomi, c’è gente più vecchia di loro che fa il loro stesso mestiere che a provare a dire qualcosa non ci pensa nemmeno; doppiamente bravi allora.
Antonello Venditti e Francesco De Gregori – “Canzone”
Samuel – “Tra un anno”
Che la voce dei Subsonica senza i suoi compari renda decisamente meno ormai non è una novità. Nel brano il buon Samuel si chiede cosa farà tra un anno, un altro disco con i Subsonica no?
Modà – “Cuore di cemento”
I primi dieci anni del nuovo millennio sono forse, musicalmente parlando, i peggiori della storia del nostro paese. I Modà li rappresentano in pieno, ne sono stati protagonisti assoluti. “Cuore di cemento” è una canzone dei Modà. Il sillogismo poi ve lo finite da soli.
Irama – “Crepe”
Trascinato dal tormentone “Mediterranea” esce “Crepe”, EP di Irama che, da bravo ex “Amici di Maria De Filippi”, si dimostra essere ragazzo carino e intonato. La musica? Eh vabbè, che c’entra la musica?
Myss Keta - "Giovanna hardcore"
Torna la cubista mascherata, il mood è sempre uguale: produzione discreta, contenuti da vocalist di una discoteca di provincia. Molti la trovano divertente, noi no, ma forse abbiamo semplicemente finito la vodka.
Annalisa – “Graffiti”
Ogniqualvolta esce qualcosa prodotto da Annalisa si finisce regolarmente su Wikipedia cercando di ricordarci per quale motivo ci sentiamo in dovere di recensire qualcosa prodotto da Annalisa. Per i più giustificatissimi smemorati, Annalisa ha fatto un’edizione di “Amici di Maria De Filippi” e tre di Sanremo, sempre con risultati piuttosto irrilevanti, invitata nel cast quasi per fare numero, come quelli scarsi a calcetto, dato che nessun brano presentato è mai risultato memorabile. “Graffiti” non fa eccezione, pop da skippare.
Random – “Nudi nel letto”
Rap melodico e teen, resta tutto detto, tutto superficiale, tutto spiattellato senza alcuna poesia. Ci sarà sicuramente qualche ragazzino che ascoltando questo brano penserà alla propria situazione amorosa e scapperà anche una lacrima, incastrato in quell’età, bontà sua, durante la quale i sentimenti sono così semplici e fugaci. Proviamo invidia per lui, questo è certo, ma il brano resta poca roba.
Diamine – “Amore nero”
Ci piacerebbe che i Diamine fossero il futuro del cantautorato italiano, ma non lo possiamo sapere; quello che possiamo sapere con certezza è che indicano la strada, dimostrazione plastica che è possibile proporre un sound moderno, accattivante, senza rinunciare ai contenuti, alla poetica. “Amore nero” ci immerge in un amore ossessivo, meravigliosamente malato; perché l’amore, che diamine (cit.), è pur sempre amore. Bravissimi, ma non è più una novità.
Mudimbi – “El Matador”
La particolarità del rapper Mudimbi è quella di riuscire a far suo un genere trappola che ha una forte tendenza ad uniformare i propri interpreti. Mudimbi invece si racconta in maniera divertente ed estrosa, l’ha sempre fatto e lo fa anche in “El Matador”, che è un brano molto simpatico e allo stesso tempo molto complesso. Mudimbi gioca con rime e musica, capriolando su ritmi che accennano alla dance più cafona e al rap più contemporaneo, senza mai risultare contraffatto.