Articolo aggiornato alle ore 19,15 del 7 gennaio 2018.*
Il chitarrista dei Queen ha dedicato la sua prima canzone solista in vent’anni a New Horizons, sonda della Nasa che a Capodanno ha raggiunto e fotografato un corpo celeste a 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra. Amante della scienza fin da piccolo, Brian May ha conseguito un dottorato in astrofisica all’Imperial College di Londra nel 2007, con una tesi dal titolo “Movimenti della polvere interstellare” (che è possibile scaricare qui). Come ha spiegato May in una presentazione, il brano vuol essere un “inno allo sforzo umano”, di cui omaggia l’insaziabile curiosità rispetto ai segreti dell’Universo.
Alle 6:33 del mattino (ora italiana) del primo gennaio, la sonda New Horizons ha sorvolato Ultima Thule, oggetto celeste che orbita nella Fascia di Kuiper, a un miliardo di miglia dal pianeta nano Plutone. Il viaggio della sonda è durato tredici anni. Alan Stern, ricercatore del Southwest Research Institute, ha commentato: “È una capsula del tempo che ci porterà a 4.500 milioni di anni fa, alla nascita del sistema solare”.
Nel video con il quale Brian May ha presentato il brano è ricostruito graficamente il viaggio di New Horizons. All’inizio della canzone è possibile ascoltare una registrazione della voce di Stephen Hawking risalente a tre anni fa, quando lo scienziato si congratulò con il team della Nasa in occasione del sorvolo di Plutone da parte di New Horizons. “Quando ero bambino Plutone era solo un punto bianco - ha dichiarato May -. Sapevamo solo che si trattava di un pianeta molto piccolo che si trovava all'esterno del sistema solare. Così, quando la navicella spaziale volò e scattò queste incredibili foto per la prima volta sapemmo che aspetto aveva”.
A novembre Brian May ha raccolto il successo planetario del film sulla vita di Freddie Mercury, Bohemian Rhapsody. Con 1,6 miliardi di ascolti online, l’omonimo brano inciso nel 1975 è diventato il più ascoltato di sempre, riacquistando nuova fama anche tra i giovani proprio grazie alla spinta del film. La speranza è che lo stesso avvenga con l’inno all’avventura spaziale di New Horizons e che sempre più persone tornino ad appassionarsi ai misteri dell’Universo.
* New Horizon non è l'artefatto umano che ha raggiunto la più lunga distanza dalla Terra, a differenza di quanto scritto nella precedente versione dell'articolo. Infatti le due sonde spaziali Voyager 1 e Voyager 2, lanciate nel 1977, distano dalla Terra rispettivamente 21.711.461.740 km e 18.005.808.246 km (rilevazione: lunedì 7 gennaio, ore 6.00 pm GMT), come indicato nel cruscotto di stato della missione fornito dalla Nasa. New Horizon detiene il record della più distante esplorazione di un corpo celeste dalla Terra. Ce ne scusiamo con i lettori (ndr)