“Questo brano si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la ‘canzone d’autore’ e che non c’è, non esiste più dagli anni ’70. In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura. Forse per questo Francesco (che ho fortemente voluto nel mio disco per quello che rappresenta e lo ringrazio ancora di esserci stato), ha scelto di cantare con me”. A parlare è il professor Roberto Vecchioni, uno dei più illustri cantautori italiani, testimone, così come ammette, anzi quasi vanta, di una generazione di artisti che ormai non esiste più.
E quel Francesco di cui parla, che ha accettato di cantare con lui uno dei dodici pezzi del nuovo album è Guccini. Si, Roberto Vecchioni e Francesco Guccini insieme. Un “feat” lo definiremmo adesso, ma ai loro tempi si chiamava duetto. La specifica non è casuale perché l’intera operazione “L’infinito”, così si intitolerà il disco in uscita il 9 novembre, ha il preciso scopo di riportare gli ascoltatori indietro di almeno una ventina d’anni. E non se ne potrà fare a meno. Quindi cominciate a rispolverare i vostri vecchi lettori cd e giradischi perché se state lì in attesa della notifica di Spotify dell’uscita del disco rischiate di restare a bocca asciutta per un bel pezzo; il disco infatti uscirà esclusivamente su supporti fisici, dovrete quindi rivivere quella meravigliosa esperienza di alzarvi dal divano e recarvi in un negozio di dischi (si, esistono ancora) e acquistare la vostra copia (già in preorder in versione autografata su musicfirst.it se preferite).
“Non 12 brani”, continua Vecchioni, “ma un’unica canzone divisa in 12 momenti” e il momento più atteso sarà quello intitolato "Ti insegnerò a volare" che aprirà le porte all’album come primo singolo e che, soprattutto, vede la partecipazione straordinaria di Francesco Guccini. Straordinaria perché ormai è nota la volontà di Guccini di allontanarsi sempre di più dal mondo della musica e straordinaria perché parliamo di due maestri della parola, che con la loro musica, che andava ben oltre il banalissimo intrattenimento ormai proposto dalla discografia, hanno segnato nel vero senso della parola la vita di chi li ascoltava e la cultura di un intero paese.
Il pezzo, dedicato alla vita e al coraggio nell’affrontarla di Alex Zanardi, cui video è stato messo online in esclusiva da Repubblica, è una perla, anche solo per il fatto di non voler fingere di essere ciò che non è, ovvero qualcosa di nuovo. Non lo è ed è giusto che non lo sia, infatti è infinitamente migliore. La parola torna al centro, non è un caso che nel video scorra didascalico il testo (forse molto più interessante da seguire rispetto alle immagini), e si parla di coraggio, di rivincita, di non arrendersi alle difficoltà, insomma si parla di tutto ciò che naturalmente due persone adulte e con un bagaglio grosso così sul groppone, hanno da dire al mondo.
“Qui si tratta di vivere e non di arrivare primo” canta Guccini nella canzone e non possiamo che attribuirgli un significato ancora più preciso riguardo alla musica di questi due giovanotti, che nasceva dall’esigenza di esprimere qualcosa, un pò come i grandi poeti e romanzieri (ai quali, giustamente, da sempre i grandi della nostra canzone vengono accostati). La canzone poi ha il grande pregio di non portare con sé quel retrogusto amaro di operazione commerciale, dell’acchiappaclick, che tanto non ci saranno nemmeno click da spendere, ma solo soldi veri, in negozi veri. “Questo venire al mondo è stato un gran colpo di culo”, mentre ancora possiamo godere del lavoro di due maestri come Vecchioni e Guccini aggiungeremmo noi. Una vera fortuna.