L a leggenda della chitarra Carlos Santana compie 70 anni. Ma le sue mani, oggi come 48 anni fa, quando si fece conoscere al grande pubblico infiammando il palco di Woodstock, si muovono ancora velocissime su quello strumento che ha segnato la nascita di un nuovo genere musicale: il latin rock.
Attivo dagli anni ’70 i suoi successi attraversano decenni e generazioni grazie soprattutto a quello che forse è il suo merito più grande: la mescolanza dei generi – dal soul al blues fino al rock – e la capacità di reinventarsi. E così fece nel 1999 con l’album Supernatural con il quale non solo riuscì a scongiurare il declino ma conquistò nuova linfa.
Santana è il miglior chitarrista di tutti i tempi?
Ma Carlos Santana è davvero il più grande chitarrista di tutti i tempi? No, e nemmeno il più bravo tra quelli in vita. O almeno così dicono le classifiche delle riviste specializzate. A iniziare da Rolling Stone che nella classifica dei “Più grandi chitarristi di tutti i tempi” del 2011, lo posiziona ‘solo’ alla 20esima posizione, dietro Jimi Hendrix, Eric Clapton e Jimmy Page, solo per citare il podio. Più bravi di lui sono anche Ketih Richards, B.B. King, Eddie Van Halen, George Harrison, David Gilmour e, nemmeno a dirlo, Neil Young.Nella lista dei 10 più grandi chitarristi elettrici di Time del 2009, Santana non compare affatto. La classifica si apre con Jimi Hendrix e si chiude con Prince.
Nel 2010, in occasione del trentennale dalla nascita, la rivista Guitar World lanciò un sondaggio sul più grande chitarrista di sempre. A rispondere furono 30 tra le più celebri star della chitarra: da Steve Vai a Joe Satriani, David Gilmour, Eddie Van Halen e Angus Young, solo per citarne alcuni. C’è chi ha indicato come modello Brian May dei Queen, chi Neil Young. E poi ci sono George Harrison, B.B. King, Jeff Beck, l’immancabile Hendrix e molti altri. Ma tra questi non figura Carlos Santana.
Non va meglio con la ‘giuria popolare’: in un sondaggio della BBC Music rivolto ai lettori, il virtuoso chitarrista non compare tra i 40 eroi scelti dal pubblico, nonostante compaiano nomi, come quello di Noel Gallagher degli Oasis, che farebbero alzare il sopracciglio agli addetti ai lavori.
Una strada iscritta nel Dna
Al di là dei numeri e delle classifiche, il talento di Santana e il suo contributo alla storia della musica sono innegabili. Nato il 20 luglio 1947 in Messico, Santana ha il destino segnato: il papà è un violinista mariachi dei Los Cardinales, mentre il nonno, Antonino Santana, suonava il corno francese nella banda municipale. A soli 5 anni il piccolo Carlos prende in mano per la prima volta un violino.A 11 anni la famiglia Santana si trasferisce a Tijuana; dove Carlos impara da autodidatta a suonare la chitarra, guadagnandosi da vivere intrattenendo i turisti dagli Stati Uniti. Alla fine del 1966 Carlos diventa la voce e la chitarra di un gruppo appena messo in piedi da Tom Frazier, anch'egli alla chitarra. Passa poco tempo e i Santana – la band prende il nome del suo frontman – firmano con la Columbia Record. Dall’esibizione di Woodstock in poi è storia (della musica).
Una carriera fatta di grandi numeri – 80 milioni di copie vendute in tutto il mondo – e di collaborazioni con giganti come Herbie Hancock, Jefferson Airplane fino ad Aretha Franklin, John Lee Hooker e Bob Dylan.