AGI - Sono passati 38 anni da quando un giovane Giuseppe Tornatore ha debuttato nel mondo delle serie tv con 'Il Camorrista', girato contestualmente all'omonimo film. Un precursore dei tempi il regista siciliano, visto che oggi il pubblico si nutre prevalentemente di opere seriali. L'opera è stata presentata alla Festa del Cinema di Roma con il dovuto restauro. Anche se, per il periodo in cui è stata girata, la serie si presenta come un prodotto davvero moderno.
"Abbiamo fatto un gran lavoro per il suono, il colore e alleggerito i tempi delle puntate", racconta Tornatore in conferenza stampa. "È stato un lavoro che non mi sarei mai aspettato di fare. Rimetterci le mani e migliorare le cose è stato un privilegio. Ho trovato i difetti del film d'esordio di un ragazzo alle prime armi quale ero. Ma è stata anche un'esperienza bellissima". Una serie che, come spiegano i rappresentanti di Titanus, dovrebbe presto andare anche in televisione. Probabilmente su una rete generalista essendo prodotto da Titanus Production e Rti Mediaset con distribuzione Minerva Pictures. Ragion per cui si pensa anche a una estensione della visione a livello internazionale.
Una serie tv attualissima per i tempi di oggi. Anche se le cronache sono quelle dell'epoca. "Sono passati tanti anni - racconta Leo Gullotta che impersona la parte del commissario - 'Il Camorrista' raccontava per quell'epoca una cosa nuova. Venivano svelati gli inciuci della politica, brigate rosse, la Cia e i Servizi. Tornatore non si è discostato dalla realtà ha cambiato i nomi. Oggi rifletto e guardo le cose con altro entusiasmo. All'epoca l'entusiasmo era tanto, e con il regista si è instaurata una grande fiducia. Da parte mia, ci ho messo tanto impegno: sono un tedesco sul lavoro, mi ci sposo completamente. Tornatore con quel film ha inventato la serie anticipando i tempi. La gioia di questo lavoro c'era e c'è tutta. Rivedere quei fatti, oggi è storia. La storia di un'Italia. Penso che sara' importante per il pubblico rivedere la serie. Riconsiderare le storie, ora e dal punto di vista personale, sarà importante".
All'inizio, racconta Tornatore, "per il personaggio del Professore, pensavo a Volontè. Ma non riuscii a contattarlo e poi non avevo un curriculum tale da garantire subito certi approcci. Cosi'ho pensato all'altra scelta, Ben Gazzara. Conobbi il suo agente a 'Cento Giorni a Palermo' dove lavoravo, che si preoccupò di fargli vedere i miei documentari. Fra questi ce ne era uno su Guttuso di cui Gazzara era amico e che l'attore chiamò. Quella telefonata fu un viatico. Ben Gazzara mi chiamò e gli spiegai come volevo fare il film. Gazzara accettò e poi si instaurò un rapporto bellissimo di grande fiducia".
La serie in cinque puntate è stata girata nel 1985, contestualmente alla realizzazione dell'omonimo film a suo tempo prodotto da Titanus Produzione e ReteItalia e uscito nelle sale nel 1986. La serie non è mai andata in onda. "L'attuale rielaborazione, che ha richiesto un grande impegno in termini artistici e di professionalità coinvolte, è stata completata dopo quasi un anno di attività ed è stata prodotta da Titanus Production e RTI - Mediaset e viene distribuita da Minerva Pictures" spiega il Presidente della Titanus Guido Lombardo. Il restauro è stato curato dallo stesso Tornatore. Alla Festa del Cinema il pubblico potrà assistere alla prima e alla quarta puntata.
Un lavoro 'precursore" dei tempi
Una serie tv era un vero azzardo per quei tempi, "la febbre della serialità era ancora lontana, ma grazie alla lungimiranza di Lombardo - dice Tornatore - disponemmo del budget utile alla realizzazione del progetto. Girai dunque contemporaneamente sia il film destinato allo sfruttamento cinematografico tradizionale che le cinque puntate di un'ora ciascuna per la televisione. Purtroppo, il film non ebbe vita facile a causa dei temi scottanti che trattava e spari' dalla circolazione poche settimane dopo l'uscita nelle sale. Scoraggiati, i distributori non mandarono mai in onda la serie televisiva, e i cinque episodi andarono smarriti nei magazzini dei materiali in 35mm".
Serie e Film sono tratti dal Romanzo di Joe - Giuseppe Marrazzo che si basa sulla figura del boss dei boss della camorra Raffaele Cutolo, che nel film non viene mai citato, nemmeno nei nomi di fantasia. Il boss è solo 'Il professore'. Ed è l'esordio cinematografico alla regia di Giuseppe Tornatore. "A quell'epoca, 'Il Padrino' a parte - ricorda il regista - non c'erano stati film sulla criminalità organizzata. Due film, uno di Zampa e uno di Rosi poi basta. Fra il 1979 e 1980 quando veniva a Palermo Joe Marrazzo significava che era successo qualcosa di grave in Sicilia. Mentre lavoravo per 'Cento giorni a Palermo' lui stava scrivendo un suo romanzo le cui pagine stavano nel cruscotto dell'auto. Auto che ogni tanto saltava per aria".
"Cosi ha ricominciato a scrivere il romanzo per tre volte. Non aveva tempo, diceva, di fare le fotocopie. Alla fine lessi questo testo una volta finito, e gli dissi che volevo fare il film. Di questi gruppi criminali, nei film fatti fino a quel momento non si parlava della nascita, evoluzione e declino. Perciò andai dall'editore e spiegai che volevo fare un film che avesse un potenziale di informazione perche' per me, la criminalita' andava combattuta conoscendola. Che destino avrà ora questa serie? Non lo so - conclude - ma non penso che dopo 38 anni, vogliano di nuovo rimetterla nei magazzini...."