AGI - "Non credo che esista un 'mio' Pirandello, ne esisteranno tanti finché ci saranno attori che avranno la possibilità di interpretarlo. Quello che trovo affascinante è la possibilità attraverso questo film, di sottrarre Pirandello al cliché della concettuosità, della pesantezza intellettualistica e di raccontarlo invece in un momento cruciale della sua vita, mentre cova questa idea del teatro dei Sei personaggi".
Lo ha detto Toni Servillo, in occasione della presentazione de "La Stranezza" dove interpreta Pirandello, alla Festa del Cinema di Roma.
"Un'idea che poi trova - ha aggiunto l'attore - ed è un azzardo creativo, durante un viaggio in Sicilia da cui è stato per molto tempo lontano. Rientra e riprende contatto con la lingua, i volti, il paesaggio. E soprattutto, Pirandello incontra in occasione di un funerale improvvisato, i due becchini che fanno gi attori in una compagnia amatoriale. Il fatto che l'occasione in cui Pirandello si mette in ascolto, sia all'origine dei Sei Personaggi, mi sembra strana ma affascinante, senza nulla togliere alla sua inquietudine. E mi piaceva tantissimo l'idea di poter contribuire a far cadere gli steccati che vogliono gli attori drammatici da un lato e i comici dall'altra. L'alchimia che credo sia verificata fra Valentino Picone, Salvo Ficarra e me - ha concluso Servillo - è asscolutamente corrispondente alla curiosità che avevamo di recitare insieme".
"Non avremi mai immaginato nel giro in un anno mezzo di fare due film sul teatro. Da teatrante militante dico che è un grande piacere poter omaggiare questo rito civile che per tante ragioni, e la situzione del Valle di Roma è emblematica, rischia di scomparire o avere tante difficoltà nonostante il pubbico a teatro sia più numeroso di quello che affolla le sale cinematografiche".
"E questo, proprio perchè - ha spiegato - a teatro nei momenti di difficolta' il pubblico cerca il conforto vivo, la dimensione assembleare e la possibilita' che qualcuno dal palcoscenico testimoni il sentimento di chi si sente partecipe in platea. Il pubblico è molto importante. Pirandello chiamava il pubblico 'la visione di chi assiste'. Un qualcosa che il drammaturgo deve tenere presente nel meccanismo del suo testo. Per me, questa de 'La Stranezza' è stata una grande occasione per rendere omaggio a questa testimonianza di civiltà. I teatri sono avamposti di civilta' - ha concluso Servillo - case dove le persone possono entrare 24 ore su 24 dentro i quali ognuno può recitare la sua preghiera laica".
Andò, Servillo volto straordinario di Pirandello
"Quando con Toni Servillo, abbiamo iniziato a disegnare sul suo volto quello di Pirandello, è venuto fuori qualcosa di prodigioso". Lo ha detto Roberto Andò presentando "La Stranezza" film che racconta la genesi un po' fantasiosa di "Sei personaggi in carca d'autore". Nel cast ci sono oltre a Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, stavolta in veste di attori drammatici, Giulia Andò, Aurora Quattrocchi, Galatea Ranzi, Luigi Lo Cascio e Donatella Finocchiaro.
"Questo è un film dove gli attori sono molto importanti - ha spiegato il regista - Pirandello ci conduce al nodo vero e cioè, capire cosa significa essere persona o personaggio. È un tema questo, sul quale lo scrittore siciliano si è sentito molto coinvolto. E Toni lo ha reso vivo nella sua fragilità di uomo inquieto, geniale, e anche simpatico verso quel mondo popolare che ritrova".
Nel film a Pirandello sale in testa una certa "stranezza", il desiderio di dare vita a qualcosa di bizzarro. E durante un viaggio in Sicilia, nel 1920, in occasione degli ottanta anni di Giovanni Verga al cui festeggiamento lo scrittore deve pronunciare un discorso di omaggio, Pirandello si imbatte in due becchini, Onofrio e Sebastiano (Ficarra e Picone, molto bravi in questo ruolo drammatico). Ma accade un imprevisto che cambiera' allo scrittore il senso di fare teatro.
Quando portò in scena a Roma, al Teatro Valle, "Sei personaggi in cerca d'autore, Pirandello si attirò le critiche del pubblico. Critiche a cui però, come si vede nel film, non si sottrasse. Gli gridarono "Buffone", ma tredici anni dopo vinse il Nobel per la letteratura.
"Alcune delle circostanze, come la storia della balia Maria Stella, sono vere - ha spiegato ancora Andò. Cosi come il fatto che Pirandello dovesse davvero rendere omaggio con un discorso al compleanno degli 80 anni di Giovanni Verga. Ed è vero che Pirandello, per tutta la vista si e' riferito al mondo popolare di cui si parla anche nel film. Per esempio, andava dalla bibliotecaria della città per farsi raccontare i pettegolezzi".
Nel film, con sottotitoli in lingua italiana quando gli attori recitano in dialetto, "abbiamo voluto ricostruire una Sicilia che raccontasse Pirandello, andando a girare ad Agrigento a Trapani, Catania", ha aggiunto il regista.
Nei titoli di coda, c'è una dedica a Leonardo Sciascia: "È una saldatura fra me e lui. Quando ho finito di scrivere la sceneggiatura - ha concluso Andò - mi sono accorto che aveva a che fare con quello che ho sempre pensato abbia scritto Sciscia su Pirandello. E proprio Sciascia, molti anni fa mi regalò una copia di una biografia dello scrittore agrigentino che per me fu molto illuminante, e quindi tutto torna. Mi e' sembrato giusto ricordarlo alla fine del film".