AGI - Uscirà al cinema il 5 ottobre il fanta-thriller Good Vibes, esordio alla regia di Janet De Nardis che vede nel cast, tra gli altri, Caterina Murino, Vincent Riotta, Nicola Pecci, Ludovico Fremont e con la partecipazione di Mimmo Calopresti.
Il film, prodotto e distribuito da Toed Film, racconta cinque storie che si intrecciano attorno a un misterioso smartphone che permette di avere la copia del telefono di chiunque. Basta inserire il numero e immediatamente si ha accesso a conti correnti, foto, video, email, messaggi, anche i più intimi, e se si attiva la fotocamera in modalità spia si può osservare in diretta la vita degli altri.
Una morbosità che pervade chiunque entri in contatto con questo telefono, nella spasmodica ricerca del potere di condizionare la vita degli altri. Inizia così una escalation di eventi concatenati in cui, senza un attimo di respiro, seguiremo il destino del telefono e di chi ne verrà in possesso. I protagonisti dei cinque episodi devono confrontarsi con i loro desideri più reconditi e la (in)capacità di gestire il potere della conoscenza…
Attraverso una struttura episodica e circolare, la regista mescola i registri del thriller e del fantasy per affrontare tematiche sociali come la violenza sulle donne, il bullismo ma, soprattutto, i rischi che comporta l’abuso della tecnologia e il delicato tema della privacy.
L’opera sostenuta dalla Calabria Film Commission e dal contributo dei selettivi MIC, unisce temi attuali alla bellezza dei luoghi della Calabria.
"Good Vibes nasce da una lunga riflessione sull’uso smisurato della tecnologia e in particolare del telefono nella nostra vita" dice Janet De Jardis, "Ci siamo chiesti dove ci sta portando questa società fatta di informazioni alla portata di tutti, ci siamo interrogati sulla morale comune e sugli istinti più bassi che accomunano persone diverse per età ed estrazione sociale. Il mondo si evolve, come le nostre abitudini, ma alla fine le tentazioni sono sempre le stesse. Inoltre, surfando attraverso le possibili conseguenze di un uso privo di regole, di quanto può essere contenuto in un solo oggetto (in questo caso il cellulare), ci siamo imbattuti nella domanda più importante: siamo davvero in grado di imparare dalle conseguenze dei nostri errori? Sappiamo riconoscere l’orrore che possono generare le nostre azioni".